Sul Congo, e su di noi
Sandra Federici
Editoriale del numero 90 (1/2019) di Africa e Mediterraneo, “Vivre sur le seuil. Rencontres congolaises”
Questo dossier di Africa e Mediterraneo è dedicato interamente al progetto «Mobilità-stabilizzazione. Rappresentazioni congolesi e dinamiche sociali, in Congo e nel mondo», in particolare alla complessa attività di ricerca e produzione artistica culminata nelle giornate «Vivre sur le seuil. Rencontres congolaises», che hanno riunito a Cosenza nel maggio 2018 artisti e studiosi congolesi ed europei.
Gli artisti raccontano il presente, immaginano il futuro, criticano quando non provocano. Gli studiosi impegnati in questo progetto hanno chiesto a quindici giovani creativi congolesi di compiere insieme percorsi di ricerca sui temi più controversi e dolorosi della contemporaneità, come la condizione postcoloniale, la subalternità politica ed economica, la migrazione, l’identità e le sue rappresentazioni, la memoria e il patrimonio culturale, le eredità della violenza coloniale… in Congo e non solo. Una metodologia fondata sulla collaborazione tra ricercatori accademici e creativi che ha già dato frutti preziosi nelle scienze sociali e nell’arte contemporanea, e che permette di andare ben oltre l’interesse curioso ma superficiale con cui spesso ci si avvicina all’arte “popolare” congolese.
Tra i preziosi contributori di questo numero – che sarà distribuito anche presso il pubblico congolese, in particolare organizzazioni giovanili e culturali e associazioni della diaspora in Europa – citiamo i curatori Rosario Giordano ed Edoardo Quaretta e i due esperti della storia del Congo Donatien Dibwe dia Mwembu e Carlo Carbone. Sottolineiamo poi la partecipazione di Bogumil Jewsiewicki, specialista dell’Africa centrale francofona di fama internazionale. La sua riflessione sul conradiano Cuore di Tenebra ci ricorda che “la memoria occidentale della colonizzazione è una memoria semantica che i discendenti dei colonizzati condividono con i discendenti dei colonizzatori. Il sentimento di superiorità degli uni ha come controparte il sentimento di vergogna degli altri […].” Una base per nutrire la consapevolezza necessaria per decodificare e contrastare le discriminazioni dell’oggi. Ed è un onore per Africa e Mediterraneo ospitare le opere di tanti artisti congolesi e un focus su Christian Tundula, la cui ricerca artistica fa riferimento sia alla sua memoria personale e nazionale, sia alla cultura visiva occidentale.
Tra i diversi temi, il progetto affronta con un approccio multidisciplinare quello della mobilità degli artisti africani, sulla quale si discute da tempo: già nella conferenza UE-ACP Culture et création, facteurs de développement (Bruxelles 2009) il tema maggiormente sollevato dagli autori presenti era stato quello dei “visti culturali”, non certo risolto, nel decennio successivo, da un’Europa sempre più spaventata dai flussi di migranti forzati. Per molti artisti, lasciare il proprio Paese diventa la scelta definitiva per andare oltre un sistema di immobilità imposta; scelta dolorosa, a volte, che comporta il superamento della soglia di legalità per entrare nella dimensione dell’irregolarità.
Mobilità, successo, arte, patrimonio, diaspora: i temi di questo dossier sul Congo si inseriscono pienamente nella storia di Africa e Mediterraneo, non solo nel lavoro fatto con i suoi dossier ma anche nei progetti educativi ed espositivi realizzati negli anni. Per questo consideriamo la collaborazione con il gruppo di ricerca del progetto PRIN-MIUR Congo un’importante occasione.