Presentazione dell’articolo “Il vudù al cuore del processo di creazione e patrimonializzazione in Bénin” pubblicato sul numero 67 di Africa e Mediterraneo a firma di Dominique Juhé Beaulaton, storico che da molti anni lavora sulla storia delle relazioni socio-ambientali in Africa dell’ovest (Togo- Bénin).
Nel sud del Bénin, la produzione artistica contemporanea investe i luoghi di culto vudù e i palazzi dei capi, essendo ereditaria dell’arte di corte dei regni tradizionali del Dahomey, Porto Novo, Ouidah, Allada, conosciuti dagli europei giunti sulla costa del golfo di Guinea.
Ogni corte reale aveva i suoi artisti-artigiani e il potere politico era legato ai poteri religiosi che si manifestavano negli antenati e nelle divinità.
Questi artigiani specializzati costruivano i palazzi e li decoravano ispirandosi ai simboli propri di ciascun re e alle gesta compiute dai guerrieri che si sono succeduti nel corso di questi regni. Allo stesso modo, ogni divinità poteva essere rappresentata attraverso una produzione simbolica iconografica, musicale o materiale concorrente alla sua identificazione e alla sua influenza.
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