Si terrà a Roma mercoledì 16 maggio 2012, dalle 10.30 alle 16.30, presso la Sala ENPAPI in via Farnese 3 un momento di confronto sull’applicazione in Italia del Codice di condotta per il reclutamento internazionale del personale sanitario dell’OMS.
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Africa e Mediterraneo ha aderito a un’iniziativa di advocacy e di sensibilizzazione sul tema della crisi globale del personale sanitario messa in campo da AMREF Italia e lanciata il 5 aprile 2012.
In Italia non ci sono operatori sanitari in numero sufficiente per far fronte all’invecchiamento della popolazione, al prossimo pensionamento di molti professionisti e ai mutati modelli di cura. Del resto la carenza di personale sanitario è globale e si manifesta in forme drammatiche in molti paesi del Sud del mondo. In Italia il dato sul personale infermieristico è emblematico della misura del problema: mancano ad oggi 71.000 infermieri (dato della Federazione Nazionale dei Collegi di Infermieri Professionali, Assistenti Sanitari e Vigilatrici d’Infanzia IPASVI, 2008) e, a fronte di questa carenza, i posti per la formazione in questo ambito non solo non sono aumentati, ma sono anzi diminuiti. Per contro, il numero degli infermieri stranieri attivi in Italia è aumentato di quasi 15 volte tra il 2002 e il 2010, arrivando a rappresentare oltre il 10% del totale.
Infatti, dal 2002 gli infermieri stranieri possono entrare in Italia per motivi di lavoro al di fuori delle quote previste dal decreto flussi, ricevendo un permesso di soggiorno legato all’esercizio della professione infermieristica. La partecipazione ai concorsi pubblici, tuttavia, è regolata da norme che ne rendono difficile l’accesso per medici e infermieri stranieri, nonostante il sussistente requisito del possesso della cittadinanza italiana sia stato ormai messo in discussione dalla giurisprudenza. Questi professionisti lavorano dunque più spesso nel settore privato, con contratti di lavoro precari e con retribuzioni minori rispetto ai colleghi italiani.
In mancanza di un’azione forte da parte delle istituzioni in grado di colmare il crescente deficit di operatori sanitari, in molti paesi europei la carenza di personale viene oramai in parte colmata – in una prospettiva di troppo breve termine – con il reclutamento di operatori formati all’estero: essi provengono, nel caso degli infermieri italiani, sia da paesi comunitari, come la Romania e la Polonia, che da paesi extra- europei, tra i quali il Perù, l’Albania, e l’India.
Le attuali migrazioni internazionali di personale sanitario drenano risorse umane e competenze preziose e già scarse dai sistemi sanitari dei paesi di provenienza di questi operatori, nel Sud e nell’Est del mondo. In Romania, per esempio, già adesso il personale è insufficiente, e gli infermieri sono costretti a fare anche il lavoro del personale ausiliario. Una situazione simile si registra in alcuni paesi arabi, mentre l’India, il Perù, insieme alla maggior parte dei paesi dell’Africa sub-sahariana, sono classificati dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) tra i paesi che sperimentano una grave crisi del personale sanitario, potendo contare su poco più di 2 operatori (medici, infermieri e ostetriche) ogni 1000 abitanti, una crisi che le migrazioni di personale sanitario non fanno che aggravare.
In alcuni paesi a risorse limitate, infatti, gli urgenti investimenti nella formazione di personale sanitario rischiano di tramutarsi in una perdita netta: è stato calcolato che i sistemi sanitari di 9 paesi africani perdono un investimento in formazione pari a 2,17 miliardi di dollari a causa dell’emigrazione dei propri medici dopo la laurea. La stessa migrazione si traduce in un risparmio in spese di formazione pari a 4,55 miliardi di dollari per i 4 paesi di destinazione di questi medici.
I paesi a risorse limitate hanno bisogno di tutto il proprio personale sanitario e di tutte le proprie risorse per garantire l’erogazione di servizi sanitari di base, di programmi di vaccinazione, di cure materno infantili, di interventi di lotta all’AIDS e per tutti gli altri servizi sanitari. In mancanza degli operatori sanitari necessari non potrà essere tutelato il diritto alla salute per tutti e un accesso equo ai servizi sanitari; gli stessi Obiettivi di Sviluppo del Millennio, ai quali l’Italia ha aderito, non potranno essere realizzati né entro il 2015 né in un futuro più remoto.
Il Codice di Condotta sul Reclutamento Internazionale di Personale Sanitario dell’OMS mira ad evitare che la concorrenza internazionale in materia di “attrazione di personale sanitario” si faccia a spese dei paesi a risorse più scarse. Nel maggio 2012 l’OMS inizierà il monitoraggio dell’applicazione del Codice di condotta da parte dei paesi firmatari. Aderendo al Codice, l’Italia ha assunto un impegno che coinvolge non solo il Governo, ma anche il sistema sanitario, le Regioni, gli ordini delle professioni sanitarie, i datori di lavoro, le agenzie per il lavoro, i soggetti di cooperazione internazionale e la società civile. Per dare diffusione e promuovere l’implementazione in Italia a una corretta applicazione di questo codice internazionale, Amref assieme ad altre organizzazioni ha lanciato un “Manifesto” per l’applicazione in Italia del Codice di condotta internazionale sul reclutamento del personale sanitario. La campagna prevede anche:
- un sito web dedicato www.manifestopersonalesanitario.it anche per creare uno spazio di riferimento per i temi sollevati, con aggiornamenti, approfondimenti ecc.
- l’organizzazione di un incontro pubblico di livello nazionale sul tema delle migrazioni di personale sanitario a inizio maggio;
L’iniziativa è promossa insieme a:
** Associazione Medici di origine Straniera in Italia -AMSI,
** Centro Studi di Politica Internazionale – CeSPI,
** Federazione Nazionale Collegi Infermieri – IPASVI,
** Federazione Nazionale Ordini Medici Chirurghi e Odontoiatri – FNOMCeO,
** Osservatorio Italiano sulla Salute Globale – OISG,
** Società Italiana di Medicina delle Migrazioni – SIMM.
Agire per contrastare la crisi del personale sanitario è una responsabilità collettiva per garantire il diritto alla salute a livello globale.