15 gennaio 2021

Scompare il fumettista camerunense Kelly Ntep

È deceduto improvvisamente il 9 gennaio, a Yaoundé, il fumettista camerunense Kelly Ntep. Attivo come disegnatore e comunicatore, aveva fatto parte del collettivo A3 e partecipato alle riviste Bitchakala e Waka. Una sua storia sulle difficoltà e ostacoli vissuti per diventare disegnatore professionista è pubblicata nel volume Africa Comics 2007-2008, ed è visibile sul sito del nostro archivio http://www.africacomics.net/comics/profession-dessinateur/. Avremmo dovuto lavorare con lui nel progetto RIME-Refugee inclusion moves Europe, un Erasmus+ di comunicazione sulla migrazione.

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Yaoundé, 2018: Kelly tout seul et, ensuite, avec son ami presque frère Georges Pondy (avec la queue de cheval) et moi.

Pubblichiamo la lettera che ci ha scritto lo sceneggiatore franco-camerunese e presidente dell’associazione L’Afrique dessinée Christophe Edimo, annunciando la triste notizia. Una lettera dolorosa per un’amicizia e una collaborazione professionale così brutalmente interrotta ma che lancia anche una dura accusa al governo del Paese per la situazione sanitaria e sociale che i cittadini devono sopportare. Anche le immagini sono state raccolte da Edimo tra i lavori di Kelly e presso i suoi colleghi.

IMGP3159Una lettera di Christophe Ngalle Edimo

Très triste nouvelle, Kelly NTEP est décédé samedi matin à Yaoundé.
C’est terrible pour ses parents et pour sa petite sœur.

Il venait de terminer son footing matinal et préparait le petit déjeuner quand il s’est effondré. Le temps de le transporter à l’hôpital, puis que quelqu’un s’occupe de lui, il est décédé (Kelly habite dans un quartier “normal”, c’est à dire difficile d’accès et loin des infrastructures, notamment de santé).
Kelly avait été victime d’une intoxication aux médicaments en avril 2020 (une prescription erronée, ou une surdose), mais après quelques jours d’hospitalisation il s’en était sorti.
Là, on ne sait pas trop ce qui s’est passé. De ce qu’on m’a raconté je pense à un AVC [accident vasculaire cérébral]. Mais l’état du service public de santé au Cameroun ne permettra pas de savoir.

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Yaoundé, 2018. Georges Pondy, Hugues Bertrand Biboum (alias Gomez), Kelly Ntep, Simon Mbumbo

Mais pour moi Kelly est décédé surtout des conditions de vie et de la manière dont le gouvernement traite les gens au Cameroun et un peu partout en Afrique : supporter ça pendant des décennies, avec le stress qui va avec, c’est inhumain.
Il faut se méfier en Europe, car avec les gouvernements que nous avons, on y va tout droit. Beaucoup de gens en France ont été choqués par la terminologie utilisée lors de cette crise du Coronavirus : “les gens non essentiels doivent arrêter de travailler et se confiner”.

Pour moi, “non essentiel” c’est ce qu’on fait comprendre à tous ceux qui sont contraints à l’immigration en Afrique.

C’est la première fois que la toute petite communauté des dessinateurs camerounais perd quelqu’un, le choc est grand.

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“En décembre 2020 à Yaoundé, rencontre d’auteurs BD, Kelly face à moi (oui, j’avoue, je faisais le malin avec le maillot de l’Atalanta de Bergame)”

Kelly, qui était aussi vidéaste, venait de recevoir deux prix (il y a une dizaine de jours), et je devais le mettre sur son CV par rapport à un projet que nous avions (avec son camarade, presque frère, le dessinateur George PONDY, également de Yaoundé), projet de roman graphique entre Cameroun, France et USA.

RIP Kelly.

 

 

 

Alcuni disegni con cui i colleghi hanno ricordato Kelly NTEP e alcuni suoi fumetti.

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09 aprile 2020

Noi e il Coronavirus: quasi una sceneggiatura a fumetti

Traduciamo la lettera che ci ha scritto il 26 marzo scorso Christophe Ngalle Edimo, educatore di comunità e sceneggiatore di fumetto franco-camerunese residente a Parigi.

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Sono contento che stiate tutti bene. Bisogna resistere. E fare sempre attenzione.
Anche qui a Parigi è complicato, soprattutto per i compagni dell’associazione “L’Afrique dessinée” che tengono corsi nelle scuole, che sono chiuse da più di tre settimane. Non c’è più nessun introito per i disegnatori che non hanno altri mestieri paralleli, perché basta workshop, basta dediche, basta festival, librerie chiuse, biblioteche chiuse (quindi niente soldi per il diritto di prestito).
Per quanto mi riguarda, sto vivendo l’interruzione totale di tutte le attività educative da due settimane. Abbiamo rimandato i giovani nelle loro case o dai genitori. Parallelamente, anche tutti i centri che seguono i giovani per aiutarli a gestire la tossicodipendenza hanno chiuso. Quindi questi giovani si ritrovano nelle strade, sono in astinenza, quindi pericolosi. Non so se questo problema in Italia è stato gestito meglio.
Comunque io sto bene, e anche gli altri colleghi fumettisti.
In Francia stiamo entrando nella stessa situazione dell’Italia, con un ritardo di due settimane. Il lato ”superiore”, altezzoso, dei Francesi sparisce un po’. Così come il lato “superiore”, un po’ altezzoso, dell’Inghilterra sparirà di qui a due settimane. Poi sarà il turno degli Stati Uniti, malgrado tutto quanto potrà dire Donald Trump.

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Le retour au pays d’Alphonse Madiba dit DaudetDessin de Al’Mata, scénario de Ch. Edimo. Paris: L’Harmattan, 2010. © Al’Mata, Ch. Edimo, L’Harmattan

Anche in Camerun il Coronavirus fa paura. Dovevo andarci a fine aprile, il viaggio è rimandato.
Ma, come si dice lì, “le Cameroun c’est le Cameroun”.
Esempio: dieci giorni fa, con uno degli ultimi voli commerciali autorizzati, un aereo della Brussel Air Lines, è atterrato a Douala, con a bordo un caso sospetto di Coronavirus. Immediatamente sono stati messi in quarantena tutti i passeggeri dell’aereo. Ma, siccome “le Cameroun c’est le Cameroun”, quelli che avevano denaro e incoscienza sono usciti dall’aeroporto dando soldi ai poliziotti e ai doganieri. Gli altri, rispettosi dei limiti di legge, sono stati messi in quarantena in un hotel requisito dal governo a Douala. Gli addetti dell’hotel hanno avuto paura nel vedere arrivare persone che potevano essere state in contatto con il virus: hanno chiuso i viaggiatori nell’hotel e sono tutti scappati!
Dopo qualche giorno, per non morire di fame, i viaggiatori hanno spaccato la porta d’entrata dell’albergo e sono tutti andati via. Forse portando con sé il virus, non si sa.

Penso che la crisi economica sarà mondiale. E il sistema economico mondiale dovrà essere rivisto totalmente. Se non lo si farà, ci saranno proteste in tutti i Paesi. Credo che questo i nostri uomini e donne della politica lo sappiano. Bisogna sperare che siano abbastanza intelligenti per lasciare il posto a coloro che potranno costruire un mondo più vivibile di quello che abbiamo oggi.

A presto.

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14 aprile 2016

Building Bridges / Fra due sponde: L’educazione interculturale all’epoca dei nuovi fondamentalismi

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Il 26 maggio si terrà a Milano la quarta giornata interculturale dell’Università degli Studi Milano-Bicocca, un progetto avviato nel 2002 per promuovere e consolidare confronti, scambi, conoscenze nel campo dell’educazione interculturale. A distanza di due anni dalla terza edizione, la “Quarta Giornata Interculturale Bicocca” intende centrare l’attenzione sui temi della pedagogia, della didattica, dell’educazione, della formazione in ambito interculturale. L’iniziativa è organizzata in collaborazione con l’UNAOC (United Nations Alliance Of Civilizations), l’Intercultural Innovation Award e BMW group.

La giornata si struttura in due tempi: una sessione plenaria al mattino e sei sessioni parallele nel pomeriggio. Saranno presentate ricerche sul campo, sperimentazioni didattiche e progetti educativi sul tema, nell’ottica di confrontare un ampio spettro di punti di vista grazie all’intervento di studiosi e professionisti selezionati tramite una call for papers.

Africa e Mediterraneo parteciperà alla sessione parallela 6 con un panel su fumetto e intercultura, a partire della propria esperienza in questo campo. Presenteremo le nostre metodologie di lavoro, basate sulla valorizzazione della creatività e il coinvolgimento artisti africani e migranti per promuovere il dialogo interculturale.

La cooperativa Lai-momo invece proporrà un intervento sul terzo settore sociale come facilitatore dell’integrazione dei richiedenti asilo nel tessuto sociale locale, portando l’esempio concreto della sua esperienza di accoglienza sul territorio della città metropolitana di Bologna.

La partecipazione è gratuita ed è possibile iscriversi alla giornata compilando il formulario online.

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19 gennaio 2016

A scuola per sfatare alcuni miti sull’immigrazione!

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In che modo i media influiscono sulla nostra percezione della realtà? Quanti sono i richiedenti asilo in Italia? E quanti gli italiani residenti all’estero?

Africa e Mediterraneo prosegue con le sue attività di educazione interculturale in diverse scuole italiane. L’obiettivo è quello di dialogare con gli studenti e accompagnarli verso una conoscenza e comprensione critica dei fenomeni attuali, verso il superamento dei pregiudizi e la comprensione dell’altro. Il progetto Media4= Media for Equality, cofinanziato dalla Tavola Valdese a settembre 2015, ha l’obiettivo di incoraggiare il dialogo interculturale e promuovere una cultura antirazzista tra le giovani generazioni in 3 regioni italiane: Emilia Romagna, Piemonte e Sardegna.

Ma come farlo? Conoscendo, conoscendosi, aprendosi verso ciò che si crede di sapere o che non si conosce e sapendo che lo stereotipo tradisce se stesso nel momento in cui lo si va ad analizzare.

Il percorso didattico è suddiviso in due momenti, una prima fase di lettura-riflessione attraverso i materiali educativi di Africa e Mediterraneo: i fumetti realizzati dai giovani europei con background migrante e quelli realizzati dagli artisti africani che in vario modo negli anni hanno collaborato con la nostra associazione. La seconda fase è quella più appassionante per gli studenti: tavole a fumetto, murales e ricette anti-razziste per gli istituti alberghieri sono i materiali da realizzare durante i laboratori.

A Bologna, in cui la fase laboratoriale sta per concludersi, vogliamo condividere l’esperienza della 3A dell’IC12. La 3A ha incontrato 3 richiedenti asilo ospitati presso una struttura di accoglienza della città, e insieme stanno lavorando alla realizzazione del murales anti-razzista. “Ci racconti come vive un ragazzino di 12 anni nel tuo paese? Come vedi il tuo futuro in Italia? Ti piace la pizza? Che musica ascolti?” Queste sono alcune delle domande che gli studenti hanno posto ai tre ragazzi che hanno ospitato in classe, condividendo parte delle loro esperienze e punti di vista. Suddivisi in gruppi, gli studenti hanno poi lavorato alla creazione dell’immagine da realizzare sul muro e dopo gli auguri e i regali di Natale, il muro della scuola inizia finalmente a prendere forma.

I laboratori stanno per iniziare anche ad Alghero e a Torino, continuate a seguirci!

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17 dicembre 2015

Salviamo Samandal dalla censura

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L’organizzazione non-profit libanese Samandal chiede aiuto alla comunità di lettori e del web per combattere la censura. Samandal pubblica dal 2007 antologie di fumetti, e ospita eventi legati al mondo del fumetto.

Nel 2009, tre dei quattro editori sono stati accusati dallo Stato libanese di incitare al conflitto settario, di denigrare la religione, di pubblicare false notizie, e di diffamare “personalità cristiane”, in riferimento a pannelli pubblicati nel numero 7, intitolato “Revenge”.

Samandal ricorda però che i pannelli sono stati letti fuori dal loro contesto, e interpretati attraverso il filtro di una lettura strettamente settaria. Dopo cinque anni di causa, Samandal è stato condannato a pagare 30 milioni di Lire libanesi.

Questa somma rappresenta una dura prova per l’ONG, che ha annunciato che il numero “Geography”, pubblicato recentemente, potrebbe essere l’ultimo.

Per saperne di più, guardate il video realizzato da Samandal per la campagna di crowdfunding e visitate la loro pagina su Indiegogo!

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08 aprile 2015

Se ti chiami Mohmamed…

 

Se ti chiami Mohamed - copertina

“Quando entri alla Renault, guardano come ti chiami. Se ti chiami Mohamed, ti mandano in catena di montaggio. Mohamed o Khémais, eh, è la stessa cosa!”

Così inizia il graphic novel di Jérome Ruillier Se ti chiami Mohamed, tradotto dal francese da Ilaria Vitali e uscito in Italia dall’editrice Il Sirente nel 2015 nella collana Altriarabi. Jérôme Ruillier è nato nel 1966 a Fort-Dauphin (Madagascar). Ha studiato presso la scuola degli ‘Arts Décoratifs’ di Strasburgo nell’atelier di illustrazione. Più appassionato dalle montagne e dall’alpinismo che dal disegno, è espulso in primo anno, per poi ricominciare l’anno seguente.

Siamo andati alla presentazione del libro presso l’Alliance Française di Bologna, ed abbiamo scoperto così un libro di grande forza che racconta le vite dei tanti “Mohamed” maghrebini immigrati in Francia. Liberamente ispirato al best-seller “Mémoires d’immigrés” di Yamina Benguigui, Se ti chiami Mohamed propone una serie di ritratti divisi in tre categorie: i padri, le madri, i figli. Si chiamano Abdel, Farid, Fatma, Wahib o Naima e vengono dall’Algeria o del Marrocco; qualcuno ci ha vissuto, altri sono nati in Francia e conoscono il paese d’origine dei genitori grazie ai due mesi passati al “bled”, il paese, durante le vacanze estive. Ogni ritratto è unico, perché rispecchia vite e personalità che, anche se talvolta si somigliano, sono comunque estremamente diverse.

Ahmed rivede il suo arrivo nel ’57 a Lione con la sua famiglia; aveva 11 anni. E’ cresciuto con il sogno di tornare a vivere in Algeria, un sogno che non l’ha mai abbandonato e che ha cercato a tutti i costi di trasmettere ai propri figli che, però, si sentono a casa in Francia. Ahmed accetta le scelte dei figli, pur essendo cosciente delle discriminazioni che dovranno subire: “A Djamel, gliel’ho sempre ripetuto: “Attento, devi fare meglio degli altri, perché in caso di parità non passerai tu.”” Djamel l’ha preso alla lettera ed ha vinto la medaglia d’oro di judo ai giochi olimpici!

E’ totalmente diversa invece la storia di Yamina, che racconta il matrimonio forzato al quale ha tentato invano di sottrarsi, la sua vita da donna sposata reclusa in casa prima del suo divorzio a quarant’anni, quando scopre con Paul Eluard il vero senso della parola “libertà”.

Naima, nata in Francia da genitori algerini, parla della sua scelta di portare il velo, alla differenza di sua madre e contro il parere di suo padre. Fin dai primi giorni che indossa l’hijab, si scontra con reazioni di odio e di intolleranza da tutte le parti, dagli insulti di una signora sul metrò al rifiuto del dentista di curarla se non se lo toglie. Naima tiene duro, e non rinuncerà alla sua scelta.

E così prendono forma, in bianco e nero, i destini ordinari o straordinari di queste donne e uomini che spesso affrontano discriminazioni, umiliazioni e ingiustizie. Sotto la matita di Jerome Ruillier, i personaggi prendono tutti l’apparenza di gatti, in modo che il lettore non focalizzi l’attenzione sulle differenze di colore di pelle. Dando un corpo a questi immigrati, dando loro delle forme universali, volutamente semplici, che si avvicinano agli archetipi di libi per bambini, Ruillier consente al lettore di proiettarsi nelle storie, di mettersi letteralmente al posto dei lavoratori che hanno lasciato la propria terra per venire a lavorare in un paese che accetta di loro solo le braccia. Una cosa è sicura, è che le loro storie li rendono infinitamente umani, e raccontano una parte di storia troppo spesso dimenticata ma che riguarda ognuno di noi. Da leggere assolutamente!

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20 marzo 2015

Fumetti africani: la mostra Waka Africa a Parigi

La mostra Waka Africa a Parigi.

La mostra Waka Africa a Parigi.

Sono rimasti pochi giorni per andare a vedere Waka Africa,  la mostra di fumetti, caricature e collage che riunisce delle opere degli artisti africani dell’associazione l’Afrique dessinée. Un tuffo dell’Africa urbana contemporanea rappresentata dalle matite degli artisti, e un mosaico di ritratti di Africani e del posto che occupano in questo continente in costante movimento. La mostra esplora vari aspetti delle società africane, spaziando dal rapporto con l’altro alla questione del potere e del denaro, all’immigrazione…

Tra gli artisti esposti figurano Adjim Danngar e Al’Mata, fumettisti con i quali Africa e Mediterraneo collabora da vari anni, ma anche del presidente dell’associazione Christophe N’Galle Edimo, di Bertin Prosper Amanvi, Chrisany, Fifi Mukuna, Rafaël Espinel, Simon Pierre Mbumbo, Faustin Titi et Willy Zekid.

 

 

La mostra è ospitata dalla Biblioteca Universitaria Jean Dausset fino al 26 marzo. Un’iniziativa di qualità, che racconta un’Africa lontana dagli stereotipi.

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09 febbraio 2015

Le matite non stanno ferme

Foto di Cartooning for Peace

Foto di Cartooning for Peace

L’Institut français e Cartooning for Peace hanno collaborato alla circolazione nel bacino del Mediterraneo e nell’Europa del sud della mostra Cartooning for Peace e hanno organizzato alcuni incontri aperti al pubblico con i fumettisti in presenza di Plantu, famosissimo vignettista di Le Monde. Il prossimo appuntamento è a Gerusalemme il 12 febbraio.

Nato nel 2006 da un incontro a New York tra Plantu e l’allora segretario generale dell’ONU Kofi Annan (Premio Nobel per la Pace nel 2001), Cartooning for Peace è un’associazione che difende la libertà di espressione dei fumettisti di tutto il mondo e ad oggi raggruppa più di 130 artisti. Attraverso numerosi dibattiti e mostre di fumetti, Cartooning for Peace mira a sensibilizzare il pubblico dei giovani a temi quali: la censura e la libertà di espressione, la tolleranza religiosa, i diritti universali dell’uomo, il rispetto dell’ambiente e la situazione in Medio Oriente.

Gli incontri con i professionisti della matita di tutte le nazionalità promuovono un ricco scambio di opinioni e favoriscono il riconoscimento del lavoro giornalistico dei fumettisti. Una delle punte di diamante del movimento “Cartooning for Peace” è il suo coinvolgimento in Medio Oriente.

 

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20 gennaio 2015

Gli studenti di Alghero protagonisti contro le discriminazioni: l’evento conclusivo di “ComiX4= Comics for Equality – Sardegna”

La classe III A Eno I.I.S. "Piazza Sulis" presenta le ricette antirazziste

La classe III A Eno I.I.S. “Piazza Sulis” presenta le ricette antirazziste

È facile parlare di lotta al razzismo e alle discriminazioni, ma a volte la presenza di persone percepite come “diverse”, se avviene con arrivi improvvisi e non spiegati, può suscitare paura o quanto meno diffidenza. È quello che è successo ad Alghero con l’arrivo dei circa 44 migranti, ospitati nella struttura di accoglienza del Vel Marì. E allora perché non cogliere l’occasione per discuterne insieme, per confrontare i diversi punti di vista e affrontare le novità con più calma e consapevolezza? Anche questo è quello che abbiamo provato a fare durante i laboratori interculturali realizzati con gli studenti di Alghero all’interno del progetto “ComiX4= Comics for Equality – Sardegna”, ormai giunto al termine.

Martedì 16 dicembre, presso l’Istituto d’Istruzione Superiore “Piazza Sulis” Alghero si è svolto l’evento conclusivo del progetto “ComiX4= Comics for Equality – Sardegna”, sostenuto dalla Fondazione Banco di Sardegna, dalla Commissione Europea e dall’associazione  Africa e Mediterraneo.
Il progetto è stato realizzato dall’Istituto d’Istruzione Superiore “Piazza Sulis” – Alghero, in partenariato con l’associazione Africa e Mediterraneo, l’Istituto Comprensivo N 1 e l’Istituto Comprensivo N 3 di Alghero.

Partendo dalle esperienze già realizzate e dal materiale prodotto all’interno di diversi progetti europei, l’associazione Africa e Mediterraneo ha coinvolto quattro classi dei diversi Istituti scolastici partner del progetto in una serie di laboratori didattici interculturali basati sull’uso di differenti strumenti comunicativi: mini fanzine a fumetti, video in stop motion, ricette illustrate e il murales. L’obiettivo di creare dei prodotti comunicativi divertenti e allo stesso tempo ricchi di significato è andato di pari passo con il voler accompagnare gli studenti verso una conoscenza e comprensione critica di fenomeni attuali, come il razzismo, la xenofobia e il superamento dei pregiudizi per una maggiore comprensione delle differenti espressioni culturali, cogliendone gli aspetti di arricchimento reciproco.
In occasione dell’incontro finale sono stati presentati i lavori realizzati dagli studenti durante il percorso laboratoriale.

È importante sottolineare come i laboratori interculturali realizzati siano coincisi con l’apertura del primo centro di accoglienza per rifugiati e richiedenti asilo di Alghero. Questo tema ha colpito molto gli studenti che hanno approfittato del percorso laboratoriale per comprendere meglio alcune questioni legate al tema dei rifugiati e dei richiedenti asilo. La questione del centro di accoglienza, infatti, ha inizialmente suscitato dei momenti di acceso dibattito tra i ragazzi, la maggioranza dei quali non riusciva a comprendere che cosa stesse succedendo nella propria città e a “prendere una posizione” chiara rispetto ad alcuni commenti di connotazione razzista che si leggevano sui media locali. I momenti di condivisione delle opinioni si sono rivelati fondamentali per analizzare, con l’aiuto dell’animatrice interculturale e degli insegnanti, il tema in questione al di là di ogni pregiudizio e paura. Significativi a questo proposito sono i lavori prodotti a conclusione dei laboratori dagli studenti e realizzati con l’aiuto dell’illustratore Francesco Venturi, in arte TAF (http://comicsforequalitysardegna.tumblr.com/).
All’incontro, oltre alle classi aderenti al progetto con i rispettivi docenti, hanno partecipato alcuni dei ragazzi ospitati nel centro rifugiati e richiedenti asilo Vel Marì di Alghero, gli studenti hanno potuto ascoltare alcune riflessioni, impressioni e le storie di alcuni dei ragazzi del centro che hanno preso parola.

Inoltre, gli invitati hanno potuto degustare il ricchissimo buffet gentilmente preparato e offerto dagli studenti della classe III A Enogastronomia dell’Istituto alberghiero.
Visto il successo del progetto, gli insegnanti e le scuole coinvolte hanno manifestato la volontà di replicarlo e alcuni progetti sono già in cantiere per il prossimo anno scolastico.
Congratulazioni agli studenti e a tutte le persone coinvolte nel progetto per l’ottimo risultato conseguito!

Link ai lavori degli studenti: http://comicsforequalitysardegna.tumblr.com

L'evento conclusivo del progetto ComiX4= Comics for Equality Sardegna

L’evento conclusivo del progetto ComiX4= Comics for Equality Sardegna

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12 novembre 2014

La guerra e il suo diritto nel fumetto africano: Pat Masioni a Bookcity

©DC Comics - Urban Comics - Pat Masioni - Joshua Dysart

©DC Comics – Urban Comics – Pat Masioni – Joshua Dysart

Il disegnatore e fumettista congolese Pat Masioni, vincitore della prima edizione del premio Africa e Mediterraneo per il miglior fumetto inedito di autore africano (2002), sarà presente a Milano nell’ambito della rassegna organizzata dal Dipartimento di Lingue e Letterature straniere dell’Università statale in occasione della fiera del libro Bookcity.

Droni, soldati robot e armi non letali. La guerra e il suo diritto nel fumetto africano è il titolo dell’incontro. Il grande fumettista (nato nella Repubblica Democratica del Congo nel 1961 e dal 2002 residente a Parigi) presenta il suo lavoro attorno al tema delle guerre: il conflitto in Uganda in Soldat Inconnu, il genocidio rwandese in Rwanda 94 e la recente storia a puntate commissionato dalla Croce Rosa Internazionale per riflettere sul presente e sul futuro delle azioni umanitarie all’epoca delle guerre tecnologiche “intelligenti”. Quest’ultimo album, intitolato Humanitarian Action 2064, immagina infatti l’esistenza di ‘robot umanitari’ nel 2064, a duecento anni dalla firma della prima Convenzione di Ginevra. La presenza a Bookcity di questo fumettista pluripremiato anche in Italia è volta a testimoniare la vitalità e la ricchezza del genere del fumetto in Africa e la sua capacità di farsi interprete dei temi più scottanti e attuali, non soltanto per il continente nero, con realismo e incisività.

Con: Silvia Riva, Pat Masioni, Sandra Federici (direttrice della rivista Africa e Mediterraneo)

Dove e quando: Spazio espositivo Show-room Stone Italiana, Via degli Arcimboldi 5 (ang. Via Lupetta), sabato 15 novembre ore 19-21

Seguirà un “Aperitivo tra nuvole africane” aperto al pubblico presente.

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