Presentazione dell’articolo “Teriya Bugu – la Capanna dell’amicizia. Un modello di turismo solidale a sostegno dello sviluppo rurale integrale”, pubblicato sul numero 69-70 di Africa e Mediterraneo a firma di Igino Schraffl, docente universitario a Roma e Reggio Calabria; senior expert volontario delle Nazioni Unite, attualmente impegnato in una missione consultiva al Ministero del turismo del Mali.
In vita, il frate francese Bernard Vanspieren (1924-2003) recatosi in Mali nel 1951, dedicò i successivi 40 anni un’attività multiforme che andava dall’agricoltura (in origine era agronomo) all’idraulica e alle energie rinnovabili, dall’igiene all’istruzione e alla promozione della donna.
La caccia era l’unico svago che Verspieren si concedeva. E durante una delle sue battute nel 1965 strinse amicizia con un pescatore dell’etnia Somono. Dai loro sogni comuni espressi nelle conversazioni nella capanna che il padre di costruì sulla riva del fiume Bani, sarebbe nato il progetto di dare vita a una fattoria modello, un’ oasi ideale che fungesse anche da laboratorio per lo sfruttamento di energie alternative. Al centro fu dato il nome della prima capanna: Capanna dell’amicizia – Teriya Bugu in lingua bambara.
Alla sua morte nel 2003, una sessantina tra i suoi collaboratori decisero di continuare l’opera, che ora è gestita da l’Association d’entraide pour le développement rural (AEDR). Nel 2005 fu deciso di aprirsi al turismo. Attualmente, il centro si presenta come una piattaforma di sviluppo sostenibile con una gamma di componenti che vanno dall’attività turistica come fonte di reddito complementare, a varie attività agricole, alla produzione di energia alternativa da fonti rinnovabili, all’erogazione di vari servizi alla comunità. La struttura turistica è costituita da una serie di casupole in muratura con bagno autonomo, aria condizionata e TV, un ristorante, un’aula seminariale, con attrezzature per manifestazioni didattiche e simili, due piscine all’aperto, attrezzature sportive.
Comprensibilmente un’iniziativa di tale complessità non poteva essere autosufficiente fin dall’inizio. Finora il centro, che ha avviato l’attività turistica solo recentemente e adattando gradualmente la struttura ricettiva, ha beneficiato di diversi tipi di sostegno o partenariato.
Teriya Bugu rappresenta, a nostro modesto avviso, un modello che andrebbe attuato ed efficacemente sostenuto non solo in Mali, ma in tutte le realtà africane in via di sviluppo e anche in altri continenti, per gli evidenti effetti positivi che ne scaturiscono in termini di attenuazione della povertà, coesione sociale, sviluppo endogeno e sostenibile, tutela dell’identità culturale, protezione dell’ambiente.
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