20 marzo 2024

Apre a Bologna Stazione Boldrini, uno spazio di incontro sull’inclusione e la sostenibilità

Le cooperative sociali Lai-momo, Abantu e l’associazione Africa e Mediterraneo hanno attuato una ristrutturazione del loro spazio di lavoro di Via Boldrini 14G a Bologna, con l’intento di aprirlo anche ad un utilizzo per eventi culturali e formativi indirizzati al pubblico.

Assieme alle lavoratrici e lavoratori, è stato scelto per questo spazio il nome di Stazione Boldrini.
Questa definizione, da un lato, valorizza l’abitudine consolidata – di chi vi lavora e di chi vi arriva – ad utilizzare il riferimento al nome della via, dall’altro lato, suggerisce la vicinanza alla Stazione Centrale.

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Inoltre, questo nome evoca i concetti del viaggio, della migrazione, dell’arrivo a una meta, delle fermate (della vita), del ritorno, degli incontri: idee che definiscono l’impegno sociale che da 30 anni il nostro gruppo di lavoro sta portando avanti.

Martedì 26 marzo alle 18.30 Stazione Boldrini verrà inaugurata insieme con i partner istituzionali, del Terzo Settore e delle aziende con cui Lai-momo, Abantu e l’associazione Africa e Mediterraneo collaborano da lungo tempo.

Al taglio del nastro saranno presenti:

Erika Capasso – Delegata alla Riforma dei Quartieri, Immaginazione civica, progetto Case di Quartiere, politiche per il terzo settore, bilancio partecipativo, inchiesta sociale, sussidiarietà circolare del Comune di Bologna
Luca Rizzo Nervo – Assessore al Welfare del Comune di Bologna
Stefano Brugnara – Amministratore unico di ASP Città di Bologna (TBC)
Andrea Marchesini Reggiani – Presidente Lai-momo cooperativa sociale

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13 gennaio 2021

Il migliore bar del centro. Storia di un’accoglienza in famiglia

Abbiamo ricevuto questa testimonianza in cui si parla di un’esperienza di accoglienza in famiglia, e abbiamo deciso di pubblicarla per condividere un messaggio positivo per il nuovo anno che si prospetta davanti a noi. Buona lettura!

Una testimonianza di
Elena Cesari e Roberta Sireno

Sembrava un incontro quasi impossibile. Due donne che si amano, in un condominio solidale di un’associazione con forti radici cattoliche, che ospitano un uomo adulto musulmano, una persona rifugiata proveniente dal Mali. È l’amore una faccenda privata da custodire gelosamente fra 4 mura? La nostra risposta è stata no, e abbiamo deciso di intraprendere questo percorso di condivisione anche se temporanea (ma per quanto tempo non lo avevamo stabilito a priori), degli spazi di casa, del cibo, della vita.

Ma non è una storia che ha a che fare con “quanto siamo brave e buone”, è una storia che ha a che fare con fatica, incomprensioni, piccoli egoismi quotidiani, dove quello che condivido con te è comunque sempre una fettina, perché in quanto bianca, italiana, di classe media, con cittadinanza italiana, con genitori e amici, il mio piatto è sempre più pieno, la mia voce sempre più alta della tua, il coltello (o il cucchiaio) lo tengo io dalla parte del manico. SEMPRE.

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Tu amico (sì, ora posso chiamarti amico, voglio chiamarti amico) che hai perso tutto, sei fuggito dall’odio e dalla violenza, mentre dentro morivi anche tu, senza aver nessun appiglio, se non la fuga. Tu amico che sei stato fermato in Italia su di un treno e che hai imparato a chiedere asilo politico come ultima fermata possibile. Tu che non hai studiato e che per questo ti senti inferiore a me, per questo mi rispetti, come se solo la scuola o i libri dessero il diritto di essere rispettati. Tu che ascolti e guardi in silenzio tutte le nostre conversazioni “normali”, su dove andare il weekend, sulle vacanze, i viaggi, sui regali di compleanno, come se il viaggiare come turisti fosse una pratica universale, come se il nostro quotidiano fosse quello di tutta l’umanità.

Ad ogni conversazione ho imparato a osservarti mentre ci osservavi, a chiedermi cosa stessi pensando mentre noi diamo per scontato la nostra vita, il nostro livello di benessere e lo facciamo tutti i giorni più o meno inconsapevolmente.
Ma da oggi, amico, dopo questo pezzettino di strada fatta fianco a fianco, mi sembra di esserne più consapevole, di averti visto più da vicino e di poter dire che, nonostante i litigi, ci possiamo dire amici, noi tre. Amici diseguali, amici o amiche strane, noi con questo coltello che ci ritroviamo nostro malgrado in mano, tu con le tue cicatrici profonde e che continueranno a dispetto di tutto a sanguinare.

Tu hai imparato da noi che due donne che stanno insieme non sono uno scherzo della natura, noi abbiamo imparato da te che due donne bianche e un uomo nero possono anche essere una bella famiglia.

Abbiamo tutte e tutti il diritto e dovere di imparare ad aprire le nostre menti, scardinare i chiavistelli che ci rinchiudono dentro a roccaforti di oggetti e di consumismo, che ci fanno schiavi di paure e false certezze. Soprattutto in questo periodo dove restare chiusi in casa e non vedere nessuno sembra sia l’unica possibilità, occorre il coraggio di dire no, di restare vigili e pronti ad aprire a chi bussa alla porta. Ho un adesivo in casa che ho appeso alla porta: “Se chiudi con il razzismo ti si apre un mondo”. Il bussare là fuori è sempre più forte, e ho come l’impressione che, quella porta, col nostro contributo o senza, si aprirà comunque. Anzi forse proprio cadrà a pezzi, come le frontiere che ci separano.

E allora nessuno potrà più fingere di non vedere chi c’è dall’altra parte.

Toun è arrivato qui 2 anni e mezzo fa a giugno del 2018. Era disorientato, ha bevuto un the, è uscito sul terrazzo ed è restato immobile diversi secondi che poi sono diventati due anni e mezzo a guardare gli alberi, a sentire il vento, a fumare sigarette, in quel posacenere troppo pieno. Mi ricordo che ho pensato subito che la sofferenza che portava dentro sarebbe stata l’ostacolo da combattere, non più da solo però, ma insieme.

AACM-COVER-2-756x620Insieme. Insieme come abbiamo potuto, ma insieme. Insieme alla nostra prodigiosa, magica, solare rete di amici e amiche, che ci hanno sostenuto. Prima di tutto a Marco che ha traghettato Toun dal centro di accoglienza a noi e a Ivana che ha seguito tutto il percorso legale per il riconoscimento della protezione sussidiaria di Toun. Alla piccola comunità, a Ursula, Nicola, Lorenza, Andrea, agli amici della montagna e soprattutto a Rosa, amica da sempre e per sempre e a Manuele che hanno assunto Toun nella loro piccola ditta di pulizie, a tutti gli amici di Campi Aperti: a Carlo e Germana, Franco e gli altri di Fermenti Sociali, a Pier Paolo e a Lucrezia a con la quale ha lavorato nelle lunghe giornate dei mesi di marzo, aprile, maggio scorsi, senza i quali avremmo letteralmente perso pazienza e speranza. E grazie a Mcf per averci permesso con i fondi del progetto “Accoglili a casa mia” di coinvolgere queste piccole aziende contadine, in un circolo virtuoso che avremmo voluto non finisse mai… Ancora grazie a Teresa per aver captato i messaggi astrali e averci dato il contatto giusto al momento giusto per la nuova prossima casa dove Toun si appresta a trasferirsi.

E infine grazie a te Toun per ogni cosa, per averci sopportate nelle nostre sfuriate, perché:

– di notte avevi il vizio di aprire la finestra e fumarti una sigaretta guardando il fiume (e noi non sentivamo niente di poetico, ma solo la puzza di fumo);
– Toun potresti andare a prendere la legna per la stufa visto che ci sei sempre incollato (come se stare a guardare un bel fuoco non fosse una virtù);
– perché ci hai preso due uova senza dircelo? Non è perché le prendi ma almeno diccelo…

Quanto siamo state piccole, abbiamo capito di esserlo state, ma per te ci siamo sentite grandi e la casa da trilocale è diventata una reggia ( “pensa alla persone che con questo freddo dormono fuori”, ci hai detto,“come fanno?”), la nostra tavola un ristorante di tutto rispetto, il nostro caffè quello del migliore bar del centro città. E abbiamo capito, grazie a te, che oltre ad essere ricche fuori, forse potevamo permetterci il lusso di esserlo anche dentro.

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23 giugno 2016

Accoglienza, una scelta positiva

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Lunedì 20 giugno, in occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato, è stato lanciato il video di animazione realizzato da Bologna cares!, la campagna di comunicazione del Sistema di Protezione dei Richiedenti Asilo e Rifugiati (SPRAR) del Comune di Bologna.

L’accoglienza dei richiedenti asilo come attività necessaria e ordinaria dello scenario sociale di oggi e del futuro: questo il tema della campagna Bologna cares! 2016.

Ѐ su quest’idea che si fonda il video di animazione della campagna, realizzato dallo studio Bloomik: un sistema di accoglienza strutturato ha ricadute positive e costruttive su tutto il tessuto sociale, mentre, al contrario, la “mancanza di accoglienza” produce povertà ed esclusione. Scegliere l’accoglienza quindi significa favorire la costruzione di un sistema che produce relazioni, integrazione e crescita. Il video è stato proiettato il 20 giugno in Piazza Maggiore nell’ambito della rassegna “Sotto le Stelle del Cinema” diretta dalla Cineteca di Bologna, ed è stato molto apprezzato dal pubblico.

 

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26 aprile 2016

Un incontro su inclusione dei migranti e diritti umani a Bologna

Amitie code

Il Comune di Bologna-Ufficio Cooperazione e Diritti Umani, in collaborazione con la Società Cooperativa Lai-momo organizza un incontro di confronto sull’applicazione dell’approccio basato sui diritti umani nell’ambito dell’inclusione e dell’accoglienza dei migranti. L’incontro è promosso nel quadro del progetto AMITIE CODE, progetto di educazione allo sviluppo e ai diritti umani, cofinanziato dalla Commissione Europea, che coinvolge 14 partner da 6 paesi europei, coordinato dal Comune di Bologna.

L’incontro è aperto a tutti e rivolto principalmente alle associazioni di migranti ed ai soggetti (associazioni, cooperative, sindacati ed enti pubblici) che si occupano di accoglienza, inclusione e contrasto alle discriminazioni. Obiettivo finale della giornata sarà di condividere i contenuti dei due corsi di formazione rivolti rispettivamente a insegnanti ed enti locali, previsti dal progetto, e di raccogliere in merito le osservazioni e i contributi dei partecipanti.

Il programma prevede gli interventi di vari attori locali, permettendo di avvicinare i partecipanti al tema dei diritti umani in Italia e del loro intreccio con i temi delle migrazioni, ai servizi e progetti di accoglienza rivolti ai migranti sul territorio e ai progetti di formazione sui diritti umani rivolti alla pubblica amministrazione e agli insegnanti. I partecipanti saranno poi divisi in quattro tavoli tematici al fine di approfondire alcuni aspetti attraverso il metodo del world café.

L’incontro si terrà sabato 7 maggio dalle 15 alle 17 presso il Centro Interculturale Massimo Zonarelli a Bologna. Il programma dell’incontro è disponibile qui.

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14 aprile 2016

Building Bridges / Fra due sponde: L’educazione interculturale all’epoca dei nuovi fondamentalismi

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Il 26 maggio si terrà a Milano la quarta giornata interculturale dell’Università degli Studi Milano-Bicocca, un progetto avviato nel 2002 per promuovere e consolidare confronti, scambi, conoscenze nel campo dell’educazione interculturale. A distanza di due anni dalla terza edizione, la “Quarta Giornata Interculturale Bicocca” intende centrare l’attenzione sui temi della pedagogia, della didattica, dell’educazione, della formazione in ambito interculturale. L’iniziativa è organizzata in collaborazione con l’UNAOC (United Nations Alliance Of Civilizations), l’Intercultural Innovation Award e BMW group.

La giornata si struttura in due tempi: una sessione plenaria al mattino e sei sessioni parallele nel pomeriggio. Saranno presentate ricerche sul campo, sperimentazioni didattiche e progetti educativi sul tema, nell’ottica di confrontare un ampio spettro di punti di vista grazie all’intervento di studiosi e professionisti selezionati tramite una call for papers.

Africa e Mediterraneo parteciperà alla sessione parallela 6 con un panel su fumetto e intercultura, a partire della propria esperienza in questo campo. Presenteremo le nostre metodologie di lavoro, basate sulla valorizzazione della creatività e il coinvolgimento artisti africani e migranti per promuovere il dialogo interculturale.

La cooperativa Lai-momo invece proporrà un intervento sul terzo settore sociale come facilitatore dell’integrazione dei richiedenti asilo nel tessuto sociale locale, portando l’esempio concreto della sua esperienza di accoglienza sul territorio della città metropolitana di Bologna.

La partecipazione è gratuita ed è possibile iscriversi alla giornata compilando il formulario online.

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15 febbraio 2016

Folilà: musiche dal mondo in onda sugli Appennini

 

Registrazione delle prime puntate di Folilà

Dal 17 febbraio, gli Appennini bolognesi inizieranno a ballare ai ritmi della musica subsahariana!

Arriva la trasmissioneFolilàsu Radio Frequenza Appennino, che dà spazio ai richiedenti asilo ospiti delle strutture di accoglienza del distretto di Porretta Terme per condividere con gli ascoltatori la musica tradizionale del loro Paese.

Le persone accolte provengono dall’Africa Occidentale, dal Pakistan e dal Bangladesh; sono accolte in appartamenti gestiti dalla società cooperativa Lai-momo e hanno voglia di incontrarsi con la comunità locale offrendo alcuni elementi di ricchezza culturale dei loro territori.
In onda, non si parla del viaggio, delle tragedie lasciate alle spalle né delle difficoltà dell’arrivo: Folilà è un momento di gioia e di positività, dove la musica fa da legame tra Italiani e stranieri.

Le due prime puntate sono state registrate da ragazzi maliani accolti in un appartamento a Castel d’Aiano, hanno selezionato personalmente i brani da passare, che hanno poi introdotto brevemente durante la registrazione per presentarli agli ascoltatori: è una sfida parlare italiano in radio, ma è anche una bella opportunità per migliorare la loro padronanza della lingua.

Inoltre, questo consente loro di conoscere i giovani ragazzi italiani che animano la redazione di RFA e di imparare alcune tecniche radiofoniche di base.

“Folilà”, che in lingua africana Bambarà significa “suonatori di tamburo”, andrà in onda a cadenza settimanale a partire dal 17 febbraio alle 11; sarà possibile riascoltarla in replica il sabato alla stessa ora ed in podcast sul sito di Radio Frequenza Appennino.

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21 maggio 2014

Africa e Mediterraneo n. 80 – L’asilo in Europa – Call for papers

Il prossimo numero di Africa e Mediterraneo intende esaminare l’accoglienza e la protezione dei richiedenti asilo in Europa, un lavoro quotidiano portato avanti da diversi attori: governi, autorità locali, agenzie internazionali e ONG, con ruoli e responsabilità diverse.

Scadenza per l’invio delle proposte (400 parole massimo): 25 maggio 2014

Scadenza per l’invio degli articoli: 20 giugno 2014

Richiedenti asilo accolti a Villa Angeli, Pontecchio Marconi, (Bo).
Foto di Giovanni Zati / Africa e Mediterraneo

Asylum must not be a lottery. EU Member States have a shared responsibility to welcome asylum seekers in a dignified manner, ensuring they are treated fairly and that their case is examined to uniform standards so that, no matter where an applicant applies, the outcome will be similar. (European Commission, DG Home Affairs’ web site)

L’Unione europea non riceve solo migranti che partono per ragioni economiche in cerca di una vita migliore, ma anche rifugiati che devono lasciare le loro case per sfuggire a conflitti armati, violenze, violazioni dei diritti umani o disastri naturali o causati dall’uomo. Il tragico naufragio a Lampedusa del 3 ottobre 2013, che ha causato 366 morti e 20 dispersi, ha acceso l’attenzione dell’Europa sul tema dei rifugiati e dei richiedenti asilo.

Nel 2013, 435.000 richieste d’asilo sono state registrate nella UE28, mentre nel 2012 erano state 335.000 (Eurostat Newsrelease 24 marzo 2014). Nel 2013, il più alto numero dei richiedenti è stato registrato in Germania (127.000, equivalente al 29% dei richiedenti totali), seguita dalla Francia (65.000, 15%), dalla Svezia (54.000, 13%), dal Regno Unito (30.000, 7%) e dall’Italia (28.000, 6%). In questi giorni l’Italia sta affrontando massicci arrivi di persone che attraversano il Mediterraneo; alcune di loro fanno richiesta di asilo in Italia, altre cercano di proseguire verso Nord per raggiungere altri stati europei. I numeri mostrano un grande incremento rispetto all’anno scorso: nel primo trimestre del 2014, 20.500 migranti sono arrivati in Italia, 10 volte rispetto al primo trimestre del 2013.

Dal 1999 l’Unione europea ha promosso il miglioramento di un quadro legislativo che possa arrivare alla costituzione di un Sistema europeo comune di asilo. In seguito alle critiche mosse al Regolamento Dublino sull’asilo, un nuovo Regolamento è in vigore da gennaio 2014. Questo aggiornamento rafforza i diritti dei richiedenti asilo – riguardo al rispetto della famiglia, dei minori e alla detenzione – regola i rapporti tra stati membri. Inoltre, stabilisce un sistema europeo di intervento in caso sia necessario coadiuvare uno stato membro che non riesca a fare fronte a una situazione di emergenza.

Gli articoli e le proposte potranno essere inviate nelle seguenti lingue: italiano, inglese, francese e spagnolo, all’indirizzo s.federici@africaemediterraneo.it.


Africa e Mediterraneo n. 80 – Asylum in Europe – Call for papers


The next issue of Africa e Mediterraneo aims to examine the reception and sheltering of asylum seekers in Europe, a task fulfilled by several players: governments, local authorities, NGOs, international agencies.

Deadline for the submission of abstracts (max. 400 words): 25th May 2014

Deadline for the submission of articles: 20th June 2014

Asylum must not be a lottery. EU Member States have a shared responsibility to welcome asylum seekers in a dignified manner, ensuring they are treated fairly and that their case is examined to uniform standards so that, no matter where an applicant applies, the outcome will be similar. (European Commission, DG Home Affairs’ web site)

The EU receives not only migrants that move mainly for economic reasons in search of a better life, but also refugees that leave their homes to avoid situations of armed conflict or violence, violations of human rights or natural or man-made disasters. The tragic shipwreck off the coast of the Italian island of Lampedusa on 3 October 2013, which left 366 dead and 20 missing, has drawn Europe’s attention to the issue of asylum seekers and refugees.

In 2013, 435 000 asylum applicants  were registered in the EU28. In 2012, there were 335 000 asylum applicants (Eurostat Newsrelease 24 March 2014). In 2013, the highest number of applicants was registered in Germany (127 000 applicants, or 29% of total applicants), followed by France (65 000, or 15%), Sweden (54 000, or 13%), the United Kingdom (30 000, or 7%) and Italy (28 000, or 6%). These five Member States accounted for 70% of all applicants registered in the EU28 in 2013. These days Italy is facing massive arrivals of people crossing the Mediterranean Sea; some of them leave their countries to reach the Italian shores and apply for asylum in our country, while some others try to keep moving North until they enter other European States. Numbers show an important increase in comparison with last year: in the first trimester of 2014, 20 500 migrants have arrived to Italy, ten times more than the first trimester of 2013.

Since 1999 the European Union has been working to improve the legislative framework on asylum seeking which would result in a Common European Asylum System. As a consequence of the several criticisms raised against the Dublin Regulation on Asylum Seeking, determining the EU Member State responsible to examine asylum seekers’ applications, the New Dublin Regulation came into force in January 2014. Such updated version strengthens the rights of asylum seekers – in regards to family reunification, minors and detention – and clarifies procedures between Member States. Furthermore, it establishes a European system of subsidiary intervention aiming at helping Member States in case they are not able to tackle emergency situations on their own.

Abstracts and articles can be submitted in one of the following languages: English. French, Italian and Spanish to the editor-in-chief at s.federici@africaemediterraneo.it.

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18 maggio 2012

Una comunità che dà asilo. Riflessioni e buone pratiche sul percorso di richiesta di asilo

Sabato 19 maggio 2012, ore 10,00 – 13,00

Sala del Consiglio Comunale, Via della Libertà 35

San Giorgio di Piano

Il territorio di Bologna e provincia ha partecipato attivamente all’accoglienza dei profughi dell’Emergenza Nord Africa, accogliendo famiglie e individui provenienti dalla Libia. Che lezioni possiamo trarre da questa esperienza, che ha coinvolto gli enti pubblici, il privato sociale, il volontariato e i cittadini stessi? Quali le buone pratiche e quali i problemi?

Continuano, affrontando il tema dell’asilo, gli incontri del ciclo “La comunità che cambia”, organizzati dal Distretto di Pianura Est in collaborazione con Lai-momo soc. coop.

Sabato 19 maggio, a San Giorgio di Piano, la Sala del Consiglio Comunale ospiterà i richiedenti asilo provenienti dalla Libia accolti nel Distretto nell’ambito della “Emergenza Nord Africa”, per un momento di incontro e scambio con la comunità.

Parteciperanno all’incontro: Anna Fini, Assessore alle Politiche Sociali di San Giorgio di Piano; Amelia Frascaroli, Assessore alle Politiche Sociali del Comune di Bologna; Giorgio Palamidesi, Rete “Emilia Romagna Terra d’asilo”; Mauro Pinardi, Responsabile Coordinamento Politiche Sociali della Provincia di Parma; Emilio Rossi, CIAC Onlus (Centro Immigrazione Asilo e Cooperazione Internazionale); Silvia Festi, Coop Lai-momo.

Curati dal Distretto Pianura Est, il ciclo di incontri prevede 3 ulteriori appuntamenti previsti tra il 24 e 26 maggio nei comuni di Pieve di Cento, Malalbergo e Argelato.

In queste sedi sarà possibile approfondire alcune questioni emergenti relative all’integrazione sociale, all’intercultura a scuola, nonché riconsiderare il rapporto tra immigrazione e comunità locali.

In allegato il volantino dell’iniziativa e il programma complessivo della rassegna, ai quali vi chiediamo di dare massima diffusione.

Scarica qui il volantino della rassegna

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