05 settembre 2023

“Acqua e Africa” un dossier di Africa e Mediterraneo che mette in prospettiva le sfide del mondo che cambia

“Acqua e Africa | Water and Africa” è il dossier numero 98 di Africa e Mediterraneo, appena pubblicato. Uno dei fondamenti epistemologici del pensiero sul continente, l’acqua è un filtro che racchiude molti degli aspetti asimmetrici del rapporto del Nord con questa parte del Sud globale. Dopo aver orientato saperi e narrazioni occidentali nei secoli del colonialismo, oggi è un significante dell’agenda politica globale attorno al quale si coagulano il nuovo linguaggio securitario nel Mediterraneo e le risposte alla crisi climatica. Quest’ultimo un tema attualissimo che interessa tutto il continente, dove le mutazioni del clima stanno già avendo effetti massicci sulla qualità della vita e la sopravvivenza di milioni di esseri viventi.

Diverse sono le angolazioni e i posizionamenti geografici da cui i contributi del dossier affrontano il tema dell’acqua, a partire dall’approccio letterario dei primi quattro articoli: Francesca Romana Paci fa una panoramica del tema dell’acqua dolce nelle opere in inglese e francese di autori di romanzi e studi scientifici provenienti da diversi paesi africani, Marco Fazzini presenta uno studio monografico sul sudafricano Douglas Livingstone, poeta e scienziato che ha studiato per tutta la vita l’inquinamento delle acque a largo di Durban; Jessica Falconi guarda alla letteratura lusofona, in particolare ai romanzi degli angolani Pepetela e Luandino Vieira e del mozambicano João Borges Coelho, e Mina M. Đurić propone una lettura dell’acqua, e più precisamente della pioggia, in Africa nella produzione letteraria degli anni ’30 del Novecento.

AeM_98_2023_CoverSeguono tre articoli che inquadrano l’acqua attraverso le lenti della sostenibilità e della comunità. Elena Giacomelli e Pierluigi Musarò esaminano i rapporti tra mare, crisi climatica e migrazioni in Senegal, Mattia Fumagalli descrive l’inaridimento del lago Turkana e i suoi effetti sulla convivenza, sempre meno pacifica, tra i pastori nomadi Turkana e i Dassanech che vivono in prossimità del confine tra Kenya ed Etiopia e Mohamed Sacko presenta un caso studio sul degrado ambientale del fiume Niger in Guinea.

Seguono alcuni contributi storici. Luigi Gaffuri descrive i resoconti di viaggio dei missionari italiani in Sudan Angelo Vinco e Stanislao Carcereri, soffermandosi sulla funzione strategica dell’acqua nell’evangelizzazione, Monica Labonia e Mamadou Lamine Sané esaminano le somiglianze tra i siti geografici dei santuari musulmani Keñekeñe jáaméŋ di Gunjur e Kafountine – entrambi sorti in prossimità di acque dolci – introducendo un nuovo elemento analitico nello studio della confraternita senegalese della Tijâniyya, Emanuele Oddi descrive la storia della Great Ethiopian Renaissance Dam, una delle maggiori infrastrutture idroelettriche in Africa, Ettore Morelli ricostruisce l’esperienza della 2a Guerra Mondiale attraverso i componimenti lirici dei membri degli African Auxiliary Pioneer Corps che hanno combattuto per l’Impero Britannico, soffermandosi sul naufragio dell’Erinpura avvenuto al largo delle coste libiche nel 1943 nel quale morirono centinaia di ausiliari provenienti dai moderni Botswana, Lesotho ed eSwatini.

Nella sezione “Cantieri” Jama Musse Jama denuncia l’indifferenza del mondo alla siccità che si è abbattuta sul Corno d’Africa in questi ultimi anni e che sta provocando insicurezza alimentare e spopolamento, il collettivo artistico keniano Kairos Futura, intervistato dalla redazione, illustra “Nairobi Space Station”, un progetto di educazione alla responsabilità ecologica intrapreso presso alcuni quartieri informali di Nairobi dove la popolazione attinge acqua da fonti inquinate, Paolo Agostini descrive invece un progetto nelle oasi della Tunisia dove la desertificazione minaccia la sopravvivenza socioeconomica ed ecologica.

Infine, nella sezione “Musei” Claudio Arbore presenta il progetto del Memorial da Escravatura e do Tráfico negreiro di Cacheu, in Guinea-Bissau, avviato da una ONG locale e sostenuto da programmi di cooperazione allo sviluppo dell’Unione Europea.

Info: https://www.africaemediterraneo.it/it/numeri-rivista/acqua-africa_water-and-africa/
Acquisti: Il volume può essere acquistato qui: https://www.laimomo.it/prodotto/acqua-e-africa-rivista-98/

Fotocover: Artist and activist Stoneface Bombaa standing atop a pile of trash in Nairobi wearing one of his Tree Helmets, part of his Nomadic Forest Installation. Bombaa created the installation as part of his Future Forest Ritual meant to engage his community around the issue of deforestation and regreening the community he lives in, Mathare, an informal settlement in Nairobi. © Kairos Futura

Trackback url: https://www.africaemediterraneo.it/blog/index.php/acqua-e-africa-un-dossier-di-africa-e-mediterraneo-che-mette-in-prospettiva-le-sfide-del-mondo-che-cambia/trackback/

22 giugno 2022

Acqua e Africa: aperta la call for papers del numero 98 del 2023 di Africa e Mediterraneo.

Il tema dell’acqua nelle storie e nelle culture africane attraversa numerose discipline ed è oggetto di studi vasti e articolati. Imperi e civiltà sono nati lungo le rive dei grandi fiumi africani e in prossimità delle coste e dei laghi. L’acqua, necessità imprescindibile per gli insediamenti e per la sopravvivenza, è sempre stata un fattore centrale della dialettica pastorizia nomade-sedentarietà nella regione sub-Sahariana, e nello stesso tempo fondamentale via per trasporti e commercio. La ricerca delle fonti dei grandi corsi d’acqua e le possibilità implicite della viabilità fluviale hanno accelerato e giustificato le missioni esplorative europee, ispirando una ricca e controversa letteratura occidentale da Erodoto a Conrad. Paradossalmente, la narrazione autoctona su questo tema potrebbe e dovrebbe essere molto ampliata. Eppure, l’acqua è simbolo di identità e identificazione, elemento ancestrale di spiritualità, di ispirazione artistica contemporanea e di antiche e nuove mitologie.

pexels-pok-rie-12283533

L’acqua, proprio in quanto necessaria alla sopravvivenza e alla sicurezza di centinaia di milioni di persone, è uno dei maggiori problemi africani. Oggi l’insicurezza idrica causata dall’impoverimento di innumerevoli fonti d’acqua dolce naturali – tra tutte il Lago Ciad – è tra le principali cause di conflitto e migrazione (sia interna sia internazionale) dal continente – un fenomeno destinato ad aumentare con il peggiorare dei cambiamenti climatici. Numerosi programmi di salvaguardia delle risorse idriche sono emersi negli ultimi anni, tra i quali uno dei primi è stato il Lago Nasser. Tali programmi – nazionali e interstatali, oltre che di cooperazione internazionale – prevedono anche investimenti nel management delle risorse idriche e nella creazione di nuove infrastrutture, che, garantendo accesso diffuso e capillare all’acqua e usi sostenibili, hanno una ricaduta positiva sugli habitat sociali e naturali che da esse dipendono, creando le condizioni per un miglioramento diffuso della qualità della vita delle comunità. Ciononostante, non sono mancate e non mancano difficoltà e tensioni, come sta accadendo oggi per il progetto di costruzione di nuove dighe nella regione etiope dell’alto Nilo.

L’acqua si pone, dunque, al centro di questioni di governance e geopolitiche, come più volte evidenziato già molti anni or sono dallo storico burkinabè Joseph Ki-Zerbo – questioni che si intrecciano con il dibattito su sostenibilità, giustizia sociale, rapporti internazionali e, tuttora, decolonizzazione.

Questo numero di Africa e Mediterraneo intende raccogliere contributi sulle criticità associate alla tematica dell’acqua in Africa e per l’Africa.

Scadenza per l’invio
Le proposte dovranno pervenire entro il **31 gennaio 2023** all’indirizzo abstract@africaemediterraneo.it e saranno valutate dal/i curatore/i. In caso di esito positivo, il contributo – che può essere in italiano, inglese o francese – dovrà essere consegnato entro il **31 marzo 2023** insieme a cinque parole chiave in inglese, un abstract in inglese di non più di 100 parole e una nota biografica del/gli autore/i.

Africa e Mediterraneo si avvale di peer review anonima. Gli articoli e le proposte potranno essere inviati nelle seguenti lingue: italiano, inglese e francese.

*

Water and Africa | Water in Africa
Africa e Mediterraneo n. 98/2023

The theme of water in African cultures and histories is the object of extended studies in multiple disciplinary areas. Empires and civilizations emerged along the rivers of the great African rivers and lakes and the continent’s coasts. Water, a primary necessity for settlement and existence, has always been at the heart of the pastoral-nomadic relationship in sub-Saharan Africa, and at the same time a fundamental pathway for transportation and trade. The explorations of the sources of rivers and the inherent possibilities of the waterways accelerated and justified the first exploratory missions by Europeans, inspiring a controversial literature ranging from Herodotus to Conrad. A self-controlled narrative on this issue could and should be greatly expanded. However, water is a symbol of identity and identification, an ancestral element of spirituality, of artistic inspiration of old and contemporary mythologies.

As the very source of survival and security for millions of people, water is one of Africa’s greatest concerns. Today, water insecurity triggered by the weathering of the sources of drinkable water – an example is Lake Chad – is among the main causes of conflict and (internal and international) displacement across the continent – a phenomenon that will grow as climate change worsens. Several water preservation projects have been implemented, including, several decades ago, Lake Nasser. These national and inter-state initiatives – along with the ones of international cooperation – foresee investments in water management and the creation of new infrastructures to guarantee widespread access to water, yielding a positive impact on the social and environmental communities that depend on them and setting the condition for a widespread improvement of the quality of life. However, the same projects are also cause of conflict, as in the case of the new dams to be built in the Ethiopian region of the Nile.

As often observed by the Burkinabé historian Joseph Ki-Zerbo, water is thus also at the forefront of geopolitics and governance as it informs contemporary debates on sustainability, social justice, international relations and, thus far, decolonization.

This thematic issue of Africa e Mediterraneo aims to include contributions on the real and imaginary forms of water in Africa and for Africa.

Deadlines
The deadline to submit an abstract of no more than 400 word is **31 January 2023**. The abstract must be sent to abstract@africaemediterraneo.it. It will be reviewed by the editors of the issue. The deadline for submitting the finished article, along with a 100-word abstract and short profile of the author, is **31 March 2023**.

Africa e Mediterraneo is a blind peer-reviewed journal that publishes articles in Italian, English, and French.

Trackback url: https://www.africaemediterraneo.it/blog/index.php/acqua-e-africa-acqua-in-africa-dossier-di-africa-e-mediterraneo-n-982023/trackback/

19 ottobre 2021

Ambiente ed economia circolare: un focus sull’Africa nel nuovo dossier di Africa e Mediterraneo

Esce in questi giorni il numero 94 della rivista semestrale Africa e Mediterraneo, dedicato al tema “Tutela ambientale, rifiuti ed economia circolare in Africa”. La pressione e l’allarme per la scarsità delle risorse a fronte della crescita della popolazione e per l’emergenza climatica sono più che mai forti, a pochi giorni dal G20 di fine ottobre e dall’attesissima conferenza sul clima COP26 di Glasgow, e l’opinione pubblica globale sente il problema in maniera sempre più urgente, prendendo come punto di riferimento comune i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile adottati dalle NU nel 2015 all’interno dell’Agenda 2030 e diventando sempre più consapevole dell’interdipendenza globale.

Cover_AeM_94:2021La via alla crescita sostenibile, tra opportunità e contraddizioni, deve essere percorsa dall’intera comunità internazionale, e in questo processo l’Africa può giocare un ruolo da protagonista. Con l’Agenda 2063, the Africa we want, l’Unione africana ha proposto un piano strategico comune per la trasformazione socioeconomica del continente lanciato nel 2013, così come le imprese africane del Global Compact delle NU richiamano il ruolo del settore privato per «creare mercati più integrati, società più resilienti e raggiungere uno sviluppo duraturo e sostenibile».

In questo dossier vari aspetti sono presi in considerazione: i rifiuti smaltiti in Africa, in particolare quelli connessi all’industria della moda con il fenomeno ambientalmente devastante del fast fashion, che è responsabile dell’8-10% delle emissioni globali di CO2 e scarica tonnellate di rimanenze abiti invenduti in Africa orientale (Ghana e Kenya); i progetti che offrono soluzioni per una produzione di moda a impatto ambientale zero (Kenya e Sudafrica); la necessità di un’efficace comunicazione dell’economia circolare da parte dei media del continente, affinché il cambiamento sia compreso e adottato da tutti; la gestione dei rifiuti, in particolare della plastica e degli imballaggi, da parte degli Stati (qui è trattato il caso del Mozambico) per la non facile transizione verso la circolarità; l’attivismo della società civile, come la creazione nel 2016 dell’African Circular Economy Network (ACEN), al quale aderiscono enti pubblici, privati e non-profit di oltre trenta paesi africani; le nuove soluzioni adottate dai settori agricolo (con l’agroecologia che può rimediare al problema della bassa produttività della terra e del lavoro) e forestale (con soluzioni tecniche a vantaggio dell’efficienza energetica).

Anche in Africa, come nel resto del mondo, la sfida dell’attuazione di una transizione ecologica che sia anche equa è cruciale: questo dossier offre un contributo alla riflessione su questo tema estremamente complesso, con alcune analisi di pratiche e situazioni attuali, esempi positivi da promuovere e criticità da affrontare, senza dimenticare che la circolarità è stata praticata in tutta l’Africa per generazioni, in larga misura per necessità, e che questo atteggiamento rigenerativo e rispettoso dell’ambiente può contribuire al pensiero circolare, in uno scambio globale che sia arricchente per tutti.

Le rivista è acquistabile online in formato cartaceo e digitale.
Info: www.laimomo.it/editoria/

© Photo Credits. Detail of garment label by the upcycling Ghanaian brand Slum Studio, based in Accra. http://www.theslumstudio.com/ Photo by Tora San Traoré

Trackback url: https://www.africaemediterraneo.it/blog/index.php/ambiente-ed-economia-circolare-un-focus-sullafrica-nel-nuovo-dossier-di-africa-e-mediterraneo/trackback/

10 ottobre 2011

“The International Poetry Festival”: poesia e ambiente a Durban (Sudafrica)

in: Cultura

Il Centro di Arti Creative dell’Università di KwaZulu-Natal presenta, dal 17 al 21 ottobre presso il Teatro Elizabeth Sneddon di Durban, il 15° Festival Internazionale di Poesia Africana. Saranno presenti all’evento un gruppo di 20 finalisti provenienti da 12 paesi diversi. Tra l’8 e il 15 ottobre inoltre, il Poerty Festival si terrà anche in Malawi, Zimbabwe, Johannesburg e a Città del Capo.

I temi affrontati dagli autori nelle loro poesie toccano una molteplicità di argomenti e di ambiti differenti, spaziando dalla più tagliente critica sociale e politica ad un approccio più introspettivo e personale, fino ad arrivare ai poeti che rientrano all’interno del contemporaneo panorama rap e hip hop.

Da non dimenticare che il 28 novembre sempre a Durban si terrà la conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COF 17), così che il 17 ottobre, nella notte di apertura del Festival, ci si concentrerà inizialmente sulle molteplici sfide ambientali e planetarie.

Il 22 ottobre ci sarà la festa di chiusura dell’evento presso il Centro BAT, sempre a Durban. Il programma ufficiale del Festival prevede l’esibizione di cinque poeti per giornata, ad eccezione della giornata finale, durante la quale sarà possibile partecipare a seminari, workshop, conferenze e tavole rotonde.

Per visualizzare il programma dettagliato del Festival rimandiamo al link

www.cca.ukzn.ac.za

Trackback url: https://www.africaemediterraneo.it/blog/index.php/poetryestival/trackback/

30 maggio 2010

Moda ecologica in Africa: gli stilisti guadagnano il centro della scena

in: Moda

Presentazione dell’articolo “Moda ecologica in Africa: gli stilisti guadagnano il centro della scena”, pubblicato sul numero 69-70 di Africa e Mediterraneo a firma di Novell Zwangendaba, artista dello Zimbabwe e direttrice dell’etichetta BlackScissors.

Il degrado ambientale, risultato dei danneggiamenti compiuti dall’uomo all’ecosistema terrestre, e le sue conseguenze, hanno oggi visibilità globale. La Conferenza delle Nazioni Unite su Commercio e Sviluppo chiede che le risorse naturali siano utilizzate in modo sostenibile. Così anche le firme della moda “ecologica” hanno scelto d’utilizzare materiali biologici e risorse rinnovabili.
Gli stilisti africani sono tra i pionieri di questo nuovo corso della moda: lavorando nella direzione della preservazione dell’ambiente e del consumo etico, producendo a partire risorse sostenibili e/o alternative, come quelle provenienti dal riciclo.
Alphadi, presidente di All-Africa Fashion Designers, ha lanciato una campagna che, attraverso la creatività degli stilisti, coniuga preoccupazioni per l’ambiente e moda. Alphadi ha negozi a New York, Parigi e in diversi Stati africani, una lista di clienti notevole, che include le mogli di molti presidenti africani, Hillary Clinton e Michael Jackson: egli sostiene che la promozione della “moda verde” sia un bene non solo per l’ambiente ma anche per il portafoglio. I suoi capi d’alta moda eco-chic costano diverse migliaia di dollari.
I prodotti “verdi” e i loro benefici presso i consumatori sono promossi in Africa dai “Real Simple Green Innovation Awards”. Questo premio, istituito nel 2008, ha visto come primo vincitore MADE, la nuova collezione di gioielli della Topshop, prodotta dall’immaginazione dei più innovativi stilisti africani, attraverso l’uso di materiale alternativo riciclato. I proventi della vendita di questi gioielli vanno direttamente ai produttori e una percentuale è destinata a finanziare progetti di formazione per le comunità locali. Nel 2009 il premio è stato vinto da Brett Kaplan con la linea d’abbigliamento Woolworths Green Label, fatta col 100% di cotone organico.
Quest’onda di sensibilizzazione in campo ambientale interessa anche l’Africa Orientale, dove il marchio “Made in Africa”, è diventato un prodotto esclusivo di A QUESTION OF, una compagnia che vende merce biologica e T-shirt alla moda prodotte in Tanzania per il mercato equo-solidale. Il cotone biologico, per questa compagnia, non è soltanto una soluzione amica dell’ambiente: oltre ad esser coltivato senza fertilizzanti chimici o pesticidi, infatti, è prodotto garantendo condizioni di lavoro adeguate, certificate Global Organic Textile Standards (GOTS).
La ricerca di preservazione e sostenibilità sono le più importanti azioni in campo ambientale oggi. Anche Vivienne Westwood, la quale sostiene che la moda, poiché effimera, non può esser un’arte, ha realizzato (suo malgrado!) pezzi d’arte alla moda, usando materiali riciclati.

Per aquistare on line il N. 69-70 di Africa e Mediterraneo, conoscere o acquistare i numeri precedenti, sottoscrivere un abbonamento vai al sito di Lai-momo, l’editore.

Trackback url: https://www.africaemediterraneo.it/blog/index.php/moda-ecologica-in-africa-gli-stilisti-guadagnano-il-centro-della-scena/trackback/