11 dicembre 2018
Migranti. Africa e Mediterraneo con Lampedusa al Forum di Marrakech
“I territori di frontiera hanno esigenze particolari rispetto agli altri, vivono una condizione di continua emergenza anche quando i riflettori dei mass media sono spenti. Servono misure rivolte a chi ‘sbarca’, ma anche a chi ‘accoglie’.”
Il punto di vista dei territori di confine è stato portato da Totò Martello, Sindaco di Lampedusa e Linosa, alla Migration Week su migrazione e sviluppo, che si è conclusa ieri a Marrakech con la firma del “Global Compact for a Safe, Orderly and Regular Migration”.
Sandra Federici, direttrice di Africa e Mediterraneo, era presente nella delegazione del Comune di Lampedusa, portando alla Migration Week l’iniziativa “Voci di Confine”, realizzata insieme ad Amref-Italia (che ha contributo attivamente all’organizzazione della missione), Lampedusa e a tante altre organizzazioni italiane, nonché il progetto europeo “Snapshots from the Borders”, che vede proprio il Comune di Lampedusa come capofila di più di 30 partner di 14 paesi impegnati sul fronte della migrazione.
Invitato a partecipare ai lavori del 5° Forum dei Sindaci sulla Migrazione, Martello è stato l’unico sindaco italiano a intervenire, assieme a rappresentanti di città come Kampala, Montreal, Marrakech, Chicago, Freetown, Bristol. Si è discusso della necessità per i decisori locali di avere a disposizione dati, risorse specifiche e formazione, per proseguire nella lotta contro la paura e la xenofobia, la mancata integrazione lavorativa dei migranti, l’esclusione dei rifugiati che, è stato notato, a livello globale vivono per i 2/3 in zone urbane.
Grande l’emozione suscitata dal discorso del Sindaco Martello, cominciato con il ricordo del naufragio del 3 ottobre 2013, a sottolineare l’importanza della memoria per guardare al futuro, e conclusosi con una richiesta di sostegno alla battaglia di Lampedusa e del Comitato 3 ottobre a far sì che questo giorno diventi “Giornata Europea della Memoria e dell’Accoglienza”. Martello ha espresso anche la preoccupazione per la compressione dello SPRAR e il mancato riconoscimento da parte del governo degli esempi virtuosi di accoglienza offerti da tanti comuni “in prima linea”.
Nella sessione di chiusura, molti relatori hanno sottolineato il valore simbolico e concreto dell’esperienza di Lampedusa, come Jean Pierre Elong Mbassi, Segretario generale dell’UCLG, United Cities and Local Governments of Africa, che ha sottolineato con emozione che i Lampedusani si sono occupati del riconoscimento dei cadaveri per permettere l’invio di notizie ai famigliari rimasti nei villaggi e nelle città di origine, preservando così nel modo più alto i doveri di solidarietà e rispetto della dignità umana.
“È stata un’occasione preziosa per scambiarsi idee e buone pratiche – ha affermato Sandra Federici – non soltanto tra organizzazioni del Nord, ma soprattutto con le città del Sud, in particolare africane, nelle quali l’accoglienza e l’integrazione dei migranti, in un mondo in costante movimento, sono da tempo attività cruciali della gestione politica e amministrativa.”