24 giugno 2009
Le donne migranti nel sistema sanitario italiano
Dei 3,4 milioni migranti (circa 4 calcolando gli irregolari) presenti in Italia quasi la metà sono donne e presto probabilmente saranno numericamente maggiori degli uomini. In tale cornice la salute della donna migrante rappresenta un tema di grande importanza. L’articolo, affrontando la questione dal punto di vista dell’antropologia medica, indaga sul confronto fra il sistema sanitario e la complessità culturale del fenomeno migratorio. E’ necessario adeguare la risposta medica tenendo conto delle diverse provenienze delle pazienti, dando particolare attenzione agli aspetti di pregiudizio riferibili soprattutto alla maternità, alla fertilità e al disagio mentale.
Viene riportato il caso di un laboratorio di auto-narrazione sulla cura del corpo tenutosi in Emilia Romagna. Dai racconti delle partecipanti (provenienti da Pakistan, Marocco, Tunisia, Moldavia e Sudan) emerge soprattutto l’importanza centrale della rete amicale-parentale per quel che riguarda la cura e il passaggio della conoscenza delle tecniche di cura, in forte contrasto con il nostro approccio individualizzante alla medicina ospedaliera.
Nelle conclusioni si traccia il percorso che l’attuale legislazione dovrebbe compiere per migliorare le condizioni di cura della donna migrante. In particolare l’accento va posto sulla facilitazione dell’accesso ai servizi e alla risorsa della mediazione linguistico culturale.