04 agosto 2009

Globalizzazione e culture della salute. Corpi migranti e società plurale

africa-medicinaPresentazione dell’articolo “Globalizzazione e culture della salute. Corpi migranti e società plurale” a firma di Stefano Allievi, pubblicato sul numero 64 di Africa e Mediterraneo.

La de-territorializzazione e ri-territorializzazione di culture lontane, favorita dai fenomeni di globalizzazione e migratori, ha prodotto in Occidente, fra l’altro, una riapertura a forme e credenze “tradizionali”, che vanno ad affiancarsi al sapere medico “ufficiale”.

Le migrazioni, da un lato, hanno reso disponibili, in Occidente, saperi, mentalità e visioni del mondo “altre” e dall’altro hanno favorito il radicamento di “saperi condivisi”, ossia conoscenze e pratiche socio-culturali diffuse e condivise all’interno delle comunità immigrate. L’articolo mostra che il pluralismo o sincretismo culturale si manifesta in modo preponderante soprattutto lì dove sono in gioco gli elementi fondamentali del benessere: il sapere sul corpo e il richiamo ai valori ultimi che esso comporta.

In medicina, l’affiancarsi di forme alternative al sapere ufficiale ha modificato le idee tradizionali di salute, corpo, malattia, guarigione e morte.
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24 giugno 2009

Le donne migranti nel sistema sanitario italiano

Angèle Etoundi Essamba, Veil in the wind 3, Dak’art 2008 Afrique: miroir?. Photo by Iside Ceroni

Angèle Etoundi Essamba, Veil in the wind 3, Dak’art 2008 Afrique: miroir?. Photo by Iside Ceroni

Presentazione dell’articolo “La salute delle donne migranti: un viaggio tra diversi mondi e modi culturali di cura del corpo” pubblicato sul numero 64 di Africa e Mediterraneo a firma di Tatiana Di Federico, esperta di genere, e Marco Minarelli, Medico pediatra.

Dei 3,4 milioni migranti (circa 4 calcolando gli irregolari) presenti in Italia quasi la metà sono donne e presto probabilmente saranno numericamente maggiori degli uomini. In tale cornice la salute della donna migrante rappresenta un tema di grande importanza. L’articolo, affrontando la questione dal punto di vista dell’antropologia medica, indaga sul confronto fra il sistema sanitario e la complessità culturale del fenomeno migratorio. E’ necessario adeguare la risposta medica tenendo conto delle diverse provenienze delle pazienti, dando particolare attenzione agli aspetti di pregiudizio riferibili soprattutto alla maternità, alla fertilità e al disagio mentale.

Viene riportato il caso di un laboratorio di auto-narrazione sulla cura del corpo tenutosi in Emilia Romagna. Dai racconti delle partecipanti (provenienti da Pakistan, Marocco, Tunisia, Moldavia e Sudan) emerge soprattutto l’importanza centrale della rete amicale-parentale per quel che riguarda la cura e il passaggio della conoscenza delle tecniche di cura, in forte contrasto con il nostro approccio individualizzante alla medicina ospedaliera.

Nelle conclusioni si traccia il percorso che l’attuale legislazione dovrebbe compiere per migliorare le condizioni di cura della donna migrante. In particolare l’accento va posto sulla facilitazione dell’accesso ai servizi e alla risorsa della mediazione linguistico culturale.

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23 giugno 2009

La migrazione e il rapporto con la salute

In cerca di accoglienza, Roma 2006. Foto di Sarah Klingeberg

In cerca di accoglienza, Roma 2006. Foto di Sarah Klingeberg

Presentazione dell’articolo “La salute delle persone in viaggio” pubblicato sul numero 64 di Africa e Mediterraneo a firma di Rabih Chattat, professore associato di Psicologia Clinica presso l’Università di Bologna e responsabile Ricerca e Aggiornamento presso SOKOS, associazione per l’assistenza a emarginati e immigrati a Bologna.

Un viaggio migratorio richiede, paradossalmente, più risorse di quanto l’individuo in realtà possegga. Il migrante si trova generalmente esposto a fattori di stress che hanno un impatto significativo sulla possibile relazione tra la provenienza e lo stato di salute attuale. Il tema della salute delle persone in viaggio può essere analizzato seguendo una prospettiva di tipo trasversale, collocando all’estremo di una retta il luogo fisico di partenza e all’altro estremo lo stato attuale di salute in un dato momento nella nuova realtà.

Lungo questa linea si collocano poi tutti quei fattori che in grado di modulare l’esito della condizione di salute. Sono tre gli ordini di fattori importanti: uno di tipo biologico/genetico (vulnerabilità di determinate popolazione a determinate malattie; selezione della prima generazione di migranti sulla forza fisica) uno di tipo socioculturale (rischio di “esaurimento” a distanza di 2-4 anni dalla partenza, necessità di ricomporre la separazione) e un altro relativo alla condizione socioeconomica (prevalentemente aspetti relativi alla mansione svolta nel paese di destinazione e accesso a reti sociali).

L’articolo prende in esame gli elementi connessi alla prima fase dell’immigrazione (circa i primi tre anni) focalizzandosi sul caso degli immigrati non assistiti dal servizio sanitario nazionale. In particolare l’autore attinge dall’esperienza e dalle ricerche condotte dall’associazione SOKOS per illustrare le problematiche connesse al rapporto salute/migrazione.

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