31 maggio 2012

Presentato il rapporto “Italiani nel mondo 2012″: 4.200.000 italiani vivono all’estero.

Oltre ad essere una delle 5 principali mete europee dell’immigrazione (assieme a Germania, Spagna, Regno Unito e Francia), l’Italia è anche un paese di emigrazione. Quanti sono gli italiani residenti all’estero? Dove vivono? Da quali regioni partono? Il Rapporto Italiani nel Mondo 2012 della Fondazione Migrantes, presentato oggi a Roma, fornisce ogni anno un quadro della situazione.

Al 1° gennaio 2012 sono 4.208.977 i cittadini italiani iscritti all’Aire, di cui 2.017.163 donne (47,9%). L’aumento rispetto allo scorso anno è di 93.742 unità. E’ il dato che viene fornito oggi dal Rapporto Migrantes “Italiani nel Mondo” presentato, in una conferenza a Roma.

Rispetto agli oltre 60 milioni di italiani residenti in Italia i connazionali residenti all’estero incidono per circa il 7%. Ben il 54% del totale degli iscritti ha dato come motivo di iscrizione l’espatrio, ma continua l’ascesa dei “nati all’estero”, arrivati al 38,3% (più di 1 milione e 600 mila). A rilevante distanza invece, si collocano gli iscritti per aver acquisito la cittadinanza italiana (3,2%, 133.577). Il 37,1% (1,6 milioni) è all’estero da più di 15 anni e il 14,9% (quasi 630 mila) lo è da 10-15 anni. Continuano ad aumentare (1 milione 131 mila) coloro che sono iscritti all’Aire da 5-10 anni che sono il 26,9% del totale. L’11,5% (quasi 500 mila italiani) è, invece, iscritto solo da 3 anni (tra di essi, quindi, anche i nuovi espatriati). Quasi 800 mila hanno più di 65 anni (19,0%), quasi 665 mila sono, invece, minorenni (15,8%). Il 21,2% ha un’età compresa tra i 19 e i 34 anni (890 mila), ma il 25,0% (poco più di 1 milione) ha tra i 35 e i 49 anni. Il 19,1%, infine, ha un’età compresa tra i 50 e i 64 anni (poco più di 800 mila). La stragrande maggioranza è celibe/nubile (53,7%) mentre i coniugati sono il 38,2%.

La ripartizione continentale è così strutturata: Europa (2.306.769, 54,8%), America (1.672.414, 39,7%), Oceania (134.008, 3,2%), Africa (54.533, 1,3%) e Asia (41.253, 1,0%). In Europa è l’UE a 15 a fare la parte del leone con 1.695.955 (40,3%) residenti italiani perché include i paesi di vecchia e tradizionale emigrazione italiana. Proprio in quest’area si trovano le collettività più numerose, a partire dagli italiani in Germania (639.283, 15,2%); seguono le collettività francese (366.170, 8,7%), belga (252.257, 6,0%), britannica (201.705, 4,8%) e spagnola (118.690, 2,8%). Seguono gli altri paesi europei, con prevalenza della Svizzera (546.614, 13,0%). La comunità negli Stati Uniti è composta da 216.767 italiani in possesso di cittadinanza (5,2%); in Canada sono, invece, 135.070 persone (3,2%). Più articolata la situazione nell’America meridionale, Latina specialmente, dove l’Argentina torna, nel 2012, ad essere il primo paese prendendo il posto che, nel 2011, era la Germania, con 664.387 italiani (15,8%). Seguono il Brasile (298.370, 7,1%) e il Venezuela (113.271, 2,7%). L’Oceania con 134.008 (3,2%) è il terzo continente a livello numerico e quasi tutti si trovano in Australia (130.570, 3,1%).

Il 53,3% degli attuali cittadini italiani all’estero è registrato nel Meridione (oltre 1 milione e 400 mila dal Sud e quasi 800 mila dalle Isole) e 1.327.000 (31,5%) nel Nord Italia (poco più di 657 mila dal Nord Ovest e quasi 670 mila dal Nord Est) e il 15,2%, infine, ovvero 640 mila, è partito dalle regioni del Centro Italia. Nella graduatoria regionale al primo posto troviamo, come sempre, la Sicilia (674.572) seguita, nell’ordine, da Campania (431.830), Lazio (375.310), Calabria (360.312), Lombardia (332.403, aumento annuale di 41 mila ), Puglia (319.111) e Veneto (306.050), per limitarci alle regioni con minimo 300 mila connazionali.

«La settima edizione del Rapporto Italiani nel Mondo, pur mantenendo invariata la sua struttura, presenta contenuti innovativi a livello statistico, socio-culturale, economico e pastorale. Rispetto al passato si colloca in un anno in cui la messa in sicurezza delle finanze pubbliche ha comportato, per il 2012, una ulteriore e pesante decurtazione nel bilancio del Ministero degli Affari Esteri». Cosi si legge nell’Introduzione al Rapporto Migrantes 2012 nella quale mons. Giancarlo Perego, Direttore Generale della Fondazione Migrantes, richiama la necessità di una maggiore attenzione alle collettività di connazionali che vivono nel mondo, dalle quali può venire un significativo aiuto all’Italia per superare questa difficile fase di crisi.

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05 marzo 2010

Una speranza per i laureati italiani disoccupati

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Durante il viaggio-studio organizzato da Caritas Migrantes a Capoverde abbiamo incontrato un italiano immigrato in quel Paese da 5 anni. Jacopo è un giovane trentenne che si è trasferito a Capoverde a 27 anni dopo che i suoi amici come regalo di laurea gli avevano comprato un biglietto di sola andata. Non è partito proprio al buio. Un amico del padre aveva un ristorante nella capitale Praha, quindi aveva un appoggio lavorativo. Poi però ha avuto la fortuna di trovare un posto come sociologo (il mestiere per cui aveva studiato) in un progetto dell’ONU per il parco naturale di Serra Malagueta al centro dell’isola di Santiago. Qui ha lavorato per tre anni, a contatto con la popolazione locale. Si è fidanzato con una capoverdiana e ha un figlio di un anno e mezzo.
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Ora lavora in un progetto di una ong locale finanziato dalla cooperazione spagnola per i bimbi di strada nel quartiere popolare di Safende a Praha. Fanno doposcuola e attività ricreative per i bambini e formazione professionale per i giovani in ambito artigianale, in un centro sociale aperto da due anni.

Jacopo si è integrato bene nella famiglia della compagna, ma non ha amicizie profonde con coetanei capoverdiani. Di italiani a Praha ne conosce un po’ ma dice che non c’è un grande senso di comunita.

“Torno ogni anno in Italia” ha detto, “La considero un Paese fantastico e meraviglioso… per andarci in vacanza. Se dovessi tornare lì a lavorare non saprei dove sbattere la testa. I miei compagni di università rimasti in Italia arrancano tutti. Io invece mi considero fortunato, anche se gli stipendi non sono eccezionali, ho sempre avuto ruoli di responsabilità e questo mi gratifica molto”.

Delfina Licata del Dossier Caritas/Migrantes ci ha esposto alcuni dati sul fenomeno dell’emigrazione italiana all’estero. L’Italia è il Paese industrializzato con la più grande diaspora di emigranti.
Sono circa 4 milioni gli iscritti all’AIRE (Associazione Italiana Residenti all’Estero).
Il primo Paese in cui si emigra è la Germania. I grandi flussi partono dal Sud Italia, mentre un tempo erano dal Nord. La Sicilia è la prima regione da cui si parte.
Per quanto riguarda l’emigrazione verso l’Africa, gli italiani sono presenti soprattutto in Sudafrica (29.742), poi in Egitto (3600), Tunisia, Marocco, Kenya.
Il 53% degli italiani all’estero è nubile/celibe: è un’emigrazione giovane.

Insomma, vista la disoccupazione giovanile al 26,8% a gennaio 2010 in Italia (ISTAT), non è che l’emigrazione in Africa può essere una speranza per il laureati italiani?

[Foto dall’alto verso il basso: Cidade Velha, l’antica capitale dell’Isola di Santiago, giovani nella piazza di Cidade Velha.]

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