23 novembre 2010

23/11/2010- Mostra fotografica: “Fortuna, vieni da me!” a Bolzano

melilloEvento: Fortuna, vieni da me! – La comunità cinese in Alto Adige.

Dove: Sala Giuliani, Teatro Cristallo, Bolzano.

Quando: Dal 23 novembre al 3 dicembre 2010.

Informazioni: Il Dipartimento Cultura italiana in collaborazione con l’Associazione Cristallo di Bolzano presentano la mostra fotografica dal titolo “Fortuna, vieni da me! – La comunità cinese in Alto Adige” del giovane fotografo brissinese Giovanni Melillo.

L’esposizione nasce nell’ambito dell’iniziativa “Sulle orme di Ulisse – Marco Polo” e utilizza la fotografia come strumento per la ricerca visuale ai fini di una mediazione interculturale. La mostra di Giovanni Melillo rappresenta quindi le connessioni e vuole promuovere lo sviluppo di conoscenze tra la comunità altoaetisina e quella cinese. Info.

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18 novembre 2010

Media education e intercultura per le seconde generazioni “Valori comuni…? Confrontiamoci”

vc 1 Mercoledì 3 Novembre presso la Scuola professionale e filologica Geom. F. Borgogna, di Vercelli L’associazione Africa e Mediterraneo, a conclusione del progetto Pubblicizziamo i valori comuni e nell’intento di rispondere alle richieste di confronto ed approfondimento giunte all’Associazione dalle insegnanti coinvolte nei laboratori, ha organizzato un incontro intitolato “Valori comuni…? Confrontiamoci”. Obiettivo dell’incontro è stato quello di condurre i partecipanti alla riflessione e al confronto sulle tematiche connesse alle potenzialità didattiche ed educative del confronto interculturale.
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Nel corso dell’incontro è stata presentata da Alessia Rosa una relazione introduttiva sul ruolo dei media nella costruzione e diffusione dei valori. Tale intervento ha dato modo ai partecipanti di farsi un’idea concreta e diretta dell’importanza di porre attenzione ai messaggi diffusi dal sistema mediatico contemporaneo caratterizzo dal fenomeno denominato “Iconoclash”, termine con cui indichiamo quel processo per cui le immagini si affermano e si negano nell’arco di un brevissimo spazio di tempo. A fronte di tale diffusione ed importanza assunta dai media, la presa in carico, in senso educativo, degli stessi non è una scelta né per la scuola né per la comunità. vc 3

Ma come far interagire questi due ambiti talvolta distanti tra loro?

Candida Leso, Psicologa di comunità e socia dello Studio Kappa, attraverso il contributo “Mettiamo la scuola in comune. Logica della condivisione e formazione integrata”, ha proposto ai partecipanti esperienze di condivisione e confronto realizzate sul territorio italiano.

Il dibattito che è seguito alle relazioni è stato vivace e costruttivo, i docenti e i rappresentanti delle associazioni e dei Servizi di Volontariato hanno posto con chiarezza le difficoltà da loro incontrate nella quotidianità.

Candida Leso ha quindi strutturato un lavoro di mediazione nel tentativo, riuscito, di trovare modalità di soluzioni condivise.

Al fine di continuare il lavoro di riflessione sulle tematiche interculturali all’interno dei contesti formativi di appartenenza l’Associazione Africa e Mediterraneo ha distribuito durante l’incontro le cartoline realizzate con laboratori creativi durante il progetto Valori Comuni.

L’incontro realizzato con il contributo di Fondazione Cassa di Risparmio di Torino e patrocinato dalla Scuola professionale e filologica Geom. F. Borgogna di Vercelli, dal CSV e dall’Ufficio scolastico regionale per il Piemonte è stato, senza alcuna pretesa di presentarsi come un corso di aggiornamento o formazione teorica, uno spazio di lavoro collaborativo e concreto a partire dall’individuazione di nodi problematici comuni alle diverse esperienze educative.

Alessia Rosa, coordinatrice del progetto Pubblicizziamo i Valori comuni per Africa e Mediterraneo.

[Alcune immagini realizzate dai ragazzi delle scuole partecipanti al progetto Valori comuni:
Scuola media L. Verga di Vercelli
Ist. comprensivo C. Colombo di Torino
Ist. comprensivo S. Ignazio da Santhià]

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18 novembre 2010

24/11/2010: Approdi:percorsi generazionali a confronto a Torino

approdiEvento: Approdi: percorsi generazionali a confronto- incontro conclusivo.

Dove: Istituto Bodoni-Paravia, Via Ponchielli 56, Torino.

Quando: 24 novembre 2010, ore 9,30.

Informazioni: A conclusione del Progetto Approdi l’Associazione Africa e Mediterraneo intende proporre ai ragazzi delle scuole che hanno partecipato al percorso laboratoriale un momento di confronto e restituzione del lavoro svolto. In questo incontro gli studenti potranno elaborare quanto appreso in modo divertente ed incontrare i compagni che come loro hanno lavorato alla realizzazione della mostra e della pubblicazione Approdi, che in questa giornata verrà presentata e distribuita a tutti i ragazzi.

Saluti:
Saluti istituzionali da parte della Regione Piemonte
Silvana Marra, Docente comandata a sostegno dell’Autonomia scolastica presso la dir. gen. per il Personale scolastico del MIUR
Andrea Marchesini Reggiani, Project manager Associazione Africa e Mediterraneo

La parola ai ragazzi e ai professori…

Testimonianze sul lavoro svolto durante i laboratori da parte dei docenti e dei dirigenti scolastici delle scuole coinvolte
Gli studenti presenteranno brevi relazioni su tematiche a loro vicine:
I nostri miti nei fumetti. A scuola
Noi e i social network
Vivere in una classe multiculturale
Arte e giovani
(conduce Alessia Rosa, Media educator)

Giochiamo con l’intercultura
Attività di animazione. I ragazzi presenti saranno invitati a confrontarsi sulle tematiche analizzate durante i laboratori attraverso quiz e giochi a squadre.
(conduce Sandra Federici, giornalista, direttrice della rivista Africa e Mediterraneo)

Hanno partecipato al progetto le seguenti scuole:
Scuola secondaria di I grado P. Straneo, Alessandria;
Liceo scientifico statale A. Avogadro, Vercelli;
Liceo artistico musicale statale E. Bianchi, Cuneo;
Istituto professionale statale I.P.S.I.A. A. Castigliano, Asti;
Istituto magistrale Bellini, Novara;
Istituto d’istruzione superiore G.B. Bodoni – I.P.I.A. G. Vigliardi – Paravia, Torino;
Scuola media statale Addis Abeba, Biella.

e le seguenti associazioni interculturali:
Associazione All togheter di Vercelli;
Associazione El Alouan di Torino.

Con il contributo di:
Regione Piemonte

In collaborazione con:
Ufficio scolastico regionale per il Piemonte
Centro di Servizi per il Volontariato di Vercelli

Per informazioni e iscrizioni:
progetti@africaemediterraneo.it
tel. + 39 051 84016

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15 novembre 2010

03-05/12/2010- 1er Salon des Auteurs Africains de Bande Dessinée a Parigi

50257_123731567675402_6342365_nEvento: 1er Salon des Auteurs Africains de Bande Dessinee.

Dove: Mairie del V arrondisement, Paris.

Quando: Dal 3 al 5 dicembre 2010.

Informazioni: L’associazione per la promozione del fumetto internazionale, nata per celebrare i 50 anni di indipendenza degli Stati africani, organizza a Parigi per il prossimo dicembre il primo salone del fumetto africano.
L’evento prevede, oltre all’esposizione di disegni africani, dibattiti e conferenze sull’importanza dell’arte del fumetto africano, atelier di presentazione degli autori e delle loro opere. Interessante la scelta di promuovere l’iniziativa attraverso i social network, in particolare è stata creata una pagina Facebook dedicata all’evento. Info.

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08 novembre 2010

10/11/2010- L’esecuzione di Ken Saro-Wiwa: la distruzione di una bellissima testa

email_view_relatedEvento: Ti ricordi di Ken Saro-Wiwa?

Dove: Brancaleone, via Levanna 11, Roma.

Quando: Mercoledi 10 novembre 2010, ore 20.

Informazioni: Il 10 novembre 1995 il regime militare nigeriano, nonostante le pressioni internazionali, impiccò lo scrittre Ken Saro-Wiwa. Era uno scrittore molto prolifico e popolare nel suo paese, e si era impegnato come ambientalista e attivista per la difesa dei diritti umani, diventando leader del MOSOP (Movimento per la Salvaguardia del Popolo Ogoni) movimento che si batteva per difendere gli Ogoni contro i disastri ecologici causati dalle compagnie petrolifere.

Con quell’impiccagione, il regime nigeriano non si rese responsabile solo di una ignobile violazione dei diritti umani e della libertà del popolo Ogoni di difendere la propria vita e la propria terra. Spegnendo quella vita, togliendo ossigeno a quello straordinario cervello, hanno distrutto un bene prezioso, fonte di orgoglio per la Nigeria. Hanno soppresso una delle più alte voci della letteratura africana, un grande che ha dato tanto al patrimonio letterario mondiale e che chissà cosa ancora avrebbe potuto dare.

Ho amato molto “Foresta di Fiori”, la raccolta di racconti pubblicata da Edizioni Socrates nel 2004, dove la società nigeriana sia rurale che urbana viene raccontata con ironia e amarezza, con una prosa diretta e incisiva che sembra non lasciare molte speranze a miglioramenti o rinnovamenti dall’interno. Anche le figure positive, che vedono e cercano di resistere o di cambiare le cose, escono sconfitte. Ricordo che leggendolo ho pensato: per forza la gente fa di tutto per emigrare. Hanno un bel da dire “sviluppatevi, prendete l’iniziativa, lavorate 12 ore al giorno come un piccolo imprenditore italiano, e vedrete…” Ma chi ci ci può riuscire in quelle condizioni di corruzione, povertà civile, strapotere delle autorità? Questo ci diceva Saro-Wiwa, senza perdere tempo in vittimismi o stereotipate accuse all’Occidente. Lui si rivolgeva agli africani: delle élite e non, cercando di spingerli a prendersi le loro responsabilità.

Copio qui un brano del racconto “E giù, le stelle”, che mi sembra emblematico di questa situazione di impotenza e solitudine di chi è consapevole della situazione e vuole lottare per migliorarla.

Quella mattina Ezi arrivò agli uffici del ministero degli Affari esteri con quarantacinque minuti di ritardo. Fu uno dei primi a entrare. L’ascensore non funzionava; ancora una di quelle interminabili interruzioni di corrente – una peculiarità della nazione. Dovette fare a piedi le scale buie e sporche fino all’ottavo piano, dove si trovava il suo ufficio. Salì lentamente, sforzandosi di ignorare la sporcizia delle scale, che non venivano pulite da mesi: i muri erano senza pittura e pieni di graffiti e ogni pianerottolo era cosparso di schizzi di cataro. Si sentì sollevato quando alla fine raggiunse l’ottavo piano. (…)
Eliza, la dattilografa, stava mangiando rumorosamente su un piatto smaltato. La stanza era impregnata dell’odore di peperoncino, olio di palma rossa e cipolle. Ezi trattenne il respiro per un secondo.
“Eliza?”
“Signore” rispose.
“Sarebbe meglio che spruzzassi un po’ di deodorante appena finisci di fare colazione. Sarei più contento se consumassi i tuoi pasti a casa tua o nella mensa del personale”.
“Sì, signore” rispose e mise via la colazione senza averla terminata. Ezi andò a grandi passi nella stanza adiacente, che era il suo ufficio.
Non appena si mise seduto, sentì Eliza mormorare sottovoce parole che non riusciva a capire. E la risata sommessa di Ade. Aggrottò le sopracciglia. Loro pensavano che fosse pedante, fosse scemo. Lo sapeva benissimo. (…)
Mise la ventiquattrore sul tavolo e si guardò intorno. L’ufficio era pulito e ben tenuto. A veva sempre insistito che fosse pulito in modo impeccabile. Aveva perfino mostrato come spolverare la stanza ad Abel, il quale non sembrava aver gradito molto: troppo lavoro. Oltretutto, nessun altro in tutto il palazzo si interessava minimamente alla pulizia del proprio ufficio. Ezi voleva dare a vedere di essere diverso: questo pensava Abel e lo aveva detto ai suoi colleghi. Più di uno aveva detto a Ezi che la sua mania per l’ordine era considerata una malattia. Ma a lui non importava. La sua stanza era un rifugio, un rifugio dalla sporcizia delle scale, dalla puzza dell’ascensore, dal degrado dell’edificio.

Mercoledi 10 novembre a Roma un evento celebrativo ricorderà l’anniversario dell’impiccagione dello scrittore nigeriano Ken Saro-Wiwa, autore di Sozaboy, avvenuta nel 1995 ad opera del regime militare di allora. L’iniziativa vuole riportare alla memoria il coraggio civile e la generosità di uno straordinario artista e intellettuale che denunciò lo scempio dell’ecosistema del Delta del Niger a causa dello sfruttamento petrolifero selvaggio.

Sandra Federici

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05 novembre 2010

Ruby, una ragazza ‘di seconda generazione’

In questi giorni sto scrivendo un articolo su un laboratorio didattico indirizzato ai giovani detti “di seconda generazione”, cioè i figli di immigrati nati in Italia o giunti in Italia in età pre-scolare, e riflettevo sul fatto che Ruby, la ragazza marocchina per cui Berlusconi ha fatto le famose telefonate alla Questura di Milano, è una ragazza “di seconda generazione”.

I ragazzi “G2″ vivono l’appartenenza a due o più culture: quella/e della famiglia di origine e quella del paese di accoglienza. Usano due lingue, conoscono più paesi, frequentano gruppi culturali differenti.

L’attenzione degli studiosi su questa categoria (la cui definizione G2 è dibattuta, ma usiamola per comodità) cresce. Si studiano i loro problemi: il fatto di essere costretti a gestire diversi registri, di vivere a cavallo tra due mondi. «Il figlio di migranti, come tutti i bambini ma con una nitidezza maggiore che deriva dalla condizione di separazione tra l’interno della famiglia e l’esterno, si costruisce nel punto d’incrocio tra i due processi: un processo di filiazione “sono il figlio di…” e un processo di affiliazione “appartengo a questo o quel gruppo”.» (Marie Rose Moro)

Di loro si parla anche come elemento che arricchisce la nostra società «per l’apertura mentale, per la capacità di relazionarsi con codici diversi, per la voglia di partecipare a livello di società civile in misura maggiore rispetto ai coetanei italiani, per la capacità di “prendere pubblicamente la parola” in modo diverso dalle G1» (Silvia Festi).

Questa ragazza marocchina, Karima El Mahroug soprannominata Ruby Rubacuori, sembra avere pochi dubbi ed è evidente che tra i due modelli culturali e sociali con cui si è confrontata ha scelto decisamente quello del paese che l’ha accolta. Prendendone la parte peggiore, che l’ha affascinata esattamente come affascina tante sue coetanee italiane. Nelle poche interviste al padre, ambulante residente in Sicilia che riesce a malapena a guadagnare 20 euro al giorno, si coglie la fatica dell’educazione di questa figlia che ha rifiutato in toto i valori della sua famiglia per aderire a quelli predicati dalla sottocultura della televisione italiana (una sintesi incisiva e dolorosa è nel documentario di Lorella Zanardo www.ilcorpodelledonne.it). Valori ormai penetrati nelle giovani coscienze grazie a un bombardamento mediatico quotidiano: culto del corpo, trash estetico, denaro facile, visibilità in televisione, carriera veloce grazie a favori e conoscenze.

Si dice che le seconde generazioni sono la prova del fatto che l’immigrazione provoca inevitabilmente un cambiamento anche nella società di accoglienza: non si può parlare di gruppo minoritario che si modifica per adeguarsi a un gruppo maggioritario e immutabile. Volenti o nolenti, nell’incontro tutti necessariamente cambiano e si crea una nuova realtà, che prima non esisteva.

Abbiamo così giovani scrittrici di origine straniera che raccontano in italiano, con ironica intelligenza, questi processi, come Randa Ghazy con “Oggi forse non ammazzo nessuno”, Sumaya Abdel Qader con “Porto il velo, adoro i Queen”; abbiamo riviste come Yalla Italia e Mixamag; abbiamo la Rete G2 – Seconde generazioni, e tante altre iniziative che più o meno esplicitamente partono da questo nuovo, interessantissimo punto di vista.

E però, questa nuova realtà che è la società italiana dopo 20 anni di immigrazione strutturale, comporta anche il fatto che fra le varie escort/veline/cubiste/letterine ce ne possa essere una “extracomunitaria”. Non brasiliana, ma proprio figlia di un immigrato, di un marocchino venditore ambulante che è partito come tantissimi altri da una provincia marocchina di emigrazione, e ha vissuto il percorso di migrante economico. Insomma, Ruby è un segno dei tempi, in tanti sensi.

Comunque, in tutta questa folle vicenda, quello che dice le cose più ragionevoli, almeno a quanto si è letto finora sui giornali, è il padre M’Hamed.

Primo, come farebbe qualsiasi padre normale, si vergogna della faccenda. Incredibile. Secondo, non si fa fotografare con Berlusconi come il padre di Noemi e non lo si è ancora visto in talk show e reality. Terzo, ha detto che l’ultima volta che le forze dell’ordine lo hanno contattato per chiedergli per l’ennesima volta se poteva riprendersi la figlia, a marzo, non ha potuto abbandonarla, come farebbe qualsiasi padre (poi lei è subito scappata). Quarto, guarda solo la tv in lingua araba, a parte il meteo che gli serve per sapere se potrà allestire la sua bancarella sul lungomare. “Mia figlia invece era malata di televisione – ha detto ai giornalisti di Repubblica-Palermo – Guardava i programmi in italiano e quando la scoprivo rimettevo i canali arabi”.

Insomma lui ci ha provato, ma forse quello che lo ha “tradito” è stato proprio rifiutare di conoscere, per combatterla meglio, la rivale con cui doveva competere nell’educazione di sua figlia: l’invadente, potente, pervasiva maestra-televisione.

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02 novembre 2010

03/11/2010- Valori comuni…? Confrontiamoci a Vercelli

valori comuniEvento: Valori comuni…? Confrontiamoci.

Dove: Scuola professionale e filologica Geom. F.Borgogna, Piazza C Battisti 9, Vercelli.

Quando: Mercoledì 3 novembre 2010 ore 17,00.

Informazioni: I preadolescenti sono bombardati di messaggi pubblicitari (è stato calcolato che ognuno ne riceve 33.000 all’anno) portatori di valori diversificati, ma cosa succede quando sono loro a fare i creativi e a creare una pubblicità? E come l’attività educativa a partire dalla scuola può trovare sviluppo e rinforzo nel contesto territoriale?

Queste tematiche verranno affrontate durante l’incontro “Valori comuni…? Confrontiamoci” rivolto ad insegnanti, genitori e a chiunque sia interessato ai temi dell’educazione ai media ed al confronto interculturale.

L’Associazione Africa e Mediterraneo da diversi anni si impegna nella promozione del dialogo interculturale e valoriale attraverso il progetto “Pubblicizziamo i Valori comuni” che ha coinvolto diverse scuole piemontesi, e da quest’anno anche la scuola secondaria di Primo Grado Giovanni Verga di Vercelli.

Il progetto, attraverso le modalità espressive del fumetto e lo strumento comunicativo della pubblicità, ha guidato i ragazzi di alcune scuole piemontesi nell’analisi e nella rielaborazione creativa di cinque importanti tematiche: l’amore e il perdono, la non-violenza, il rispetto dell’Altro, la generosità e la non-discriminazione.

Le cartoline pubblicitarie realizzate dai ragazzi su questi temi verranno distribuite durante il convegno, il cui principale intento è quello di supportare un confronto sempre più vivace tra scuola e territorio sui temi dell’educazione multiculturale e dell’educazione ai valori. Durante l’incontro verranno inoltre videoproiettate le immagini raccolte durante la festa dei Popoli a cui l’Associazione Africa e Mediterraneo ha partecipato con l’allestimento di una mostra composta da tavole a fumetti realizzate dagli studenti piemontesi nell’ambito del progetto Approdi, al fine di evidenziare il felice connubio tra scuola ed iniziative territoriali. L’incontro “Valori comuni…? Confrontiamoci” non vuole intendersi come un corso di aggiornamento o formazione teorica, ma al contrario come proposta di lavoro collaborativo e concreto a partire dall’individuazione di nodi problematici comuni alle diverse esperienze educative, scolastiche, famigliari e territoriali.

Il meeting è promosso dall’Associazione Africa e Mediterraneo con il contributo della fondazione CRT è patrocinato dalla Scuola professionale e filologica Geom. F.Borgogna, dal CSV di Vercelli e dal Ministero dell’Istruzione, dell’ Università e della Ricerca Direzione generale regionale per il Piemonte Ufficio scolastico territoriale di Vercelli sarà così strutturato

Introducono: Referente Fondazione Cassa di Risparmio di Torino
Andrea Marchesini Reggiani, Project manager Associazione Africa e Mediterraneo

Relazioni
Le immagini pubblicitarie che parlano di intercultura. (Alessia Rosa, Coordinatrice dei Progetti dell’Associazione Africa e Mediterraneo in Piemonte)
Mettiamo la scuola in comune. Logica della condivisione e formazione integrata (Candida Leso, Psicologa socia dello Studio Kappa)
Confronto sul lavoro svolto durante i laboratori da parte dei docenti e dei dirigenti scolastici delle scuole coinvolte.

L’Associazione Africa e Mediterraneo distribuirà durante l’incontro il materiale didattico realizzato durante il progetto Valori Comuni. Per tale ragione è gradita la preiscrizione che può essere fatta inviando il modulo allegato al numero di Fax 0161218084 o via e-mail all’indirizzo segreteriaborgogna@yahoo.it
Info: progetti@africaemediterraneo.it

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