01 marzo 2010
Una piazza, l’oceano e un collegamento wireless
Dal 20 al 25 febbraio 2010 si è svolto a Praia, capitale di Capo Verde, l’annuale viaggio-studio organizzato dal Coordinamento Dossier Statistico Caritas/Migrantes.
I redattori del Dossier assieme ai responsabili dei capitoli regionali e ad altre associazioni e istituzioni invitate (tra cui Africa e Mediterraneo) si sono trasferiti nell’Isola di Santiago per studiare vari aspetti dell’immigrazione, con un focus particolare sull’immigrazione africana in Italia e sull’emigrazione italiana verso l’Africa.
Sono stati 4 giorni molto intensi, in cui ogni partecipante ha svolto una relazione per gli altri, il tutto completato da incontri con rappresentanti di istituzioni del Paese e testimonianze della società civile. Il tutto coordinato da Franco Pittau e con l’organizzazione in loco di Maria De Lourdes Jesus, giornalista capoverdiana che ha vissuto 30 anni in Italia e ora ha deciso di tornare a vivere nella sua isola di Santo Antao.
La mia relazione si intitolava “Artisti che abitano nel viaggio” (vedi in fondo articolo) ed era incentrata sul tema della migrazione e dell’identità nella biografia e nell’arte di alcuni artisti visivi di origine africana.
Il convegno si è tenuto nel rettorato dell’Università di Capo Verde, fondata solo nel 2006 ma che ambisce a crescere con progetti e partenariati internazionali (come ha detto il rettore António Correia e Silva nel discorso di benvenuto e apertura del campus.)
Davanti all’università c’è la piazza António Lereno, una bella piazzetta con alberi bassi, il selciato in pietra scura, le panchine e alcune signore che vendono caramelle e bevande. La sorpresa è stato vedere tanti ragazzi e ragazze in piazza con il computer portatile sulle ginocchia a… navigare in Internet. Questo luogo, così come la piazza principale di Praha, è dotato di collegamento wireless gratuito, e lì si mettono i ragazzi a navigare e studiare.
E lì siamo stati anche noi durante le pause dei lavori, per mandare file, controllare la posta e parlare attraverso Skype. Non era male lavorare in quella piazzetta, con il sole, l’arietta che arrivava dall’oceano di là dalla strada, il cyber caffè Sofia con i tavolini e gli ombrelloni. Durante il convegno abbiamo incontrato diversi emigranti capoverdiani rientrati dall’Italia e gli italiani che hanno deciso di emigrare a Capo Verde e il commento di tutti era: sono loro che hanno capito tutto.
[Foto, dall’alto verso il basso: Franco Pittau (in piedi), Pietro Pinto (seduto); sala del convegno; la piazzetta António Lereno a Praia]