29 dicembre 2017

Liberia: la democrazia mette radici

Fa notizia sui media nazionali un risultato elettorale in un Paese africano. Ovvio, il vincitore è un ex calciatore del Milan, laureato con il Pallone d’Oro: George Weah.
Ma la vera buona notizia è che in Liberia, Paese tormentato da colpi di stato e guerre civili, sembra si stia affermando la normalità della democrazia.liberia
Dopo due mandati della presidente Ellen Johnson Sirleaf, economista e vincitrice del Nobel per la Pace nel 2011, Weah ha vinto al ballottaggio le elezioni presidenziali. Non si tratta di un novizio della politica: già nel 2004 aveva fondato un partito e nel 2005 si era presentato alle elezioni, ma era stato sconfitto dalla Johnson. Nuovamente battuto nel 2011, quando era candidato come vicepresidente, in questi anni ha fatto il capo dell’opposizione, oltre a riprendere gli studi interrotti. Poi si è ripresentato e ha vinto.
E la presidente, prima donna eletta Capo di Stato in Africa, dopo due mandati non aveva cercato di cambiare la costituzione per averne un terzo e non si era attaccata alla poltrona costringendo le istituzioni ad umilianti trattative, come si è visto fare in tanti Paesi africani.  Ha normalmente fatto campagna elettorale sul fronte opposto, quello di Joseph Boakai, spendendosi in particolare per le candidate.
La prima repubblica d’Africa, fondata nel 1847 da schiavi liberati provenienti dall’America, è tormentata da gravissimi problemi sanitari (Ebola) ed economici (226° posto per PIL pro capite su 230 Paesi). Intanto, però, si è regalata una transizione democratica normale.

Trackback url: https://www.africaemediterraneo.it/blog/index.php/liberia-la-democrazia-mette-radici/trackback/

01 dicembre 2017

“Nel nome di Abramo”: l’edizione 2017 della rassegna letteraria Città del libro

Africa e Mediterraneo ha partecipato quest’anno alla storica rassegna culturale Città del libro, a Campi Salentina, in provincia di Lecce. Novità di questa XXII edizione (23-26 novembre 2017), la direzione artistica di Alessandro Valenti, regista e sceneggiatore, che ha impostato il programma su un tema preciso: Nel nome di Abramo. Il «padre di molti popoli» è stato preso come ispirazione in quanto «riferimento culturale fondamentale e unificante per una moltitudine di popoli praticanti le principali religioni monoteiste». E sull’incontro di scrittori e studiosi rappresentanti le diverse e difficili situazioni del mondo globalizzato si è costruito un programma ricchissimo di incontri, svoltisi secondo un programma “diffuso” nelle più belle chiese del paese. Costruiti in una pietra salentina che risplende al sole con una calda sfumatura di giallo, questi edifici hanno offerto il sontuoso barocco leccese dei loro interni come scenario un po’ straniante dei vari incontri.

Tahar Ben Jelloun, Jeannette Bougrab e Pap Khouma si scambiano libri tra un incontro e l’altro

Tahar Ben Jelloun, Jeannette Bougrab e Pap Khouma si scambiano libri tra un incontro e l’altro

Ne ricordiamo solo qualcuno, tra i numerosissimi. La fumettista e blogger italo-tunisina Takoua Ben Mohamed ha incontrato gli studenti delle scuole per parlare del suo libro a fumetti Sotto il velo, pubblicato da Becco Giallo, dove è disegnata ironicamente la sua vita di ragazza che ha scelto di indossare il velo in Italia. Esperto di mondo islamico contemporaneo, Lorenzo Declich ha presentato il suo libro Giulio Regeni, le verità ignorate. La dittatura di al-Sisi e i rapporti tra Italia ed Egitto (Alegre Edizioni, 2016). Noo Saro Wiwa, figlia del poeta e scrittore Ken giustiziato per la sua attività in difesa del Popolo Ogoni, ha partecipato a un incontro animato anche da richiedenti asilo africani ospiti nel territorio, parlando del suo rapporto con il padre e con il suo Paese di origine, nel quale è tornata dopo molti anni. Presentato come un diario di viaggio, In cerca di Transwonderland (pubblicato in Italia nel 2015 da 66th and 2nd) è stato nominato libro dell’anno dal Sunday Times nel 2012 e inserito dal Guardian tra i dieci migliori libri sull’Africa. Jeannette Bougrab, Segretario di Stato per la Gioventù nel terzo governo presieduto da François Fillon, ha delineato un quadro molto critico dell’integrazione in Europa e in Italia dove spesso, nel timore di essere definiti razzisti o politicamente scorretti, si giustificano comportamenti che vanno contro i diritti umani fondamentali, mentre i politici, in nome della pace sociale, soprattutto nelle periferie, finiscono per tollerare comportamenti delle comunità e di capi religiosi che vanno contro i principi della democrazia e i diritti delle donne.

Pap Khouma intervistato dagli studenti che hanno letto i suoi libri

Pap Khouma intervistato dagli studenti che hanno letto i suoi libri

L’autore iracheno trasferitosi a Bruxelles Ali Bader ha presentato con l’arabista Monica Ruocco Il suonatore di nuvole (Argo, 2017), il suo primo romanzo tradotto in italiano (appunto da Ruocco). Autore di libri molto critici nei confronti dell’uso politico dell’Islam e per questo proibiti in diversi stati, Bader si sta imponendo anche come commentatore politico in un Paese, il Belgio, che ha recentemente vissuto momenti difficili in relazione alla coesistenza di cittadini di origini culturali differenti. Marco d’Eramo, giornalista di grande esperienza e sociologo formatosi con Pierre Bourdieu all’École des Hautes Études di Parigi, ha conversato con il pubblico attorno al suo documentatissimo libro Il selfie del mondo. Indagine sull’età del turismo.

Sandra Federici, direttrice di Africa e Mediterraneo, ha presentato la rivista nel panel conclusivo e dialogato con diversi ospiti: Brigitte Adès, direttrice della rivista Politique Internationale; Boualem Sansal, scrittore algerino attivo nella condanna del fondamentalismo islamico e per questo soggetto a persecuzioni (col suo romanzo 2084 ha ripreso i temi di George Orwell, immaginando un mondo futuro governato dalla sharia); Pap Khouma, scrittore italo-senegalese autore del primo romanzo della letteratura migrante in Italia; Francesca Romana Paci, docente di Letteratura inglese all’Università del Piemonte orientale ed esperta di Letterature postcoloniali, e Nafissatou Dia Diouf, autrice militante e pluripremiata della nuova generazione di scrittori senegalesi.

Francesca Romana Paci, Sandra Federici e Brigitte Adès nel panel finale

Francesca Romana Paci, Sandra Federici e Brigitte Adès nel panel finale

Si è così conclusa questa rassegna ricchissima, che ha riunito nel Salento tanti autrici e autori di terre lontane, creando nuove relazioni e idee.
Il lunedì mattina, è piombata sui partecipanti e sugli organizzatori la bruttissima notizia della prematura morte di Alessandro Leogrande, avvenuta nella sua casa di Roma. Giornalista e scrittore molto attento al Sud del mondo, era stato protagonista, il giovedì 23, del dialogo con l’invitato più celebre del festival, lo scrittore marocchino Tahar Ben Jelloun.

Trackback url: https://www.africaemediterraneo.it/blog/index.php/nel-nome-di-abramo-ledizione-2017-della-rassegna-letteraria-citta-del-libro/trackback/