20 aprile 2010

14/05/2010- Presentazione del romanzo “Il libro dei fiumi” a Torino

Evento: Presentazione del romanzo “Il libro dei fiumi” di José Luandino Vieira. Il-libro-dei-fiumi

Dove: Torino, Caffè letterario del Lingotto.

Quando: 14 maggio 2010, ore 10,30.

Informazioni: Segnaliamo la presentazione del romanzo Il libro dei fiumi, di José Luandino Vieira, rappresentante della letteratura angolana, oltre che uno dei fautori dell’indipendenza del suo Paese. La presenza di questo intellettuale in Italia è un’occasione per conoscere e approfondire la peculiarità di una cultura ancestrale. L’Opera, dedicata alla letteratura di espressione portoghese, sarà introdotta dal professor Roberto Francavilla, docente di Letteratura Portoghese presso l’Università di Siena, e dal traduttore del romanzo, il dottor Daniele Petruccioli. L’evento avrà luogo venerdì 14 maggio alle ore 10:30 presso il Caffè Letterario del Lingotto.

Inoltre, il giorno successivo, presso il Centro Piemontese di Studi Africani si terrà una conferenza dal titolo La Letteratura Angolana, alla quale oltre a Luandino Vieira parteciperà anche un altro grande scrittore angolano, Pepetela.

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24 marzo 2010

L’aumento delle azioni di mecenatismo e creatività artistica in Africa

Presentazione dell’articolo “L’aumento delle azioni di mecenatismo e creatività artistica in Africa”, pubblicato su Africa e Mediterraneo n.68 a firma di Simão Souindoula, storico, consigliere presso il Ministero della Cultura a Luanda (Angola) ed expert presso l’UNESCO.

Ana Silva, Amor, 2005, Photo of Antonio Pinto

Ana Silva, Amor, 2005, Photo of Antonio Pinto

Nonostante l’affermazione e lo sviluppo dell’identità culturale costituiscano una dimensione essenziale della costruzione degli Stati africani, i finanziamenti messi a disposizione per il settore culturale sono spesso insufficienti. Ciò spinge gli attori del settore culturale a ricorrere a finanziamenti esterni o a forme di mecenatismo, nazionale o internazionale, rivolto a istituzioni politiche, società parastatali o private. Oggi, questo tipo di finanziamenti al settore culturale è in continuo aumento perché costituisce un potente mezzo di incremento del mercato. Generalmente, l’appoggio finanziario è compreso tra 10.000 e 100.000 US$ a seconda del tipo di collaborazione. Ad esempio, il progetto BICIG, Amici delle arti e della cultura, finanziato dalla Banca Internazionale per il commercio e l’industria del Gabon, ha beneficiato di un contributo
di 100.000 $US.

Yonamine, Jah love, technique mixte, Photo of Antonio Pinto

Yonamine, Jah love, technique mixte, Photo of Antonio Pinto

Molto spesso, la ricerca di mecenati o di collaboratori porta al conseguimento di finanziamenti incrociati; è questo il caso del programma Coopearte della galleria Celamar sull’isola di Luanda, che è stato sovvenzionato dalla fondazione privata Art et Culture, dalla banca Sviluppo dell’Angola e dalla società petrolifera Total. Si nota una tendenza all’esclusività su certi programmi artistici e culturali da parte delle società di telefonia, banche, compagnie di assicurazione, ecc.
La biennale Ensarte è un programma iniziato venti anni fa con la collaborazione della società nazionale d’assicurazione dell’Angola per la promozione di un settore trascurato come quello delle arti plastiche. Il budget è aumentato progressivamente fino a raggiungere l’anno scorso mezzo milione di dollari. Il concorso è stato interamente organizzato, dalla campagna d’apertura fino alla promozione dei cataloghi, dalla compagnia d’assicurazione.
Un altro esempio è quello della Biennale dell’arte contemporanea Bantu, lanciata nel 1985, che riceve quasi 100.000 US$ di finanziamenti esterni per ogni edizione.

Questi esempi di mecenatismo mettono in luce una situazione globalmente incoraggiante, in quanto queste collaborazioni permettono alla produzione di beni e di attività culturali – come la pubblicazione di opere letterarie, la realizzazione di film, l’organizzazione di mostre d’arte, concerti, spettacoli, l’edizione di CD e DVD, ecc. – di crescere in diversi Stati africani.

Per aquistare online la rivista vai sul sito dell’editore.

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18 febbraio 2010

Festival della letteratura africana a Brussels

Giovedì 4 e venerdì 5 febbraio Africa e Mediterraneo ha partecipato al Festival della letteratura africana (Salon des Littèratures africaines) a Bruxelles nel quartiere di Matonge, cuore della cultura e della comunità africana nella capitale belga. SALON-2010-afrique

Si è trattato di una manifestazione interessante, con grande partecipazione di pubblico e in cui abbiamo avuto modo di assistere ad incontri e dibattiti con artisti e scrittori africani. Sono stati giorni di vivace attività intellettuale, attraverso i quali si sono potute ascoltare le diverse voci provenienti dall’Africa e dalla diaspora africana in Europa. Si è potuto assistere infatti, a confronti tra gli autori e tra coloro che hanno partecipato al festival: confronti spesso molto appassionati. Chiunque ha potuto far sentire la propria voce, in quanto gli interventi venivano incoraggiati, rendendo così la manifestazione un luogo di scambi e d’incontri. Interessante il dibattito nato durante la conferenza della giornata inaugurale intitolata “Littérature africaine et les jeunes d’Europe”. Gli autori (Christian Kamtchueng, Serge Boutsindi, Fatouma Sidibé), hanno dovuto rispondere a domande e a riflessioni da parte del pubblico, che ha ascoltato con attenzione i loro interventi. Punto cruciale di questo dibattito, ma anche delle conferenze delle giornate successive, è stato il ruolo della letteratura come mezzo di comunicazione e di insegnamento della storia dei Paesi dell’Africa nei confronti dei giovani. I libri venivano visti come strumento di rinascita sociale e politica e per legare l’Africa alle sue genti. C’era chi polemizzava e riteneva che i romanzi non potessero essere un mezzo efficace, in quanto non rappresentano un vissuto reale e provocano un distorsione quindi, della realtà. Si è arrivati infine, alla conclusione che scrivere e trasmettere un proprio pensiero vuol dire comunicare e che attraverso la letteratura si possano invogliare le persone a conoscere la verità.

Il festival è stato un modo inoltre, per entrare in contatto e conoscere differenti realtà. Incontri e discussioni davanti ad un bicchiere e un piatto colmo di specialità culinarie. Sullo sfondo gli stand in cui potersi avvicinare per sfogliare o per comprare un libro. Stand in cui anche Africa e Mediterraneo ha avuto il suo spazio, in cui poter presentare i propri fumetti africani e i cataloghi dei concorsi passati di Africa Comics.

L’arte della scrittura ed il piacere della lettura hanno fatto da contorno ad uno scambio di opinioni e di pensieri, a cui hanno partecipato personalità più o meno influenti, come ad esempio l’ambasciatore del Congo in Belgio, che è intervenuto venerdì 5 febbraio alla presentazione della guida turistica sul Congo, intitolata Petit Futè.

La letteratura ancora una volta è stata dunque, uno strumento di comunicazione, un mezzo di conoscenza, un filo che lega culture, paesi, popoli e che si pone come obiettivo quello di non disperdere l’enorme patrimonio culturale e storico di un intero continente, qual è l’Africa.

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25 agosto 2009

24-26/09/09 – Primo forum sulle industrie culturali dell’Unesco a Monza

imagesEvento: Focus, The First Edition of the International Forum of Cultural Industries.
Quando: 24-26 settembre 2009.
Dove: Monza, Villa Reale.
Informazioni: This first edition is dedicated to the unexpected issue of “the marriage” of reason and creation, a link that nowadays links the design industry and the fashion and handicraft industry.In order to discuss these issues, Unesco has invited some of the most important figures from the fashion and design industry, the cultural industry and the world economy, such as Bernard Arnault, Mohamed Yunus, Lindsay Owen-Jones, Ralph Lauren, John Galliano, Philippe Starck, Narciso Rodriguez, Aissa Dione et Michael Kra.

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27 giugno 2009

Cultura e sviluppo con i tessuti tinti a mano

esposizioneC’è un interessante progetto che è esposto qui al campo, il “Centro de artes Paulo Mabuno”. Si tratta della realizzazione di tessuti (sciarpe, borse, tovagliette e capulane cioè parei), di carte fatte a mano e di ceramiche da parte di giovani orfani o socialmente deboli a causa dell’AIDS. I ragazzi, che vivono in zone rurali, sono formati all’esercizio della professione in modo che abbiano un reddito, autonomia e un reinserimento sociale. I prodotti sono venduti in un negozio all’aeroporto e in alberghi di lusso. Una percentuale delle vendite è destinata a un fondo per la realizzazione di formazione e sensibilizzazione sul tema della salute nella comunità.

I tessuti e i disegni sono bellissimi, sono esposti qui al campus, ma non è facile comprarli. Non costano neanche pochissimo, ma sono fatti a mano, ed è questo il loro valore. Nello stand di fronte ci sono orribili magliette importate dalla Cina Popolare e stampate con scritte tipo Mozambique, e vestiti all’africana cuciti dalle donne ma con stoffe sintetiche sempre cinesi.

Dunque, ho dovuto faticare per convincere il responsabile della vendita a vendermi una capulana che mi piaceva, perché era della nuova collezione e non me la voleva vendere. Alla fine me l’ha venduta, e con prezzo abbastanza alto. Ci sono anche bellissime carte, quaderni e tovagliette tessute a mano.
Il progetto è sostenuto dalla fondazione di Graça Machel, vedova del presidente Samora e attuale moglie di Nelson Mandela.

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27 giugno 2009

Il fascino dell’Italia: tradurre Boccaccio in kikuyu

Langui wa Goro riceve i complimenti per la sua originale ed elegante mise da Alphadi il maggiore stilista africano e fondatore del Festival internazionale della moda africana che si tiene ogni anno in Niger

Langui wa Goro riceve i complimenti per la sua originale ed elegante mise da Alphadi il maggiore stilista africano e fondatore del Festival internazionale della moda africana che si tiene ogni anno in Niger

Qui al Campus ho conosciuto una studiosa kenyana che sta traducendo il Decameron in lingua kikuyu. Si chiama Wangui wa Goro, e ha studiato a Firenze letteratura italiana. Gira le università africane e europee insegnando la sua materia: traduzioni nelle lingue africane.

Dice che tradurre Boccaccio in kikuyu è molto difficile, perché è una lingua senza letteratura. Ma lei ci lavora, da 7 anni, ha tradotto circa 70 novelle e intende tradurle tutte e 100, poi pubblicherà il libro a sue spese. Con Wangui abbiamo parlato in italiano, e mi ha raccontato della sua grande passione per la nostra cultura.

Quando incontro intellettuali o giornalisti africani che parlano italiano, mi fa piacere, ma mi sorprende anche. Qui c’è anche Paul Nchoji Nkwi, professore al Centre for Applied Social Science Research and Training e presidente della associazione panafricana degli antropologi, che ha studiato a Perugia, e Jean Marc Matwaki, giovane giornalista di Radio Okapi in Congo, che ha seguito dei corsi all’ambasciata italiana di Kinshasa.

Si sa che la politica di promozione della lingua italiana all’estero, e in particolare in Africa, è debole. I portoghesi hanno gli Istituti Camoes, gli inglesi i British Council, per non parlare dei Centri Culturali Francesi, che hanno avuto tanti fondi e potere in passato che ancora oggi, nonostante i tagli crudeli di Sarkozy, restano importantissimi poli culturali nelle città africane. Adesso, con l’avanzata in Africa della cooperazione spagnola, che è giovane ma molto rampante e con Zapatero ha fatto un investimento enorme, si comincia a parlare anche questa lingua.
Gli istituti Dante Alighieri, invece, sono una tristezza e praticamente inesistente è l’attività di animazione e cooperazione dei centri culturali italiani in Africa.
Così, quando si parla di cultura africana non lo si fa mai in italiano.

Peccato, perché si sente che la nostra lingua ha un fascino enorme, che è considerata qualcosa di antico, legato all’arte e alla bellezza.
E poi, oltre che di tutto il clero cattolico (che non è poco), è la lingua ufficiale della musica classica. Viene studiata in tutti i conservatori del mondo. Non sarebbe male fare qualcosa di più per promuoverla.
Comunque, tutti ci vogliono bene: Italiani? Mamma mia! Amore mio!
Consoliamoci così, in mancanza di meglio…

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25 giugno 2009

Formazione per l’industria culturale: la Escola de Artes Visuais de Maputo

ceramichemondlane
Oggi è il 25 giugno, festa dell’indipendenza del Mozambico. Ieri sera c’è stato un gran concerto in piazza per festeggiare l’anniversario, e stamattina le cerimonie ufficiali del governo. Qui la retorica della resistenza è ancora molto forte, ed è normale: l’indipendenza è stata raggiunta solo nel 1975.

Al Campus di Maputo è stata allestita una mostra degli allievi della Escola de Artes Visuais dedicata ad Eduardo Mondlane, eroe della resistenza contro il dominio coloniale portoghese, “architetto della unità nazionale e Primo presidente del Fronte di Liberazione del Mozambico”. Sono disegni, acquarelli e ceramiche, ripresi dalle foto storiche che circolano.

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25 giugno 2009

Africa opens its eyes to its art

La Nouvelle Liberté, sculpture monumentale de Joseph Sumegne à  Douala, Doual'art 1996

La Nouvelle Liberté, sculpture monumentale de Joseph Sumegne à Douala, Doual'art 1996

For our internet readers we publish the article “Africa opens its eyes to its art” as a preview from the last number of The Courier (special 3, June 2009):

After almost two decades characterised by the intense effort to fight the invisibility of African art in the contemporary scene – through big pan African exhibitions, important publications and participation in biennials – now the most appealing trend in African contemporary art is the involvement of the African public together with the participation of local governments, museums and sponsors.

In recent years we observed the birth of some extremely interesting initiatives in several African countries, led by curators and artists firmly convinced that it is necessary to bridge the huge divide between African artists (cultivated, recognized worldwide, and with international relations) and African citizens living in widely different conditions. These initiatives move from the assumption that all people have the right to access the knowledge and input that contemporary art can give them. They have the right to be educated in art interpretation, and to experience its richness and aesthetic pleasure that it can give. They have the right to visit a contemporary art gallery and enjoy it. Africa must open its eyes to its artistic production.

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21 giugno 2009

Durban International Film Festival 2009

Segnaliamo volentieri la trentesima edizione del Durban International Film Festival. Il festival si terrà a Durban, per l’appunto, dal 23 luglio al 3 agosto.

La manifestazione aprirà con My Secret Sky (Izulu Lami) di Madoda Ncayiyana, film girato a Durban e già premiato ai festival di Tarifa e Cannes.

Gli organizzatori hanno annunciato una forte presenta di pellicole sudafricane e africane, ma ancora non è stato presentato il programma. Il festival è promosso dal Center for Creative Arts dell’università di KwaZulu-Natal.

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19 giugno 2009

Africa e Mediterraneo al Campus Euroafricano di Maputo sulla cooperazione culturale

English version here: Africa e Mediterraneo will particiate at the first Euroafrican Campus for Cultural Cooperation in Maputo, Mozambique.

Dal 22 al 26 giugno saremo a Maputo, in Mozambico, per partecipare al prossimo Campus Euroafricano sulla Cooperazione Culturale dove condurremo un workshop sull’educazione formale e non formale dal titolo: “Culture and education”.

Il workshop avrà come obiettivo generale quello di approfondire alcune tematiche chiave in campo educativo-culturale come il ruolo dello sviluppo artistico in campo educativo e le strategie di formazione degli insegnanti e dei docenti. Saranno infine presentati alcuni programmi educativi messi in campo da organizzazioni culturali sia in Africa che in Europa.

Il Campus è un meeting organizzato da Interarts Foudation e l’Osservatorio delle politiche Culturali in Africa (OCPA). Il Campus sarà un’importante occasione di incontro tra tutti gli operatori culturali africani ed europei e ha come obiettivo quello di creare concreti momenti di incontro per poter riflettere, scambiare conoscenze ed esperienze, e per poter discutere su possibili iniziative nel campo della cooperazione culturale, in un’ottica che vede la cultura come un importante strumento di sviluppo sostenibile e di salvaguardia dei diritti umani.

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