08 gennaio 2025

Femminicidi d’onore e matrimoni forzati: una formazione con Tiziana Dal Pra

Nella settimana della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, il 27 novembre i gruppi di lavoro delle cooperative Lai-momo, Abantu, e associazione Africa e Mediterraneo hanno realizzato un incontro di formazione interna sul tema dei femminicidi d’onore e matrimoni forzati insieme a Tiziana Dal Pra, attivista femminista e fondatrice dell’associazione Trama di Terre. L’incontro si è svolto presso Stazione Boldrini in forma di dialogo condotto dalle colleghe Margherita Battaglia e Costanza Preziosi della cooperativa Abantu.

Silvia Festi, responsabile dell’area sociale, ha aperto l’evento sottolineando l’importanza della giornata e il ruolo centrale che tutte le operatrici e tutti gli operatori possono avere per la prevenzione del fenomeno.

Attingendo alla sua lunga e pioniera esperienza, Tiziana Dal Pra si è concentrata su temi cruciali quali i matrimoni forzati, matrimoni combinati e i femminicidi d’onore. Le tematiche sono state affrontate in maniera approfondita, sottolineando la necessità per gli operatori e le operatrici sociali di approcciare il tema con la consapevolezza della sua complessità per le variabili in gioco, avendo chiaro che la bussola per trattare questi temi resta quella della salvaguardia della vita delle donne e della tutela dei diritti. Il fenomeno riguarda non solo giovani ragazze che dall’Italia vengono obbligate a rientrare nel paese d’origine dei genitori per contrarre matrimoni forzati o combinati, ma anche molte ragazze e donne che si trovano costrette ad affrontare il viaggio migratorio dai paesi di origine perché promesse spose a uomini già presenti in Italia. Si è discusso ampiamente del ruolo della comunità di appartenenza, sia nel paese di arrivo sia nel paese di origine, facendo emergere i potenziali elementi di cambiamento che spesso sono poco conosciuti e comunicati e che, in alcuni casi, mostrano che è possibile sradicare comportamenti violenti e pregiudizi.

Con Tiziana, che è stata tra le prime in Italia a lanciare l’allarme e a studiare i matrimoni forzati con azioni di protezione e una costante formazione per aiutare le vittime e contrastare il fenomeno, si è parlato anche del ruolo delle operatrici nelle case rifugio dedicate a ragazze e donne che decidono di rifiutare, scegliendo di allontanarsi dalla famiglia, e della loro difficoltà nel persistere nel percorso intrapreso, che può essere molto pesante dal punto di vista emotivo.

È emersa inoltre l’importanza dell’equilibrio tra prevenzione e rispetto dell’autonomia delle donne: dall’esperienza di Tiziana Dal Pra è chiaro che sostenere una donna nel suo percorso di uscita dalla violenza significa condividere un obiettivo comune di rispetto dei diritti umani, senza mai cadere nel controllo.

Tiziana Dal Pra ha offerto a tutti e tutte i presenti informazioni importanti per il lavoro da svolgere all’interno dei servizi, una visione concreta del fenomeno fatta di incontri e percorsi con le donne, fornendo strumenti necessari per poter affrontare possibili situazioni di violenza.

L’evento, che si inserisce nell’ambito del percorso di Certificazione parità di genere PDR 125 che le nostre coop Abantu e Lai-momo hanno realizzato, ha rappresentato un’importante occasione di riflessione e stimolato nelle partecipanti e nei partecipanti nuove conoscenze e consapevolezze, affinché ciascuna/o si senta sempre più parte attiva nelle azioni contro la violenza di genere, contribuendo al cambiamento con impegno e determinazione.

Visualizza le pillole degli interventi di Tiziana Dal Pra QUI

 

Trackback url: https://www.africaemediterraneo.it/blog/index.php/femminicidi-donore-e-matrimoni-forzati-una-formazione-con-tiziana-dal-pra/trackback/

23 novembre 2023

Torneo di calcetto “Orizzonti interculturali”

Tre giorni da tre squadre ciascuno, poi i quarti di finale, le semifinali e la finale: questo il programma secondo il quale si affronteranno le squadre di giovani di origine migrante e non nel Torneo di Calcetto che si terrà SABATO 2 DICEMBRE presso il campetto adiacente al Centro Interculturale Zonarelli (via Sacco 14, Bologna). Gli arrivi e le registrazioni inizieranno alle h 9,45 mentre la premiazione della squadra vincitrice è prevista per le h 17,30.

OrizzontiInterculturaliNL

Questo evento sportivo è organizzato da alcune organizzazioni che collaborano già in progetti che fanno riferimento al Centro Interculturale Zonarelli, in particolare allo Sportello Antidiscriminazione: Geopolis, AIPILV Associazione Interculturale Per L’inserimento Lavorativo e Di Volontariato, Dry-Art Ets, Associazione Interculturale Universo Aps, Totemlab Aps, Associazione Italia Vietnam Ponte Tra Culture, Black History Month Bologna – BHMBO, Acli Provinciali Bologna, Arte Migrante, Africa e Mediterraneo. Daranno il loro supporto alla giornata il Gruppo Scout Bologna 8 e l’Associazione SIDAPS.

Il torneo si inserisce nell’ambito del progetto “Orizzonti Interculturali”, finanziato dal Settore Innovazione e semplificazione amministrativa e cura delle relazioni col cittadino del Comune di Bologna, che comprende un Open Day al Centro Zonarelli sabato 16 dicembre nel pomeriggio con un ricco programma a cui sono invitati cittadine e cittadine di tutte le età.

Un insieme di eventi che comincia proprio con lo sport, un linguaggio universale che può abbattere le barriere e promuovere valori come la condivisione, il rispetto reciproco e l’inclusione. Con la realizzazione di un torneo di calcetto antirazzista e con la realizzazione di un Open Day, sabato 16 dicembre, racconteremo le diversità culturali che popolano la nostra città e creeremo un luogo di incontro aperto alla cittadinanza.

Vi aspettiamo numerosi!

Trackback url: https://www.africaemediterraneo.it/blog/index.php/torneo-di-calcetto-orizzonti-interculturali/trackback/

22 giugno 2022

Acqua e Africa: aperta la call for papers del numero 98 del 2023 di Africa e Mediterraneo.

Il tema dell’acqua nelle storie e nelle culture africane attraversa numerose discipline ed è oggetto di studi vasti e articolati. Imperi e civiltà sono nati lungo le rive dei grandi fiumi africani e in prossimità delle coste e dei laghi. L’acqua, necessità imprescindibile per gli insediamenti e per la sopravvivenza, è sempre stata un fattore centrale della dialettica pastorizia nomade-sedentarietà nella regione sub-Sahariana, e nello stesso tempo fondamentale via per trasporti e commercio. La ricerca delle fonti dei grandi corsi d’acqua e le possibilità implicite della viabilità fluviale hanno accelerato e giustificato le missioni esplorative europee, ispirando una ricca e controversa letteratura occidentale da Erodoto a Conrad. Paradossalmente, la narrazione autoctona su questo tema potrebbe e dovrebbe essere molto ampliata. Eppure, l’acqua è simbolo di identità e identificazione, elemento ancestrale di spiritualità, di ispirazione artistica contemporanea e di antiche e nuove mitologie.

pexels-pok-rie-12283533

L’acqua, proprio in quanto necessaria alla sopravvivenza e alla sicurezza di centinaia di milioni di persone, è uno dei maggiori problemi africani. Oggi l’insicurezza idrica causata dall’impoverimento di innumerevoli fonti d’acqua dolce naturali – tra tutte il Lago Ciad – è tra le principali cause di conflitto e migrazione (sia interna sia internazionale) dal continente – un fenomeno destinato ad aumentare con il peggiorare dei cambiamenti climatici. Numerosi programmi di salvaguardia delle risorse idriche sono emersi negli ultimi anni, tra i quali uno dei primi è stato il Lago Nasser. Tali programmi – nazionali e interstatali, oltre che di cooperazione internazionale – prevedono anche investimenti nel management delle risorse idriche e nella creazione di nuove infrastrutture, che, garantendo accesso diffuso e capillare all’acqua e usi sostenibili, hanno una ricaduta positiva sugli habitat sociali e naturali che da esse dipendono, creando le condizioni per un miglioramento diffuso della qualità della vita delle comunità. Ciononostante, non sono mancate e non mancano difficoltà e tensioni, come sta accadendo oggi per il progetto di costruzione di nuove dighe nella regione etiope dell’alto Nilo.

L’acqua si pone, dunque, al centro di questioni di governance e geopolitiche, come più volte evidenziato già molti anni or sono dallo storico burkinabè Joseph Ki-Zerbo – questioni che si intrecciano con il dibattito su sostenibilità, giustizia sociale, rapporti internazionali e, tuttora, decolonizzazione.

Questo numero di Africa e Mediterraneo intende raccogliere contributi sulle criticità associate alla tematica dell’acqua in Africa e per l’Africa.

Scadenza per l’invio
Le proposte dovranno pervenire entro il **31 gennaio 2023** all’indirizzo abstract@africaemediterraneo.it e saranno valutate dal/i curatore/i. In caso di esito positivo, il contributo – che può essere in italiano, inglese o francese – dovrà essere consegnato entro il **31 marzo 2023** insieme a cinque parole chiave in inglese, un abstract in inglese di non più di 100 parole e una nota biografica del/gli autore/i.

Africa e Mediterraneo si avvale di peer review anonima. Gli articoli e le proposte potranno essere inviati nelle seguenti lingue: italiano, inglese e francese.

*

Water and Africa | Water in Africa
Africa e Mediterraneo n. 98/2023

The theme of water in African cultures and histories is the object of extended studies in multiple disciplinary areas. Empires and civilizations emerged along the rivers of the great African rivers and lakes and the continent’s coasts. Water, a primary necessity for settlement and existence, has always been at the heart of the pastoral-nomadic relationship in sub-Saharan Africa, and at the same time a fundamental pathway for transportation and trade. The explorations of the sources of rivers and the inherent possibilities of the waterways accelerated and justified the first exploratory missions by Europeans, inspiring a controversial literature ranging from Herodotus to Conrad. A self-controlled narrative on this issue could and should be greatly expanded. However, water is a symbol of identity and identification, an ancestral element of spirituality, of artistic inspiration of old and contemporary mythologies.

As the very source of survival and security for millions of people, water is one of Africa’s greatest concerns. Today, water insecurity triggered by the weathering of the sources of drinkable water – an example is Lake Chad – is among the main causes of conflict and (internal and international) displacement across the continent – a phenomenon that will grow as climate change worsens. Several water preservation projects have been implemented, including, several decades ago, Lake Nasser. These national and inter-state initiatives – along with the ones of international cooperation – foresee investments in water management and the creation of new infrastructures to guarantee widespread access to water, yielding a positive impact on the social and environmental communities that depend on them and setting the condition for a widespread improvement of the quality of life. However, the same projects are also cause of conflict, as in the case of the new dams to be built in the Ethiopian region of the Nile.

As often observed by the Burkinabé historian Joseph Ki-Zerbo, water is thus also at the forefront of geopolitics and governance as it informs contemporary debates on sustainability, social justice, international relations and, thus far, decolonization.

This thematic issue of Africa e Mediterraneo aims to include contributions on the real and imaginary forms of water in Africa and for Africa.

Deadlines
The deadline to submit an abstract of no more than 400 word is **31 January 2023**. The abstract must be sent to abstract@africaemediterraneo.it. It will be reviewed by the editors of the issue. The deadline for submitting the finished article, along with a 100-word abstract and short profile of the author, is **31 March 2023**.

Africa e Mediterraneo is a blind peer-reviewed journal that publishes articles in Italian, English, and French.

Trackback url: https://www.africaemediterraneo.it/blog/index.php/acqua-e-africa-acqua-in-africa-dossier-di-africa-e-mediterraneo-n-982023/trackback/

25 maggio 2022

Aperto il call for papers per un numero miscellaneo di Africa e Mediterraneo

È aperto il call for paper del numero 97 di Africa e Mediterraneo in uscita alla fine di quest’anno. Per la prima volta da diverso tempo, la rivista accoglierà contributi liberi in forma di saggi, articoli brevi, interviste e recensioni che saranno raccolti in un dossier miscellaneo a cura delle direttrici.

Progetto senza titolo

Gli abstract potranno provenire dalle aree umanistiche disciplinari a cui Africa e Mediterraneo dà generalmente spazio, come la letteratura, le scienze sociali, l’antropologia, la storia, le arti e la geografia, ma la rivista vaglierà attentamente anche proposte diverse, privilegiando quelle con prospettiva transdisciplinare e originale.

L’obiettivo di questo numero è offrire una mappatura in divenire di alcuni degli argomenti di maggior interesse per gli studiosi di Africa ed Europa, seguendo il percorso della ricerca accademica e indipendente in un momento di grande tensione e trasformazione internazionale. La scadenza per l’invio delle proposte è il 31 luglio 2022.

Chi voglia consultare i sommari degli ultimi dossier monografici può farlo a questo link: http://www.africaemediterraneo.it/it/numeri/ dove sono disponibili a partire dal numero 82. Tra gli argomenti trattati più di recente ci sono la moda e le arti visive, l’economia circolare e la sostenibilità, il corno d’Africa e l’editoria.

Trackback url: https://www.africaemediterraneo.it/blog/index.php/aperto-il-call-for-papers-per-un-numero-miscellaneo-di-africa-e-mediterraneo/trackback/

22 ottobre 2021

Al centro Zonarelli, giovani dai 16 ai 35 anni potranno incontrare attiviste africane per la lotta alla crisi climatica

Dal 3 novembre al 15 dicembre si svolgeranno 7 incontri del progetto “Comunichiamo il Clima che Cambia!”, un percorso dedicato ai/lle giovani dai 16 ai 35 anni sulle tematiche della giustizia ambientale e dell’interdipendenza Nord-Sud relative alla crisi climatica. Sarà possibile per 10 di loro infatti sperimentare attivamente la produzione e condivisione di contenuti da utilizzare sui social media. Le iscrizioni sono in corso in questi giorni.

Il progetto, a cura dell’associazione Africa e Mediterraneo in collaborazione con la cooperativa Lai-momo, è tra i 5 selezionati del bando del Comune di Bologna sulla Giustizia Ambientale e Sostenibilità nell’ambito del progetto europeo “End Climate Change – Start Climate of Change“.

Gli incontri si terranno presso il Centro Interculturale Zonarelli di Bologna con il seguente calendario:

Mercoledì 3 novembre dalle 17 alle 19

Incontro di preparazione sui temi della giustizia ambientale, migrazioni climatiche, interdipendenza Nord-Sud.

Mercoledì 10 novembre dalle 17 alle 19

Incontro con l’attivista Marie Hélène Ndiaye e intervista da parte dei partecipanti.

Mercoledì 17 novembre dalle 17 alle 19

Incontro con l’attivista per il clima Nisreen Elsaim e intervista da parte dei partecipanti.

Mercoledì 24 novembre dalle 17 alle 19

Incontro con attiviste/i della sezione bolognese di Fridays For Future e intervista da parte dei partecipanti.

Mercoledì 1° dicembre dalle 17 alle 19

La comunicazione social dei cambiamenti climatici: introduzione e brainstorming.

Giovedì 9 dicembre dalle 17 alle 19

Primo laboratorio pratico per creazione post su Instagram in collaborazione con Centro Zonarelli.

Mercoledì 15 dicembre dalle 17 alle 19

Secondo laboratorio pratico per creazione post su Instagram in collaborazione con Centro Zonarelli

Per informazioni e per iscrizioni, scrivere a f.thoreau@africaemediterraneo.it.

Locandina appuntamenti [file .pdf]

 

Trackback url: https://www.africaemediterraneo.it/blog/index.php/al-centro-zonarelli-giovani-dai-16-ai-35-anni-potranno-incontrare-attiviste-africane-per-la-lotta-alla-crisi-climatica/trackback/

01 settembre 2021

Territori di confine e migrazione: 8 residenze artistiche per esplorarne i legami

Sono territori di confine, toccati dai flussi migratori che confluiscono verso l’Europa. È da questo particolare aspetto che partono 16 artisti in residenza selezionati per lavorare in 8 comuni sui temi della migrazione e dell’integrazione in Bulgaria, Slovenia, Austria, a Cipro, in Ungheria, Romania, Grecia e Italia. Tra la primavera e l’autunno del 2021, si stanno svolgendo queste residenze artistiche negli otto territori coinvolti nel progetto Clarinet.

SLO_MG_20210629_110154-mala

Residenza artistica a Črnomelj, Slovenia

Il progetto Clarinet è infatti entrata nella sua fase finale: è arrivato il momento di mettere in pratica le buone pratiche scambiate e condivise dall’inizio del progetto, in particolare attraverso il Premio Clarinet rivolto agli Enti Locali Europei per Campagne Di Comunicazione su Migrazione e Integrazione e il Manuale di Storytelling positivo sulla migrazione per enti locali. Dopo aver concluso percorsi di formazione specifici sulla comunicazione della migrazione, gli enti locali partner, in collaborazione con organizzazioni della società civile locali, hanno identificato le problematiche prioritarie e sviluppato un piano di azione su questi temi. La prima tappa di questo piano consiste nella realizzazione di una residenza artistica in loco, a partire dalla quale si costruirà una campagna di comunicazione locale.

IphigeniaP_1

L’artista Ifigenia Papageorgiou in residenza a Limassol, Cipro

Le residenze artistiche sono coordinate da BJCEM – Biennale des Jeunes Créateurs de l’Europe et de la Méditerranée che, grazie alla sua expertise nel settore, guida i partner attraverso le diverse tappe del processo, dalla scelta degli artisti alla realizzazione di eventi con la comunità. I progetti artistici sono tanto diversi quanto lo sono i territori europei coinvolti, e le discipline spaziano dalla scultura alla pittura, dalla fotografia al film-making, dal graffito al ricamo.

IphigeniaP_2Molti hanno scelto di occupare fisicamente lo spazio pubblico con opere d’arte che lasceranno una traccia permanente. Per esempio, sia la città di Burgas in Bulgaria che il comune di Črnomelj in Slovenia hanno sviluppato un concetto di panchina pubblica capace di accogliere chi passa e raccontandogli qualcosa sui migranti che vivono, hanno vissuto o attraversato il loro luogo di vita. Nel comune di Limassol a Cipro è stato realizzato un murales usando tecniche miste su un muro del paese. Al centro del progetto artistico c’è sempre un legame forte e concreto con la storia del territorio. Così a Burgas, le opere testimoniano della presenza di stranieri lungo i secoli nella città in quanto porto commerciale. Nella provincia di Baranya in Ungheria, la residenza si articola attorno alla presenza di un’importante comunità Rom, parte integrante della popolazione. A Traiskirchen in Austria, hanno collaborato un artista afghano, rifugiato nel paese, e un artista austriaco, lavorando insieme sulla storia personale del primo. In Romania, i due artisti si sono interfacciati con mediatori interculturali e migranti provenienti dalla Siria per sviluppare opere visive che li rappresentino appieno. A Lampedusa invece, lo scultore Guglielmo Vecchietti Massacci realizzerà una scultura dedicata a tutti i migranti che attraversano il Mediterraneo per trovare la libertà.

Austria3

Nemat e suo figlio Hikmat nel progetto “Blackbox inverted” con Victor Jaschke in residenza a Traiskirchen, Austria

Si possono trovare informazioni dettagliate su ogni residenza artistica sulla pagina dedicata del sito di Clarinet, aggiornata regolarmente.

Nei prossimi mesi, saranno realizzate campagne di comunicazione locali su migrazione e integrazione in ognuno di questi territori, basate sulle riflessioni aperte nell’ambito delle residenze artistiche e utilizzando le opere d’arte prodotte.

Intercultural mediator & tour

Victoria Ghilas e Constantin Rusu in residenza a Constanta, Romania

Trackback url: https://www.africaemediterraneo.it/blog/index.php/territori-di-confine-e-migrazione-8-residenze-artistiche-per-esplorarne-i-legami/trackback/

25 maggio 2021

Kubuni, l’Africa a fumetti a Angoulême

Dopo le grandi mostre panafricane À l’ombre du Baobab (Angoulême 2001), Matite Africane (Bologna, Accademia di Belle arti 2002), Bulles d’Afriques (Bruxelles, Centre Belge de la Bande dessinée 2003) e Africacomics (New York, The Studio Museum in Harlem 2006), che hanno necessariamente “costruito” un canone del fumetto africano che allora era ancora molto poco conosciuto, si sentiva evidentemente il bisogno di inserire questa forma espressiva nella stagione Africa 2020 del Governo francese ancora attraverso una mostra “panafricanista”. Kubuni, organizzata con la collaborazione del BililiBD Festival di Brazzaville (Congo), coinvolge oltre 50 artiste e artisti chiamati a rappresentare il fumetto storico e contemporaneo dell’Africa subsahariana ed è in corso fino al 26 settembre 2021 alla Cité Internationale de la Bande Dessiné et de l’Image di Angoulême.

KubuniKubuni significa “creazione immaginaria” in swahili. La mostra ha l’ambizione di offrire un riassunto della storia del fumetto nell’Africa nera dalle origini, partendo da precursori dell’inizio del XX secolo, passando all’influenza della colonizzazione, fino all’attuale creazione di fumetti sempre più diversi e stilisticamente sfaccettati.

“Entrando nel 21° secolo, il fumetto africano si sta diversificando e stanno emergendo molti generi e talenti, in Congo, Costa d’Avorio, Camerun e Benin. C’è un interesse crescente, sia da parte del mondo del fumetto in Occidente, ma anche dei lettori che sono sempre più interessati a queste produzioni che purtroppo non sono ancora sufficientemente diffuse”, dice Jean-Philippe Martin, uno dei curatori della mostra, già curatore dell’esposizione Afropolitan Comics.

Le opere esposte provengono da quasi cinquanta Paesi dell’Africa subsahariana, con una forte prevalenza del Camerun e molte assenze eccellenti (Masioni, Pahé, TT Fons), un po’ inspiegabili vista l’ambizione curatoriale dichiarata nella comunicazione. Sono state concepite e realizzate da più di cinquanta autori e autrici residenti o della diaspora e distribuite in Occidente e nel continente africano, attraverso album, giornali e applicazioni per smartphone.

Attraverso una molteplicità di realizzazioni che riflettono diversi volti dell’Africa, la mostra vuole mostrare una visione plurale del continente, come evidenziato dalla “s” apposta su “Afrique.s”, dove le influenze della “Linea chiara”, dei fumetti supereroistici e dei manga, con le quali il fumetto è entrato nel continente, danno luogo a creazioni totalmente originali, come l’Afrofuturismo, un’estetica che mescola la fantascienza e la rivendicazione del patrimonio nero.

99145214414c597e5d84ff97f18ea3d0Ritroviamo alcuni dei collaboratori al progetto europeo RIME (a cui partecipa coop. Lai-momo), lo sceneggiatore Christophe Ngalle Edimo e i fumettisti Hamed Prislay Koutawa (KHP), Adjim Danngar, Al’Mata Mamengi, Roger N’Guessan Koffi

Artisti in mostra:

Marguerite Abouet (Côte d’Ivoire), Barly Baruti (République Démocratique du Congo), Serge Diantantu (République Démocratique du Congo), Reine Dibussi (Cameroun), Tayo Fatunla (Nigeria), Christophe Ngalle Edimo (Cameroun), Annick Kamgang (Cameroun), Didier Kassaï (Centrafrique), Adjim Danngar (Tchad), Koffi R. N’Guessan (Côte d’Ivoire), Liyoso Mkize (Afrique du Sud), Bill Masuku (Zimbabwe), Karamba Dramé (Sénégal), Zineb Benjelloun (Maroc), Sultan Ibrahim Njoya (Cameroun), Bernard Dufossé (France), Tche Gourgel (Angola), Constantin Adja (Bénin),Damien Hertor Sonon (Bénin), Chemola (Cameroun), Gaspard Njock (Cameroun), Joelle Esso (Cameroun / Bénin), Simon Pierre Mbumbo (Cameroun / France), Massengo Rhys (Congo Brazzaville), KHP – Koutawa Hamed Prislay (Congo / Brazzaville), Jussie Nsana (Congo Brazzaville), Valery Badik’art (Congo Brazzaville), Ramon Essono (Guinée équatoriale) POV-William Rasoanaivo (Madagascar), Idah Razafindrakoto (Madagascar), Dwa (Madagascar), MADA – DIDIER Randriamanantena (Madagascar), Massire Tounkara (Mali), Alix Fuilu (République Démocratique du Congo), Yann Kumbozi (République démocratique du Congo), Jérémie Nsingi (République Démocratique du Congo), AL’MATA- Alain Mata Mamengi (République Démocratique du Congo / France), Mawuto Assem Paulin (Togo), Adrien K (Togo), Daniel et James Clarke (Afrique du Sud), Hugues Bertrand Biboum (Cameroun), Elyon’s (Cameroun), Olivier Madiba (Cameroun), Otili Bengol (Cameroun), Pam Chan (Cameroun), Cédric Minlo (Cameroun), Maître Show (Cameroun), Nathanael Ejob (Cameroun), Annick Kamgang (Cameroun), Christian N’zellat (Congo Brazzaville), Kiyindou Yamakasi (Congo Brazzaville / Nigéria), Eyram (Ghana), Comfort Arthur (Ghana), Salim Busur (Kenya), Issaka Galadima (Niger / France), Jide Martins (Nigeria), Ziki Nelson (Nigéria / UK), Juni BA (Sénégal), Tinodiwa Zambe Makoni (Zimbabwe)

http://www.citebd.org/spip.php?article10732

Trackback url: https://www.africaemediterraneo.it/blog/index.php/kubuni-lafrica-a-fumetti-a-angouleme/trackback/

09 marzo 2021

CLARINET: otto comuni europei formano i dipendenti sul tema “comunicare la migrazione”

Con l’inizio del 2021, il progetto europeo CLARINET (Communication of Local AuthoRities for INtegration in European Towns), a cui Africa e Mediterraneo partecipa, è entrato nel suo terzo e ultimo anno.
Il progetto, co-finanziato dal programma AMIF (Asylum, Migration and Integration Fund) della Commissione Europea, ha come capofila il Comune di Lampedusa e Linosa ed è portato avanti da un partenariato di 20 enti basati in 10 Paesi dell’Unione Europea.
Per gli otto comuni partner del progetto, tutti situati in aree di confine, questa ultima fase è capitale poiché coincide con l’implementazione delle tre attività chiave a livello locale: la formazione dei propri dipendenti per rafforzarne le capacità comunicative sui temi che riguardano la migrazione e l’integrazione, l’accoglienza di artisti in residenza e lo sviluppo di una campagna di comunicazione locale.

CLARINE_IMG_formazione_enti_locali._AEMjpgLa situazione sanitaria globale ha portato sfide supplementari ai partner del progetto: in molti Paesi la realizzazione delle 80 ore di formazione previste e indirizzate ad almeno 10 dipendenti in presenza è una cosa impensabile in questo periodo. Per questo motivo, molti hanno adottato soluzioni ibride che hanno permesso di implementare almeno una parte delle lezioni online.

Ogni comune ha progettato una formazione in grado di rispondere alle esigenze specifiche del proprio territorio, affiancato da un’organizzazione della società civile dello stesso Paese. Ad esempio, il comune di Burgas in Bulgaria ha avviato una riflessione sull’opportunità di collaborare con i mass media per sviluppare campagne di comunicazione di successo sull’integrazione dei migranti.
In quello di Costanza, in Romania, l’attenzione si è spostata sul discorso pubblico riguardo la Rotta Balcanica, e in particolare sulla situazione al confine tra Romania e Serbia.
Nel comune di Agios Athanasios di Cipro, un modulo è stato dedicato all’organizzazione di eventi inclusivi.
Il comune austriaco di Traiskirchen ha invece deciso di concentrarsi sulle sfide del linguaggio usato dalle amministrazioni locali, per fare in modo di comunicare con i cittadini in modo chiaro e inclusivo, tanto nella diffusione di informazioni ufficiali quanto nelle campagne di comunicazione.

Infine sulla piattaforma interattiva di CLARINET è disponibile per i formatori e le formatrici il Manuale di Storytelling positivo sulla migrazione per enti locali [link: https://www.clarinetproject.eu/it/toolkit-ita/], materiale didattico che si collega all’ampia panoramica di campagne pubbliche di successo svolte in 11 Paesi europei e raccolte nell’ambito del Premio CLARINET.

Trackback url: https://www.africaemediterraneo.it/blog/index.php/clarinet-otto-comuni-europei-formano-i-dipendenti-sul-tema-comunicare-la-migrazione/trackback/

01 febbraio 2021

L’edizione Black History Month 2021 viaggia in direzione ostinata e contraria

“Per chi viaggia in direzione ostinata e contraria
col suo marchio speciale di speciale disperazione
e tra il vomito dei respinti muove gli ultimi passi
per consegnare alla morte una goccia di splendore
di umanità, di verità”

Smisurata Preghiera, di Fabrizio De André

Era il 1996 quando, durante un concerto, Fabrizio De André spiegò con queste parole il senso di Smisurata preghiera, un brano che rendeva omaggio alle minoranze: «è una preghiera, una sorta di invocazione…un’invocazione ad un’entità parentale, come se fosse una mamma, un papà molto più grandi, molto più potenti. Noi di solito identifichiamo queste entità parentali, immaginate così potentissime come una divinità; le chiamiamo Dio, le chiamiamo Signore, la Madonna. In questo caso l’invocazione è perché si accorgano di tutti i torti che hanno subito le minoranze da parte delle maggioranze. Le maggioranze hanno la cattiva abitudine di guardarsi alle spalle e di contarsi… dire «Siamo 600 milioni, un miliardo e 200 milioni… e, approfittando del fatto di essere così numerose, pensano di poter essere in grado, di avere il diritto, soprattutto, di vessare, di umiliare le minoranze. La preghiera, l’invocazione, si chiama “smisurata” proprio perché fuori misura e quindi probabilmente non sarà ascoltata da nessuno, ma noi ci proviamo lo stesso.»

Le parole del poeta e cantante De André a distanza di più di 25 anni sono ancora drammaticamente attuali: così attuali che Black History Month Florence e Black History Month Bologna hanno scelto “OSTINATO” come tema dell’edizione del 2021.

manifestoAll’inizio del XX secolo lo storico statunitense Carter G. Woodson, che non accettava l’indifferenza di una società razzista che rappresentava le persone di colore in modo distorto e fuorviante e ne ignorava i contributi, lavorò con determinazione e ostinazione per raccontare al mondo la ricchezza della loro storia. Così iniziò a organizzare una serie di eventi dedicati alla storia dei neri, ogni anno, a febbraio, in occasione dei compleanni dell’abolizionista Frederick Douglass e di Abram Lincoln. In questa settimana, gli insegnanti ed educatori proponevano rievocazioni storiche di alcuni dei momenti cruciali della storia dei neri, venivano pubblicati articoli storici e si celebravano anche le abilità artistiche dei neri nella musica, nella letteratura e nell’arte.

Dal 1976 il Black History Month è diventata poi una celebrazione a cadenza annuale, di cui Black History Month Florence e Black History Month Bologna sono le declinazioni italiane.

L’edizione del 2021 è organizzata nel quadro tematico di OSTINATO, che intende essere allo stesso tempo un invito e una critica. L’invito è quello a un atteggiamento ostinato nell’impegno e nel lavoro socio-culturale di cui la nostra società ha sempre più bisogno. Mentre la critica è rivolta all’ostinazione con cui le istituzioni e la società oppongono resistenza al riconoscimento della lotta degli afro-discendenti rispetto all’accesso alla cittadinanza, al diritto al lavoro, alla casa e a una reale inclusione sociale nel contesto italiano.
Così come nel linguaggio musicale “ostinato” è una frase o un motivo che si ripete, sopra il quale avviene l’improvvisazione, Black History Month Florence e Black History Month Bologna intendono creare ritmi ripetitivi che sostengono le culture afrodiscendenti, fornendo quella coerenza e vivacità necessarie per dare spazio ad ogni cultura per esprimersi in libertà.

Progetto senza titoloE come Africa e Mediterraneo siamo lieti di poter essere partner di questo progetto, portando il nostro contributo al dibattito, organizzando un incontro dal titolo “To Blanch an Aethiop”, discutendo il topos biblico-letterario, presente già nelle favole di Esopo, che racchiude il portato tematico-semantico della bellezza femminile legata alla pelle bianca in epoca contemporanea e che rivela le origini antiche della pratica dello sbiancamento chimico della pelle nelle popolazioni africane o di origine africana. Il tema, contenuto nell’ultimo numero della rivista “Corno d’Africa: prospettive e relazioni”, dedicato all’approfondimento di aspetti storici, politici e culturali del Corno d’Africa, sarà al centro di un dibattito che intende porre l’attenzione su quanto sia fondamentale guardare al passato, antico e recente per decostruire la memoria semantica della colonizzazione, quel sentimento di superiorità degli uni che ha come controparte il sentimento di vergogna degli altri, il razzismo che procede fianco a fianco con la fissazione dello sguardo, a volte affascinato ma quasi sempre distorto, dell’Occidente.

L’evento si terrà online il 24 febbraio dalle 16.00 alle 18.00.

Il resto del ricchissimo programma prevede workshop, laboratori teatrali gratuiti a cura di Cantieri Meticci sul tema “Corpi Che Cambiano – Corpi di versi po’ etici – Per un na(rra)zione antirazzista”, dibattiti e conversazioni sulla geopolitica dei corpi in collaborazione con Decolonising Accademy
e Black Lives Matter Bologna e tanto altro.

Per maggiori informazioni:

https://bhmbo.it/copia-di-eventi-2020
https://www.facebook.com/BHM.BO

Schermata 2021-01-29 alle 15.28.26

Trackback url: https://www.africaemediterraneo.it/blog/index.php/ledizione-black-history-month-2021-viaggia-in-direzione-ostinata-e-contraria/trackback/

05 dicembre 2019

Teatro No’hma. Premio Internazionale X edizione dedicato al “Teatro Nudo” di Teresa Pomodoro. Premiazione Stagione 2018-2019

Di Francesca Romana Paci

Le marionette “Sogolon” di Yaya Coulibaly hanno vinto il premio del Progetto Africa dato dalla giuria del pubblico del Teatro Spazio No’hma – Teresa Pomodoro a Milano. Come ogni anno ormai da dieci anni, prima dell’inizio di ogni nuova stagione, il teatro diretto da Livia Pomodoro dedica spazio alla premiazione di spettacoli della stagione precedente. Per il conferimento dei premi, l’impostazione culturale del teatro prevede una Giuria Spettatori e una Giuria Internazionale. Entrambe le giurie, oltre ai premi, possono attribuire menzioni speciali.

Nella serata di giovedì 7 novembre 2019, il teatro ha comunicato i risultati del lavoro delle giurie per la stagione 2018-2019, costruendo la serata in modo da farla essere a sua volta uno spettacolo, durante il quale sono stati richiamati momenti particolari delle rappresentazioni premiate. Un’operazione piuttosto impegnativa, considerando l’effettiva presenza sul palcoscenico di alcuni degli attori che avevano recitato negli spettacoli premiati, la ricostruzione, sia pure succinta, di elementi della scenografia, e/o la proiezioni di filmati. La serata, in realtà, pur mantenendo il focus sulle opere premiate, ha implicitamente riproposto l’attività di una intera stagione, e, ovviamente, rinnovato anche la varietà di risposte del pubblico del teatro No’hma, pubblico che si dimostra costantemente attentissimo e tutt’altro che passivo.

_DSC3204-20

Dei sei spettacoli che nel 2018-2019 hanno formato la serie “Progetto Africa”, intitolato Le mille sfumature del continente dalla terra rossa, il quinto spettacolo, Le baptême du lionceau, ha vinto il Premio Giuria Spettatori, e il terzo, The New Africa, ha ricevuto la Menzione Speciale della Giuria Internazionale. Gli altri premi e menzioni sono stati assegnati a spettacoli non compresi nella serie africana.

Le baptême du lionceau, una favola carica di significati storici, politici e tradizionali, appartiene al repertorio della compagnia di  Marionette “Sogolon”, creata nel 1980 a Bamako, in Mali, da Yaya Coulibaly, che da allora la dirige, coadiuvato da suo figlio e da altri marionettisti che lui stesso prepara professionalmente. Maître Coulibaly, come comunemente lo chiamano, tiene particolarmente a ricordare che i Coulibaly sono marionettisti da secoli, e che inventano, costruiscono e operano le loro marionette direttamente e personalmente. Una caratteristica importante della compagnia è la scelta di manovrare le marionette non dietro uno schermo, ma apertamente in palcoscenico, in modo che marionettisti e marionette agiscono visivamente insieme sulla scena, così come anche le marionette temporaneamente non in uso sono accumulate ai lati del palco in piena vista del pubblico. Maître Coulibaly e suo figlio sono venuti personalmente a ricevere il premio No’hma.

The New Africa è una produzione parte della omonima giovane e prorompente compagnia dello Zimbabwe, attiva di base a Harare, parte del gruppo Kumran Arts and Media. Nello spettacolo, alle parti recitate – in prosa e poesia – si uniscono musica di percussioni e corde, canto, coreografie di danza, e una  impetuosa e colorata ricchezza di costumi. Testi, in inglese, e regia sono di Billy Kabasa. I costumi sono stati appositamente creati da Jasper Mandizera, produttore cinematografico e scrittore, che afferma di considerare il suo design non una professione, ma un hobby culturale; per New Africa, come ha avuto occasione di affermare, si è ispirato liberamente alla tradizione africana in toto, non solo a quella dello Zimbabwe, ma anche a quella di altri paesi africani. La Menzione Speciale è stata ritirata dal Console dello Zimbabwe a Milano.

I sei spettacoli africani della stagione No’hma 2018-2019 sono stati più ampiamente commentati in questo blog prima dell’intervallo estivo: http://www.africaemediterraneo.it/blog/index.php/il-multiforme-teatro-dei-paesi-africani-al-teatro-nohma-di-milano/.

Trackback url: https://www.africaemediterraneo.it/blog/index.php/teatro-nohma-premio-internazionale-x-edizione-dedicato-al-teatro-nudo-di-teresa-pomodoro-premiazione-stagione-2018-2019/trackback/