14 giugno 2009
In viaggio con Hector
“On s’est bien cuits dans la voiture”, ha commentato Hector scendendo stremato dalla macchina, però abbiamo avuto più di tre ore per chiacchierare della condizione dei fumettisti, di politica africana, della “democrazia” italiana. Si divertiva da matti a farsi raccontare le vicende di Berlusconi con le veline, così come i provvedimenti e i discorsi populisti e razzisti dei ministri italiani. In realtà sapeva già quasi tutto, ma era interessato a sentire il punto di vista di un’italiana depressa e non tanto rassegnata
E’ stato interessante conoscere lui e il suo percorso d’artista. Ha cominciato come autodidatta a disegnare. Fin da piccolo la sua passione erano i fumetti: in particolare Tex Willer in edizione francese. Poi, deciso a impegnarsi come fumettista e vignettista, e preso da un giovanile eroismo, a 17 anni è andato in Togo, un paese governato dalla dittatura, per lavorare nei giornali. Come tanti vignettisti africani, lavorava in incognito, per i suoi compagni di stanza era uno studente come gli altri, ma di nascosto lavorava per i giornali. E’ stato lì tre anni poi è tornato in Bénin.
E così ha continuato nella sua carriera professionale, facendo grafica, fumetto e caricatura, libri per l’infanzia. Nel 2008 ha vinto la quarta edizione del nostro Premio Africa e Mediterraneo, con una poetica storia sul Darfur.
C’é una possibilità a lanciare un nuovo fumetto per un’ONG nell’Africa Ovest
nel campo di diritti umani.
C’é una data di scandenza urgente di Marzo 5 – ed anche una possibilità nel tempo lungo.
Per più informazione, contattare geowrit@etabeta.it (Torino)