09 luglio 2018

Esiste ancora il diritto di asilo europeo e internazionale? La lectio magistralis di Patrick Weil a Bologna

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Mentre il tema dell’immigrazione continua a essere al centro delle agende politiche e del dibattito pubblico, il sistema europeo di asilo sembra essere sul punto di implodere.
È noto che quello che emerge è solo la punta di un iceberg di una complessità che coinvolge questioni geopolitiche, economiche, ambientali e storiche e che soluzioni immediate e semplici non esistono. Tuttavia, il fenomeno della mediatizzazione a cui stiamo assistendo nell’era dei social e del “rancore” ci porta a essere immersi in una deriva informativa fatta di affermazioni forti, spesso superficiali, di prese di posizioni nette in cui ogni fatto diventa una questione politica e di conseguenza viene trattato come un’emergenza da comprendere nel qui ed ora.
Nonostante tutto questo, c’è chi non rinuncia ad approfondire e a cercare di capire, chiamando in causa esperti che forniscano piste di riflessioni competenti e basate su una analisi approfondita del fenomeno migratorio, nei suoi aspetti sociali, economici, giuridici.
Per tale ragione all’interno della terza edizione della Summer School on Migration and Asylum di Bologna, organizzata da Africa e Mediterraneo, in collaborazione con Lai-momo cooperativa sociale nell’ambito del progetto italiano “Voci di Confine” co-finanziato dall’Agenzia Italiana Cooperazione allo Sviluppo, è stato invitato Patrick Weil, docente alla Yale Law School, a tenere una lectio magistralis sugli sviluppi e le sfide del diritto di asilo a livello europeo e internazionale.
Gli organizzatori e i partner accademici e istituzionali che li appoggiano hanno deciso di non riservare la lezione agli iscritti alla Scuola estiva, provenienti da diversi paesi del mondo, ma di aprire a tutta la cittadinanza quest’occasione unica di conoscenza e approfondimento. La lezione si svolgerà oggi lunedì 9 luglio alle ore 14.30 presso la Cappella Farnese di Palazzo D’Accursio e sarà introdotta da Marco Lombardo, assessore alle Relazioni Europee e Internazionali e al Lavoro del Comune di Bologna.

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Patrick Weil
, storico e ricercatore francese specializzato sui temi dell’immigrazione, della cittadinanza e della legge costituzionale, ha all’attivo un’importante carriera politica e diplomatica, che prende avvio nel 1994 quando diventa Direttore di Ricerca all’Istituto CNRS presso il Centro per la storia sociale del XX secolo dell’Università di Parigi. Dal 1996 al 2002 è stato membro dell’Alto Consiglio per l’integrazione ed è presidente dell’ONG Libraries Without Borders, un’importante organizzazione di sviluppo attraverso la cultura e la conoscenza a livello internazionale. Attualmente è professore presso la Yale University School of Law del Connecticut (USA). Il professore terrà la sua lezione in inglese e sarà distribuito un abstract in italiano.

L’edizione 2018 della Summer School on Migration and Asylum, che avrà luogo a Bologna dal 9 al 14 luglio, è stata progettata per affrontare il tema concreto e attualissimo dell’integrazione dei migranti e dei rifugiati nel mercato del lavoro in Europa e le pratiche discriminatorie in ambito professionale.
Le lezioni e i laboratori con esperti del settore e docenti provenienti da diversi stati europei vogliono offrire approfondimenti e migliorare l’efficacia di chi lavora, o chi intende lavorare, nell’ambito professionale dell’integrazione dei migranti, così come nella comunicazione e nella ricerca accademica relative a questo argomento. Con la terza edizione della Summer School Bologna si conferma come punto d’incontro di una rete sempre più ampia di operatori, esperti e professionisti che continuano lo sforzo di affrontare e comprendere il fenomeno migratorio nelle sue diverse fasi e di gestire in modo arricchente e positivo per tutti le diverse relazioni che esso genera.

Per maggiori informazioni: www.migrationschool.eu
L’evento è su facebook: https://bit.ly/2tZJhSp

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23 aprile 2018

Al via la campagna “Voci di confine”, per raccontare il bello della migrazione

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Un racconto che passa attraverso storie, dati e buone pratiche territoriali, per dimostrare che il fenomeno migratorio può rappresentare una grande opportunità di sviluppo e arricchimento della nostra società.

È questo, in breve, il progetto Voci di Confine, al quale partecipa anche l’associazione Africa e Mediterraneo. L’obiettivo principale è raggiungere 4 milioni di contatti, offrendo una narrazione alternativa a quella che racconta la migrazione come un’invasione, un “problema” da risolvere. La realtà – dei fatti, dei dati e delle singole storie – smentisce, infatti, questa visione purtroppo diffusa. Voci di Confine vuole quindi dare visibilità alle opportunità che la migrazione può generare, non solo per chi parte, ma anche per chi accoglie.

Per raggiungere questo obiettivo, il sito Voci di Confine dedica una sezione alle storie di migranti, che testimoniano la ricchezza degli incontri fra culture, un’altra ai dati statistici, che chiariscono l’effettiva portata del fenomeno migratorio ed evidenziano le possibilità di sviluppo.

Si racconta l’aspetto economico del fenomeno, ma anche quello sociale, con approfondimenti su razzismo, religioni, corridoi umanitari, seconde generazioni e molto altro. Tra i temi, oltre a quello del lavoro, la campagna toccherà quello dei matrimoni misti, che sono circa il 10% del totale delle unioni nel nostro Paese, attestandosi tra i 20 e 17 mila celebrati ogni anno.

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Molti sono i dati a livello economico, forniti dal Centro Studi e Ricerche IDOS e raccolti nel sito di Voci di Confine. Basti pensare che i lavoratori stranieri versano ogni anno 9 miliardi di contributi previdenziali, un apporto fondamentale per il sistema pensionistico italiano. I numeri smentiscono anche alcuni luoghi comuni molto diffusi: secondo le stime fornite da IDOS, per esempio, l’Africa è il continente con la più bassa percentuale di migranti internazionali nel mondo (13,4%).

Tra i canali utilizzati dalla campagna ci sarà anche la radio, con vari passaggi su diverse emittenti nazionali, che daranno esposizione ad alcune storie significative. Inoltre, saranno promossi video realizzati in alcune regioni africane di confine, come quello che racconta la risposta dell’Uganda per quanto riguarda l’accoglienza di profughi sudsudanesi e non solo.

Il progetto prevede anche percorsi educativi nelle scuole e negli spazi di educazione informale; incontri territoriali che vedranno protagonisti le associazioni delle diaspore e di volontariato, gli enti locali, le ONG e i soggetti privati.

Voci di Confine è un progetto finanziato dall’Agenzia Italiana Cooperazione allo Sviluppo.
Amref Health Africa è capofila di una rete composta da Amref Health Africa – Headquarters, Africa e Mediterraneo, Associazione Le Réseau, CSV Marche – Centro Servizi per il Volontariato delle Marche, Centro Studi e Ricerche Idos (IDOS), Comitato Permannte per il Partenariato Euromediterraneo (COPPEM), Comune di Lampedusa, Comune di Pesaro, Etnocom, Internationalia, Provincia Autonoma di Bolzano, Regione Puglia, Rete della Diaspora Africana Nera in Italia (REDANI), Step4, Terre des Hommes Italia.

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05 luglio 2017

Nei panni dell’altro. Laboratorio di moda e arti grafiche

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Si diffondono le iniziative nel settore della moda etica per trovare concrete opportunità occupazionali ai migranti. Spesso questi progetti si pongono l’obiettivo di offrire strumenti professionali utili nel percorso d’integrazione e inserimento sociale, ma anche per creare professionisti che possano sfruttare le competenze acquisite e trovare un lavoro dignitoso in caso di rientro nel proprio paese di origine. Un gruppo di rifugiati, provenienti prevalentemente dall’Africa Occidentale, e ospiti del Centro di Accoglienza SPRAR Famiglia Amica e del CAS di Borgo Tresauro a Ragusa, sono stati coinvolti nel progetto di moda e arti grafiche Nei panni dell’altro realizzato dalla cooperativa Rel-Azioni e promosso dalla Fondazione San Giovanni Battista di Ragusa.

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Il laboratorio di pittura su stoffa e rielaborazione sartoriale è stato coordinato da Gampiero Carta, architetto e direttore creativo, in collaborazione con Loredana Roccasalva, designer siciliana molto attenta ai temi dell’etica e della solidarietà. I capi sono stati dipinti interamente a mano dai ragazzi, valorizzando il patrimonio culturale ed estetico di cui essi sono portatori, e utilizzando prevalentemente materiali di recupero, in un’ottica di consapevole sostenibilità ecologica. I modelli realizzati sono stati poi esposti a una mostra allestita presso la Chiesa del Collegio di Maria Santissima Addolorata durante il Festival delle Relazioni 2017 di Ragusa per sensibilizzare l’opinione pubblica sui temi dell’intercultura, del rispetto e della valorizzazione delle differenze culturali.

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La migrazione è, infatti, un fenomeno difficile da affrontare e richiede risposte concrete: la tessitura e la sartoria, ad esempio, sono un patrimonio di attività manuali che possono essere messe all’opera per creare, non solo l’accoglienza, ma anche opportunità economiche e una qualità di vita diversa per le persone migranti. Anche la cooperativa sociale Lai-momo di Bologna segue questo percorso, attraverso il partenariato con l’International Trade Centre (Itc) delle Nazioni Unite, impegnandosi in un programma di formazione nella moda etica e nel design per i giovani immigrati. Questi progetti possono diventare un esempio e una risposta significativa al fenomeno migratorio: creare le possibilità lavorative in Europa e nei paesi di origine di chi è costretto a fuggire, significa rimettere in circolo l’economia e offrire alle nuove generazioni l’occasione per costruirsi un futuro dignitoso.

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Per maggiori informazioni: www.festivaldellerelazioni.it

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26 maggio 2017

Lavoro e sviluppo in Senegal

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La necessità di offrire prospettive economiche sostenibili per i giovani e combattere il fenomeno delle migrazioni irregolari in Africa è uno degli obiettivi principali del programma Développer l’Emploi au Sénégal finanziato dall’Unione Europea. Si tratta di un fondo di emergenza che mira a sostenere 250 aziende e 12.000 giovani in un progetto di formazione e inserimento professionale nelle varie regioni senegalesi per un arco di 4 anni. Il programma include anche una campagna di comunicazione chiamata Tekki Fii con l’obiettivo di sensibilizzare sui pericoli legati alle migrazioni, informare sulle diverse opportunità economiche e sostenere la creazione di nuove imprese locali.

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Alla cerimonia di lancio ufficiale di questo programma, avvenuta il 10 maggio 2017 al Lycée de Thiaroye di Dakar, erano presenti le autorità senegalesi interessate insieme ai leader delle organizzazioni partner, che hanno illustrato i punti cardine del progetto che sono: rafforzare il tessuto delle imprese locali, rendere accessibile la formazione professionale, facilitare l’accesso ai finanziamenti, informare sulle possibilità economiche. Lo sviluppo economico in Senegal è necessario per creare posti di lavoro e ridurre in modo significativo le disuguaglianze di reddito. L’elevata disoccupazione e l’incremento della povertà, infatti, sono le principali cause dell’emigrazione. La disoccupazione è spesso legata anche a un basso tasso di scolarizzazione e quindi di formazione tecnica. Pertanto, molti giovani considerano la migrazione come una necessità, un’alternativa economica. Per questo occorre migliorare i livelli occupazionali dei giovani tramite il potenziamento dell’offerta formativa e professionale, che risponda alle esigenze del mercato del lavoro, e favorire l’avvio di attività generatrici di reddito e micro impresa.
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Per maggiori informazioni: http://bit.ly/2r0008p

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15 dicembre 2016

RAPPORTO IMMIGRAZIONE E IMPRENDITORIA 2016

rapportoIl “fare impresa” da parte di migranti residenti in Italia continua a espandersi, nonostante gli ostacoli sempre più numerosi e complessi che i lavoratori di origine straniera devono affrontare. Il Rapporto Immigrazione e Imprenditoria 2016 curato dal Centro Studi e Ricerche IDOS e realizzato in un’edizione bilingue, illustra questo fenomeno complesso attraverso un’analisi organica dell’iniziativa imprenditoriale immigrata, imperniata su vari aspetti, con un ampio supporto di dati statistici: il contesto internazionale; i principali settori di attività; il ruolo nella crisi economica; la distribuzione territoriale delle imprese; le difficoltà riscontrate nell’accesso alle informazioni necessarie e nel soddisfare i requisiti economici e amministrativi previsti dalle procedure, che spesso presuppongono strutturati percorsi di inserimento. I dati descrivono uno scenario sociale di crescente importanza, in cui si ritrovano e si trasformano le esigenze occupazionali e di promozione socio-economica dei lavoratori immigrati, le quali, se adeguatamente valorizzate e sostenute, possono innescare interessanti processi di sviluppo per l’intero sistema economico-produttivo nazionale ed internazionale. La consolidata collaborazione di IDOS con la Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa e con MoneyGram, infatti, si inserisce in questo specifico percorso di supporto e di attenzione all’universo della piccola e media imprenditoria immigrata, segnalandone e valorizzandone le eccellenze in un’ottica comunitaria.

Per visualizzare in sintesi il Rapporto Immigrazione e Imprenditoria clicca qui: scheda-rapporto-imprenditoria-2016

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09 novembre 2016

Culture: Urban Future. Il report dell’UNESCO.

Beauty has to do with the desire to know, to think, to understand…
The periphery of cities is where our energy is, where culture and beauty
fertilize the transformation.

 (Renzo Piano, Architect, Pritzker Priza 1998)

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I processi di rapida urbanizzazione e metropolizzazione a livello internazionale costituiscono un argomento e una sfida importante per l’UNESCO, che il 18 ottobre, durante la terza conferenza delle Nazioni Unite (Habitat III) a Quito in Ecuador, ha lanciato il primo report globale Culture: Urban Future. Questo report è innovativo perché presenta una serie di analisi e di raccomandazioni per promuovere il ruolo fondamentale della cultura per lo sviluppo urbano sostenibile. A causa di un aumento dei flussi migratori, la diversità culturale è diventata una componente primaria per la maggior parte delle città, producendo nuove opportunità e modalità di convivenza sociale. Valorizzare la componente culturale di una città, dunque, significa valorizzare il tessuto urbano, garantendo un futuro sostenibile per tutti. Le attività culturali, infatti, possono favorire l’inclusione sociale, il dialogo, la partecipazione civica, il senso di appartenenza e la coesione tra le diverse comunità. Questa riflessione è stata al centro del lavoro dell’UNESCO nel corso degli ultimi decenni, che invita ad adottare nuove misure e strategie politiche perché la cultura sia pienamente integrata nei piani urbani. Il report è stato incluso tra gli obiettivi comuni del programma 2030 Agenda for Sustainable Urban Development e della New Urban Agenda, un documento fondamentale steso durante la conferenza Habitat III, che guiderà gli sforzi da parte di una vasta gamma di attori nazionali ed internazionali impegnati a gettare le basi di un’urbanizzazione democratica globale.

 

Per maggiori informazioni e per visualizzare il report:
www.unesco.org/new/en/culture/themes/culture-and-development/culture-for-sustainable-urban-development/coming-soon-unescos-new-global-report-culture-urban-future-read-more

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