13 giugno 2024

Call for papers di AeM n. 101. Oggetti e memorie femminili della migrazione

Africa e Mediterraneo lancia il nuovo invito per la presentazione di articoli scientifici e divulgativi per il numero 101. Il dossier sarà dedicato al tema delle memorie femminili migranti con focus specifico sul ruolo degli oggetti materiali nel custodire e creare la narrazione dello spaesamento e della mobilità.

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È questo già caro ad artiste e autrici letterarie e oggetto di numerosi studi scientifici; la rivista intende dare spazio soprattutto alle storie africane e della diaspora che ancora non hanno trovato eco e che tuttavia esistono e resistono ai margini e nelle pieghe delle storie ufficiali di nazioni, paesi e comunità nazionali e transnazionali.

L’obiettivo è raccogliere testimonianze che invitino a pensare gli oggetti (beni personali, souvenir, cimeli di famiglia, ma anche vestiti e oggetti funzionali più comuni) come vettori – spesso unici – di esperienze inespresse e archivi imperfetti di narrazioni polisemiche, ma anche come catalizzatori di nuove forme narrative che ragionano creativamente sull’intersezione tra mobilità, razzializzazione e identità di genere.

È per questo che Africa e Mediterraneo invita caldamente anche artiste e artisti a sottoporre il proprio punto di vista sui temi della memoria materiale e delle biografie migranti. La scadenza per l’invio delle proposte è il 15 settembre 2024.

Scopri la call for papers:

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13 settembre 2023

Essere donna oggi in Ghana: il romanzo “L’unica moglie” di Peace Adzo Medie

La prima scena del romanzo d’esordio di Peace Adzo Medie, accademica nata in Liberia ma cresciuta in Ghana, studiosa delle politiche contro la violenza delle donne presso l’Università di Bristol, descrive la cerimonia di un matrimonio combinato vissuta dal punto di vista della giovane sposa. La prima cosa che la ragazza ci dice è che il suo promesso sposo non c’è: il matrimonio avverrà “in absentia”, perché il futuro marito è in viaggio di lavoro e sarà rappresentato dal fratello. Dai pensieri di Afi Tekple capiamo che lei, convinta dalla madre, ha accettato di sposare il ricco, bello e brillante uomo d’affari Elikem Ganyo, figlio di una potente commerciante – Zietta – che ha beneficiato la madre di Afi dopo la morte del marito, e che spera così di allontanare il figlio da una misteriosa compagna liberiana, non gradita alla famiglia. Questa scelta consente alla giovane Afi di sperimentare il passaggio tra le due punte lontanissime della forbice che separa le famiglie povere dalla nuova rampante classe medio-alta di imprenditori e politici. Si trasferisce infatti dalla cittadina di Ho ad Accra per iniziare la sua nuova vita da moglie, in un quartiere per nuovi ricchi con servitù e appartamento equipaggiato di elettrodomestici che lei non sa usare.

Schermata 2023-09-13 alle 11.31.44La sua inquietudine per la strana assenza del marito è ignorata dalle due famiglie che la spingono ad accettare il ruolo di bella moglie silenziosa, spendacciona e ubbidiente di un uomo che in realtà non vuole lasciare un’altra donna. Ma Afi fa domande, chiede spiegazioni, pretende che il marito sia presente, inizia a formarsi come stilista… I parenti potrebbero pensare che la sua sia solo la lotta per essere l’unica moglie, e inizialmente anche lei lo pensa, mentre invece è un vero e proprio cammino verso l’emancipazione e l’indipendenza.

Non stupisce il fatto che i diritti del libro siano stati presto acquisiti da produttori statunitensi di cinema e serie, perché la storia cattura chi legge quasi come un romanzo rosa, con “illusioni” romantiche alternate a momenti di frustrazione a cui la protagonista, consigliata e sostenuta da altre giovani donne, risponde con sempre maggiore coscienza femminista, sganciandosi con determinazione, seppur lentamente, dagli obblighi di obbedienza alla madre e ai parenti che fanno parte dell’ambiente culturale in cui è cresciuta. Figura simbolo di questo ambiente è lo zio Pious, parassita che vive alle spalle delle numerose mogli, trascurando i figli e pretendendo elemosine dai nuovi parenti in nome di una pretesa autorevolezza morale.

Dal punto di vista narrativo il romanzo ha un andamento un po’ disomogeneo, passando dalle minuziose descrizioni dei rapporti e dialoghi tra i personaggi della prima parte a passaggi un po’ frettolosi nella parte finale, verso lo scioglimento della vicenda. Lo stile di Peace Adzo Medie è neutro, con alcune parole in lingua originale soprattutto in riferimento al cibo e a modi di dire in gergo locale, elencate nel glossario finale.

Il libro offre un’interessante rappresentazione delle contraddizioni sociali di un paese in crescita come il Ghana: nell’esperienza di Afi si ritrovano infatti sia la vita povera di un villaggio rurale sia l’estremo lusso dei magnati della politica, del commercio e della finanza. Non mancano inoltre il settore della moda – con le nuove stiliste che si affermano producendo costosi abiti e accessori per le classi alte – lo sviluppo immobiliare, gli affari facili, il traffico incontrollabile della metropoli.

Afi trova la propria strada tra le donne costrette alla subordinazione dalla povertà e quelle che vivono la condizione di “oggetto” di uomini ricchi con consapevolezza e traendone il massimo vantaggio.

*
Peace Adzo Medie
L’unica moglie
Francesco Brioschi editore 2022
Collana Gli Altri
Traduzione di Gabriella Grasso

Il libro è acquistabile qui:
https://www.brioschieditore.it/catalogo-libri/l_unica_moglie.aspx

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24 luglio 2023

Quattro ragazze da quattro paesi per la giustizia climatica e sociale

Quattro donne, quattro vite, quattro ritratti provenienti da diverse parti del mondo, con l’obiettivo di sensibilizzare sulla crisi ambientale e sostenere la giustizia sociale delle comunità in cui vivono. È la serie “Wonder Women – Storie di donne ordinarie che fanno cose straordinarie”, il nuovo format prodotto da WeWorld – organizzazione impegnata da 50 anni a garantire i diritti di donne, bambine e bambini in 27 paesi del mondo – con la firma di Unknown Media, casa di produzione indipendente berlinese.

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Viaggiando tra Germania, Italia, Tunisia e Kenya nella serie con la regia di Carlotta Piccinini, Mario Piredda e Shira Kela, si racconta l’impegno di quattro giovani donne in prima linea nell’affrontare emergenze ambientali, economiche, sociali e culturali, alla ricerca di alternative originali di vita e che con le loro azioni, non solo hanno un impatto significativo sul clima e sugli ecosistemi del pianeta, ma portano al superamento dello stereotipo di genere, del razzismo, del sessismo e del classismo. Protagoniste Paula Pröbrock, Carola Farci, Sereti Nabaala, Thowaiba Ben Slema che, nel corso delle puntate, affrontano un tema specifico in parallelo alla crisi climatica: dalla sensibilizzazione sulle mutilazioni genitali femminili, alla danza e la musica come strumento di emancipazione per chi viene costretto ai margini della società. Con arte, musica, spettacolo, sport, scuola, lavoro, scienza ed ecologia, attraverso piccoli gesti quotidiani, le giovani attiviste contribuiscono, non solo a migliorare la qualità della vita delle loro comunità, ma a sensibilizzare la propria generazione ad attivarsi e chiedere cambiamenti concreti. Per queste giovani donne la giustizia ambientale e quella sociale sono due facce della stessa medaglia.

Schermata 2023-07-24 alle 11.05.34“La serie mette al centro le storie di quattro giovani donne che raccontano il loro quotidiano fatto di piccole ma potenti azioni, capaci di sensibilizzare la propria comunità e per questo portatrici di grandi cambiamenti – spiega Rachele Ponzellini, coordinatrice comunicazione EU & Mondo di WeWorld – Quando si parla di cambiamento climatico sappiamo che le singole azioni non sono più sufficienti ma sono necessarie politiche ambiziose capaci di mitigare e prevedere gli effetti della crisi climatica in corso. Eppure, l’eco delle azioni messe in campo dalle singole persone mostra come le comunità – in tutto il mondo – siano consapevoli degli impatti della crisi ambientale e come le popolazioni siano disposte a cambiare stile di vita. Un racconto corale che dà voce ad ampio spettro alle nuove generazioni per ribadire che il cambiamento climatico ci riguarda tutte e tutti e non c’è più tempo da perdere”.

“Puntare su storie di donne apparentemente ordinarie che però con il loro agire rispecchiano valori necessari ed universali è per noi doveroso, in un periodo in cui le produzioni audio-visive, soprattutto di vasta scala, prediligono prodotti commerciali, macchiettistici e molto stereotipati dimenticando il valore e la forza delle piccole persone ordinarie, che con le loro storie di vita ci raccontano lo sforzo di mettersi in gioco per proteggere i nostri valori comuni e i diritti umani universali tentando di costruire un futuro migliore per tutti. Per una società di produzione puntare anche su queste eroine ordinarie e portare sul grande schermo le loro storie è importante non solo da un punto di vista produttivo ma anche etico”, spiegano da Unknown Media.

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La serie è stata presentata in anteprima nazionale al WeWorld Festival durante un evento in programma sabato 27 maggio alle 16.30. Alla proiezione è seguito un dibattito con le protagoniste e i registi Carlotta Piccinini, Mario Piredda e Shira Kela, con la moderazione di Laila Bonazzi, giornalista e sustainability editor.

La serie è stata realizzata nell’ambito della campagna di comunicazione europea #ClimateOfChange, guidata dall’Organizzazione e cofinanziata dalla Commissione Europea nell’ambito del Programma DEAR (Development Education and Awareness Raising Programme), che mira a sviluppare la consapevolezza dei giovani, cittadine e cittadini dell’UE sul nesso tra cambiamento climatico e migrazioni.

Wonder Women: le storie delle donne protagoniste

Carola Farci, Cagliari, Italia – Carola, ha trentadue anni ed insegna storia ed italiano in un liceo di Cagliari. Soffre di una “malattia” che lei definisce “ansia ecologica”. Ha iniziato da piccola a pulire la spiaggia davanti casa e col tempo è diventata la sua attività quotidiana, un bisogno di fare qualcosa per il Pianeta.
Il 17 ottobre dello scorso anno si è lasciata tutto alle spalle, si è presa un anno sabbatico e insieme al suo cane Polly ha intrapreso un viaggio on the road per ripulire le spiagge d’Europa. Appena tornata dal suo lungo viaggio ha organizzato un’asta mettendo in vendita alcuni degli oggetti trovati sulle spiagge. Con il ricavato progetta di piantare 2000 alberi in tutto il mondo.
È sempre stata appassionata di immersioni subacquee ed è orientata esclusivamente alla pulizia dei fondali: impiega il suo tempo sott’acqua portando in superficie nasse, reti da pesca, plastica e ogni genere di materiale. Il suo sogno è sensibilizzare le altre persone, i giovani, i suoi studenti sulle tematiche ambientali rendendo la virtuosa ‘patologia’ ecologica, contagiosa!

Sereti Nabaala, Narok, Kenya – Sereti, ha ventiquattro anni ed è un’attivista keniota Maasai del villaggio di Aitong a Narok West. L’obiettivo di Sereti è quello di sensibilizzare le donne delle comunità Maasai a opporsi alle mutilazioni genitali femminili e diventare spose bambine. Con la sua Associazione “Save Our Girls”, di cui è capogruppo, fornisce alle donne dei villaggi assorbenti riciclabili, un bene difficile da ottenere per le donne del villaggio. Molte devono recarsi in grandi centri abitati per ottenerli. Viaggiare dalla campagna ai centri urbani per le giovani donne è estremamente pericoloso, a causa di rapimenti e violenze sessuali.
Le conseguenze del cambiamento climatico stanno ostacolando l’uso diffuso del materiale riciclabile e il fiume del suo villaggio, dove le donne possono lavare gli assorbenti, si sta prosciugando. Sereti e il suo gruppo di donne Maasai hanno ideato un progetto per piantare alberi e riforestare l’area a ridosso del fiume, il “Mara”, la riserva nazionale Maasai, per riportare l’acqua. La dedizione di Sereti sui diritti delle donne della sua regione proviene dalla sua esperienza complicata e dolorosa di giovane Maasai: a 10 anni, come ogni ragazza Maasai della sua età, Sereti ha subito la mutilazione genitale femminile. Dopo un lungo periodo di sofferenza e studio, decide di fondare l’Associazione “Save Our Girls”.

Paula Pröbrock, Berlino, Germania – Paula ha ventisette anni ed è un’attivista ambientale tedesca, coreografa e ballerina. È nata nell’area rurale di Brandeburgo, la regione più arida della Germania. Sin dall’infanzia Paula è stata consapevole del problema climatico e si è dedicata alla cura del suo territorio, che oggi accusa una grande crisi idrica. Dopo gli studi di danza ad Amsterdam, ha subito un incidente che l’ha costretta ad abbandonare il suo sogno di diventare una ballerina professionista e si è trasferita a Berlino per lavorare come insegnante di danza. Paula sfrutta le sue conoscenze per creare un ponte tra la danza e il volontariato sociale contro la crisi climatica. Nei suoi progetti di danza coinvolge anche i gruppi più fragili, quelli che subiscono maggiormente le conseguenze del cambiamento climatico: figli di immigrati, donne, le comunità LGBTQIA+ e persone con disabilità. E’ vicina a realizzare il suo sogno e debuttare con Tanzwekstatt, uno show ambizioso, basato sulla visione armonica che la Natura riesce a creare tra esseri differenti e dove ballerini professioni e figli disabili di cittadini migranti danzano insieme. 

Thowaiba Ben Slema, Tunisi, Tunisia – Thowaiba ha venticinque anni ed è la presidente dei “Giovani per il clima” in Tunisia. Il suo impegno contro il cambiamento climatico è connesso ad un trauma ed ad una violenza subita nel passato, che la fa sentire insicura di sé stessa e dell’ambiente che la circonda. Nel 2018, quando realizza che il suo Paese sta cadendo a pezzi, politicamente e socialmente, a causa della corruzione e della cattiva gestione, diviene un’attivista climatica: comprende che per salvarsi deve agire e spronare le persone accanto a lei. Ha attivato diversi progetti di sensibilizzazione di empowerment femminile e progetti di giustizia climatica, sociale e di gender equality. Tra i suoi tanti progetti c’è “FeMENA”, uno spazio sicuro dove poter praticare djing, storytelling e podcasting, digital art, content creation. FeMENA rappresenta uno spazio per incoraggiare le donne a riprendere in mano la propria vita e a non sottostare alla dominazione maschile, creando nuove formule di lavoro e di green jobs. Thowaiba è riuscita a fare della sua tragica esperienza personale un problema globale, aiutando gli altri ad affrontare il proprio trauma e ad avere una visione diversa del mondo.

#ClimateOfChange
#ClimateOfChange è la campagna di comunicazione europea – guidata dall’italiana WeWorld e cofinanziata dalla Commissione Europea nell’ambito del Programma DEAR (Development Education and Awareness Raising Programme) – che mira a sviluppare la consapevolezza dei giovani cittadini e cittadine dell’UE sul nesso tra cambiamento climatico e migrazioni e coinvolgerli per creare un movimento pronto non solo a cambiare il proprio stile di vita ma anche a sostenere la giustizia climatica globale.
Ad unire le forze per raggiungere lo scopo sono 16 organizzazioni europee – tra organizzazioni della società civile, università e ONG – che dal 2020 sono al lavoro per progettare in sinergia, non solo ricerche e dibattiti nelle scuole e nelle università, ma anche una campagna paneuropea di comunicazione e sensibilizzazione, online e offline, che interesserà milioni di ragazzi e ragazze dai 16 ai 35 anni che vivono in 23 stati membri dell’UE. Per saperne di più è possibile visitare il sito www.climateofchange.info.

WeWorld
WeWorld è un’organizzazione italiana indipendente impegnata da 50 anni a garantire i diritti di donne e bambini in 27 Paesi, compresa l’Italia.
WeWorld lavora in 129 progetti raggiungendo oltre 8,1 milioni di beneficiari diretti e 55,6 milioni di beneficiari indiretti. È attiva in Italia, Siria, Libano, Palestina, Libia, Tunisia, Afghanistan, Burkina Faso, Benin, Repubblica Democratica del Congo, Burundi, Kenya, Tanzania, Mozambico, Mali, Niger, Bolivia, Brasile, Nicaragua, Guatemala, Haiti, Cuba, Perù, Tailandia, Cambogia, Ucraina e Moldavia.
Bambine, bambini, donne e giovani, attori di cambiamento in ogni comunità sono i protagonisti dei progetti e delle campagne di WeWorld nei seguenti settori di intervento: diritti umani (parità di genere, prevenzione e contrasto della violenza sui bambini e le donne, migrazioni), aiuti umanitari (prevenzione, soccorso e riabilitazione), sicurezza alimentare, acqua, igiene e salute, istruzione ed educazione, sviluppo socio-economico e protezione ambientale, educazione alla cittadinanza globale e volontariato internazionale.
MissionLa nostra azione si rivolge soprattutto a bambine, bambini, donne e giovani, attori di cambiamento in ogni comunità per un mondo più giusto e inclusivo.  Aiutiamo le persone a superare l’emergenza e garantiamo una vita degna, opportunità e futuro attraverso programmi di sviluppo umano ed economico (nell’ambito dell’Agenda 2030).
VisionVogliamo un mondo migliore in cui tutti, in particolare bambini e donne, abbiano uguali opportunità e diritti, accesso alle risorse, alla salute, all’istruzione e a un lavoro degno. Un mondo in cui l’ambiente sia un bene comune rispettato e difeso; in cui la guerra, la violenza e lo sfruttamento siano banditi. Un mondo, terra di tutti, in cui nessuno sia escluso.

Per informazioni:

Ufficio Stampa WeWorld
Greta Nicolini – Responsabile Ufficio Stampa, 347 5279744 – greta.nicolini@weworld.it
Irene Leonardi, 389 1642500 – irene.leonardi@weworld.it

Ufficio stampa Eprcomunicazione
Chiara Comenducci, 3343124974, comenducci@eprcomunicazione.it;
Paola Garifi, 328 9433375, garifi@eprcomunicazione.it;
Laura Fraccaro, 347 4920345, fraccaro@eprcomunicazione.it;
Elisabetta Amato, 3341062933, amato@eprcomunicazione.it;

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27 aprile 2022

Cos’è la guerra? Le donne ucraine ospiti a Bentivoglio raccontano

Da metà marzo 2022, il servizio Punto Migranti, gestito dalla Cooperativa Sociale Abantu, attivo in ognuno dei 15 Comuni del Distretto Pianura Est di Bologna, è stato potenziato con consulenze specifiche in supporto all’Emergenza Ucraina. I nuclei presenti sul territorio sono stati incontrati ed orientati verso i servizi in ambito normativo, scolastico e sociale. A Bentivoglio le donne arrivate dall’Ucraina sono state invitate ad unirsi al corso di lingua italiana, attivo dal 2001, patrocinato dal Comune e organizzato dal Centro Sociale “Il Mulino”. Vedendo la massiccia partecipazione e il desiderio di condivisione con le altre studentesse dei propri sentimenti e vissuti, è nata l’idea di raccogliere in una piccola brochure le voci delle donne sfuggite alla guerra che, a loro volta, hanno coinvolto anche alcuni uomini venuti dal conflitto. In occasione del 77° anniversario della liberazione di Bentivoglio, il 22 aprile durante la cerimonia commemorativa, sono state lette pubblicamente queste riflessioni. E’ stato un momento denso di emozione, un monito perentorio contro la guerra come strumento di risoluzione dei conflitti. I testi sono stati raccolti in questa preziosa brochure che pubblichiamo.

Angela Bortolotti

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17 settembre 2013

Africa e Mediterraneo n.79 – Donne nella migrazione – Call for papers

Scadenza per l’invio delle proposte (400 parole massimo)4 ottobre

Scadenza per l’invio degli articoli1 novembre

La migrazione in Italia e in Europa è ormai un fenomeno consolidato e trasversale all’intera società. Tuttavia la questione migratoria è stata, spesso, principalmente letta attraverso una lente maschile, trascurando la dimensione femminile o relegandola a un ruolo subalterno: le donne migranti entravano nella discussione accademica in quanto mogli, madri, figlie di uomini migranti.

In Italia al 31.12.2011 le donne immigrate erano il 49,5% del totale disoggiornanti non UE (Dossier statistico Caritas/Migrantes, 2012) e a livello europeo esse rappresentavano il 48,71% (Eurostat) del totale dei flussi migratori del 2011. Queste donne sono lavoratrici, studentesse, professioniste che fruiscono di servizi, intessono relazioni e negoziano quotidianamente il loro ruolo di genere in bilico tra vecchie e nuove identità.

Questo dossier della rivista Africa e Mediterraneo intende approfondire le tante sfaccettature che presenta il mondo delle donne nella migrazione. Il dossier si prefigge di combinare ricerca teorico/scientifica, dati relativi alle dinamiche migratorie ed esperienze “dal basso” svolte nei luoghi in cui si vive quotidianamente l’immigrazione, per cercare di fornire una panoramica il più esaustiva possibile di un argomento quanto mai complesso.

Alcuni esempi di temi di particolare interesse:

– L’immigrazione nella riflessione sulla relazione di genere

– Prospettiva storica dell’immigrazione femminile in Italia e/o Europa

– Imprenditoria femminile

– Sfruttamento della prostituzione e tratta

– Immigrazione, genere, violenza domestica e matrimoni forzati

– Innovazione sociale, immigrazione e genere

– Sindrome Italia

– Donne e lavoro di cura

– Donne e immigrazione in Europa

– Ricongiungimenti familiari

– Migrazioni forzate e genere

Gli articoli e le proposte potranno essere inviate nelle seguenti lingue: italiano, inglese, francese e spagnolo all’indirizzo di redazione m.bignami@africaemediterraneo.it .


Women and migration – Call for papers


Deadline for the submission of abstracts (max. 400 words): 4th of October

Deadline for the submission of articles: 1st of November

In Italy and Europe, migration is now a well-known phenomenon. It crosses all aspects of society. However, analysis of migration issues have often neglected the feminine dimension conferring a subordinate role: migrant women entered the academic debate as wives, mothers, daughters of migrant men.

In Italy, migrant women were the 49.5% of total non-EU residents (Statistical Dossier Caritas /Migrantes, 2012) by 31.12.2011. At European level, migrant women accounted for 48.71% (Eurostat) of the total migration flux of 2011. These women are workers, students, professionals who use services, create relationships and negotiate their gender role between old and new identities.

Africa e Mediterraneo is seeking for papers that analyze ithe complexity of women in migration. The dossier aims to combine theoretical research, scientific data on the dynamics of migration and experiences on the field, to try to provide an overview as comprehensive as possible.

Possible topics:

– Migration in the discussion on gender

– The history of women’s migration in Italy and/or in Europe

– Entrepreneurship and migrant women

– Trafficking of human beings for sexual exploitation

– Migration, gender, domestic violence and forced marriage

– Social innovation, migration and gender

– Children left behind

– Female domestic worker and the chain of care

– Women and migration

– Family reunions

– Forced migration and gender

Abstracts and articles can be submitted in Italia, English, French and Spanish to the following address: m.bignami@africaemediterraneo.it .

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22 novembre 2012

“Per scelta, non per caso. Pianificazione familiare, diritti umani e sviluppo” – Il rapporto di UNFPA

Il 14 novembre, presso la Sala Stampa Estera in Roma, AIDOS (Associazione Italiana donne per lo sviluppo) e UNFPA (Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione), hanno presentato il Rapporto sullo stato della popolazione nel mondo 2012: “Per scelta, non per caso. Pianificazione familiare, diritti umani e sviluppo”.

Il rapporto si concentra sul diritto di ogni coppia alla pianificazione familiare esortando tutti i Governi che ancora stentano a garantirla a promuovere, entro il 2015, l’accesso universale a metodi affidabili di pianificazione familiare e ai servizi di salute riproduttiva.

Alla base vi è la priorità di difendere il diritto fondamentale dell’individuo di poter scegliere responsabilmente il numero dei figli da avere e quando averli, esercitando così i propri diritti riproduttivi.

Come specificato nel rapporto, la tutela della salute sessuale e riproduttiva richiede, però, la messa in campo di una serie di servizi integrati: l’assistenza sanitaria (assistenza pre-natale, durante il parto e post-natale); prevenzione e cure adeguate per l’infertilità; la possibilità di praticare l’aborto in modo sicuro; trattamento delle infezioni dell’apparato riproduttivo; prevenzione e cura delle infezioni a trasmissione sessuale e dell’HIV/AIDS; educazione alla sessualità e la salute riproduttiva; prevenzione in materia di violenza contro le donne e assistenza alle vittime di violenza nonché azioni volte alla prevenzione di alcune pratiche lesive del corpo femminile come le mutilazioni dei genitali.

Nei Paesi in via di sviluppo la pianificazione familiare è un diritto ancora da tutelare e l’obiettivo del rapporto risiede proprio nel fornire risposte esaustive relative a questa materia, con l’auspicio che ogni Governo si doti di strutture adeguate che ne garantiscano il rispetto e il monitoraggio.

Sul piano internazionale, anche l’agenda post- MDGs ha focalizzato la sua attenzione sulla necessità di investire nella pianificazione familiare, ponendola come fondamento per la tutela di altri diritti ad essa connessi.

Le traduzioni italiane dei rapporti di UNFPA sono pubblicate da AIDOS, puoi scaricare la versione italiana dei rapporti nella sezione “pubblicazioni” – “rapporti UNFPA”

Per un approfondimento sull’argomento vedi anche www.mdgscreens.eu nella sezione dedicata all’obiettivo del millennio n.5 “Migliorare la salute materna” o scarica la pubblicazione del progetto Screens nella sezione download del sito.

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16 settembre 2010

16/09/2010- L’altra metà del Mediterraneo a Milano

teatro piccoloEvento: L’altra metà del Mediterraneo. L’universo femminile nella diaspora tra Oriente e Occidente.

Dove: Piccolo Teatro di Milano- Teatro Grassi a Milano.

Quando: 16 settembre 2010, ore 12.

Informazioni: L’OUTIS, il centro nazionale di drammaturgia contemporanea, organizza nell’ambito della X Edizione Festival Internazionale della Nuova Drammaturgia, un incontro dedicato all’universo femminile della diaspora tra Oriente e Occidente.

Ad accompagnare la lettura dei brani a cura di Debora Migliavacca Bossi, sono previsti interventi di esponenti del mondo accademico che si occupano di cultura islamica e di esperti del settore culturale e dell’immigrazione.

L’evento è organizzato in collaborazione con la nostra rivista, Africa e Mediterraneo, le Relazioni Internazionali Comune di Milano, l’IRER – Istituto Regionale di Ricerca della Lombardia e l’IsIAO – Istituto Italiano per l’Africa e l’Oriente e con il Patronato della Regione Lombardia. Info.

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23 giugno 2010

26/6/2010- Il Pullman delle donne Native e Migranti parte verso Mantova

Anche quest’anno Lai-momo, in collaborazione con i Comuni di Sala Bolognese e Calderara di Reno, organizza una gita per donne native e migranti.

L’anno scorso la destinazione è stata Ravenna, quest’anno il 26 giugno si partirà verso Mantova, straordinaria provincia della Lombardia, ricca di bellezze artistiche e naturali.

La gita prevede una passeggiata nel centro storico della città insieme ad una guida turistica e nel pomeriggio un’escursione in barca nella Riserva Naturale delle Valli del Mincio.

L’iniziativa è promossa nell’ambito delle azioni rivolte all’integrazione tra popolazione migrante e nativa dei due Comuni della Provincia di Bologna e all’empowerment di genere.

Scarica il volantino

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21 giugno 2010

21/06/2010- Radio NISAA FM in Palestina, la radio delle donne

arb_logoEvento: Lancio della Radio NISAA FM.

Dove: Ramallah, Autorità Nazionale Palestinese.

Quando: 21 giugno 2010.

Informazioni: La fondazione svizzera Smiling Children, attiva nella valorizzazione della donna e dell’imprenditoria femminile, lancia ufficialmente il progetto Radio NISAA FM. Presenza annunciata per Rabeha Diab, Ministro delle Pari opportunità palestinese.

Gestita da donne e dedicata alle donne, Radio NISAA FM si presenta come la prima radio commerciale al femminile del Vicino Oriente.
La radio parla in inglese e in arabo sulle frequenze FM locali e anche via web (basta cliccare “listen live” sul sito della radio).

Per tre anni sarà una radio commerciale indipendente dal punto di vista economico e darà spazio, all’interno dei suoi programmi, alle notizie, ai racconti di vita e all’intrattenimento musicale.

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27 maggio 2010

31/12/2010- Concorso letterario nazionale “Lingua Madre”

logo-linguamadre-piccolo11Diamo notizia della VI Edizione del Concorso nazionale “Lingua Madre”.

Il concorso è organizzato dalla Regione Piemonte e dal Salone Internazionale del Libro.

Si tratta di un concorso letterario rivolto alle donne straniere residenti in Italia che vogliono approffondire e comunicare il rapporto tra la propria realtà e quella che le accoglie.
Una sezione particolare è inoltre, dedicata alle donne italiane che vogliono raccontare storie di donne straniere e fare da tramite tra differenti culture.

É previsto un premio in denaro per le prime tre classificate:1000 euro per la 1° classificata, 500 euro per la seconda, 400 euro per la terza e ci sarà un premio Sezione Speciale per le “Donne Italiane Raccontano le Donne Straniere” di 400 euro. Verrà rilasciato un diploma e le vincitrici potranno essere coinvolte, a discrezione del concorso, in attività e presentazioni.

Gli elaborati devono prevenire entro il 31 dicembre 2010 a:

Concorso letterario nazionale Lingua Madre
CASELLA POSTALE 427
Via Alfieri, 10 – 10121 Torino Centro

Info.

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