14 giugno 2009

Alessandro Jalal Manzoni, l’integrazione che funziona

La commedia di fine anno scolastico (5° elementare) di mio figlio Iginio era “Questo matrimonio non s’ha da fare”, una trasposizione comica e musicale dei Promessi Sposi pensata e diretta dalla maestra Tina Fiorita.

La voce narrante Alessandro Manzoni, il nostro Scrittore Nazionale nonché principale esponente del Romanticismo italiano nonché padre della lingua italiana nonché protagonista di una esemplare conversione al Cattolicesimo, era interpretato da Jalal, un bimbo marocchino, alto, magro ed elegantissimo in un completo nero con ottocentesco collo di pizzo.

Ho letto su Metropoli che quella italiana è la società più razzista d’Europa, secondo una ricerca di Europolis. Che i casi di discriminazione, di veri e propri insulti razzisti nelle nostre scuole si stanno intensificando. Io nella scuola dei miei figli ho sempre visto una buona integrazione dei bimbi di origine straniera. La naturalezza e sincera amicizia con cui ho visto rapportarsi i bimbi italiani con quelli stranieri, i miei figli con quelli delle signore etiopi, marocchine o rumene con cui chiacchiero del più e del meno fuori da scuola, non può che essere il riflesso di un’apertura che i ragazzi respirano dagli insegnanti, da una scuola ancora forte e strutturata, dove gli insegnanti prendono sul serio il loro lavoro. Certo, ogni tanto arriva qualche frase strana, probabilmente sentita in casa, “Federico ha detto che i tunisini sono tutti delinquenti”, ma non passa allo strato profondo, non cambia le cose nella quotidianità.

Jalal Manzoni è un simbolo della scuola aperta e accogliente che i maestri – e i bidelli! -costruiscono ogni giorno, una scuola in cui ognuno ha un ruolo, ognuno può essere protagonista, e non contano le differenze, nemmeno, bisogna dirlo, nel caso dei bimbi portatori di handicap. Tutti hanno partecipato a questi Promessi Sposi, e si sono dovuti impegnare, facendosi travolgere da quel vulcano di idee e impegno che è la maestra Tina, ritrovandosi in un divertente ma anche faticoso vortice di audizioni teatrali, balletti, canzoni, prove costumi… E tutti si sono alla fine goduti gli applausi.

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