09 aprile 2020
Noi e il Coronavirus: quasi una sceneggiatura a fumetti
Traduciamo la lettera che ci ha scritto il 26 marzo scorso Christophe Ngalle Edimo, educatore di comunità e sceneggiatore di fumetto franco-camerunese residente a Parigi.
Sono contento che stiate tutti bene. Bisogna resistere. E fare sempre attenzione.
Anche qui a Parigi è complicato, soprattutto per i compagni dell’associazione “L’Afrique dessinée” che tengono corsi nelle scuole, che sono chiuse da più di tre settimane. Non c’è più nessun introito per i disegnatori che non hanno altri mestieri paralleli, perché basta workshop, basta dediche, basta festival, librerie chiuse, biblioteche chiuse (quindi niente soldi per il diritto di prestito).
Per quanto mi riguarda, sto vivendo l’interruzione totale di tutte le attività educative da due settimane. Abbiamo rimandato i giovani nelle loro case o dai genitori. Parallelamente, anche tutti i centri che seguono i giovani per aiutarli a gestire la tossicodipendenza hanno chiuso. Quindi questi giovani si ritrovano nelle strade, sono in astinenza, quindi pericolosi. Non so se questo problema in Italia è stato gestito meglio.
Comunque io sto bene, e anche gli altri colleghi fumettisti.
In Francia stiamo entrando nella stessa situazione dell’Italia, con un ritardo di due settimane. Il lato ”superiore”, altezzoso, dei Francesi sparisce un po’. Così come il lato “superiore”, un po’ altezzoso, dell’Inghilterra sparirà di qui a due settimane. Poi sarà il turno degli Stati Uniti, malgrado tutto quanto potrà dire Donald Trump.
Le retour au pays d’Alphonse Madiba dit Daudet. Dessin de Al’Mata, scénario de Ch. Edimo. Paris: L’Harmattan, 2010. © Al’Mata, Ch. Edimo, L’Harmattan
Anche in Camerun il Coronavirus fa paura. Dovevo andarci a fine aprile, il viaggio è rimandato.
Ma, come si dice lì, “le Cameroun c’est le Cameroun”.
Esempio: dieci giorni fa, con uno degli ultimi voli commerciali autorizzati, un aereo della Brussel Air Lines, è atterrato a Douala, con a bordo un caso sospetto di Coronavirus. Immediatamente sono stati messi in quarantena tutti i passeggeri dell’aereo. Ma, siccome “le Cameroun c’est le Cameroun”, quelli che avevano denaro e incoscienza sono usciti dall’aeroporto dando soldi ai poliziotti e ai doganieri. Gli altri, rispettosi dei limiti di legge, sono stati messi in quarantena in un hotel requisito dal governo a Douala. Gli addetti dell’hotel hanno avuto paura nel vedere arrivare persone che potevano essere state in contatto con il virus: hanno chiuso i viaggiatori nell’hotel e sono tutti scappati!
Dopo qualche giorno, per non morire di fame, i viaggiatori hanno spaccato la porta d’entrata dell’albergo e sono tutti andati via. Forse portando con sé il virus, non si sa.
Penso che la crisi economica sarà mondiale. E il sistema economico mondiale dovrà essere rivisto totalmente. Se non lo si farà, ci saranno proteste in tutti i Paesi. Credo che questo i nostri uomini e donne della politica lo sappiano. Bisogna sperare che siano abbastanza intelligenti per lasciare il posto a coloro che potranno costruire un mondo più vivibile di quello che abbiamo oggi.
A presto.