Quei giorni sono stati davvero scoraggianti per chi lavora con l’immigrazione. Il 6 maggio il Governo si era spinto molto avanti con l’azione anti-immigrati: tre barconi con a bordo 227 persone (40 donne di cui tre incinte e molti malati) erano stati soccorsi in acque maltesi da motovedette italiane, al largo di Lampedusa, ed erano stati riportati in Libia. Nessuno dei migranti era libico, mentre i loro luoghi di provenienza – Nigeria, Etiopia, Somalia – avrebbero dovuto farli riconoscere dalle Istituzioni italiane quali rifugiati, con diritto alla protezione umanitaria in base alla Convenzione di Ginevra. Questo il clima in cui abbiamo fatto la nostra presentazione. La gente sembrava entusiasta della linea dura, in più, il terremoto dell’Abruzzo si era trasformato da tragedia in occasione di comunicazione e consenso per il Governo.
Il 13 maggio noi eravamo a Roma, all’ospedale San Gallicano (INMP – Istituto Nazionale per la Promozione della Salute delle Popolazioni Migranti ed il Contrasto delle Malattie della Povertà ), a presentare il nostro dossier, dedicato al tema “Medicina e Migrazione” .
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