Evento: Campagna “Message in a bottle” di Lai-momo, in occasione della Giornata internazionale contro la discriminazione che si terrà il 21 marzo.
Dove: Qui sul blog di Africa e Mediterraneo.
Quando: dal 15 al 21 marzo.
Informazioni: La campagna lanciata da Lai-momo prevede la raccolta di testimonianze di discriminazione e/o esperienze di solidarietà, presso i migranti che frequentano i corsi d’italiano L2 e tutti gli utenti degli sportelli “Punto Migranti”. I messaggi più significativi saranno poi pubblicati “in a bottle”, domenica 21 in questo blog.
Racconto due episodi che mi hanno fatto sentire molto male come persona e come musulmana:
Abito a Castel Maggiore da tanti anni, non mi era mai capitato di sentirmi così male.
Il primo episodio: stavo andando in posta e avevo una borsa con dentro del pane e del tè per mio marito, che fa l’ambulante al mercato. Mentro facevo la mia commissione in posta, ho appoggiato la borsa e ad un certo punto un uomo italiano a cominciato a urlare dicendo che la donna che aveva il fazzoletto in testa aveva una borsa con dentro una bomba e voleva farla esplodere. Mi sono sentita molto ferita. Ho deciso di aprire la mia borsa e mostrare a tutti il contenuto, tè e pane per mio marito. Dopo lui è uscito parlando in italiano e continuando ad insultarmi.
Il secondo: lavoravo in un ristorante e facevo le pulizie. Un giorno arriva la mamma della titolare e mi ha vista con l’hijab (il fazzoletto che copriva i miei capelli alla maniera musulmana) ha cominciato ad urlare dicendo che non potevo lavorare con lei, perchè ero una terrorista. Se volevo lavorare con lei avrei dovuto togliermi l’hijab. Ho rifiutato e lei mi ha detto di non tornare più al ristorante.
Un mese fa ero in un grande magazzino, mi sono avvicinato alle casse per pagare, non riuscivo a capire come fossero composte le file. Ho chiesto ad un uomo sui 40 anni, italiano, in che fila fosse. Lui si è girato e in maniera inaspettata mi ha insultato dicendomi: “Vai a casa tua! Torna a casa tua!!” Mi sono raggelato, non sapevo come reagire, solo mi sono accorto che mi tremavano le mani, come quando ero piccolo che volevo picchiare qualcuno… ho temuto di perdere l’autocontrollo… Poi ho pensato immediatamente alla mia carta di soggiorno, alla mia pratica sulla cittadinanza in corso, ho capito che non potevo permettermi di fare casini, quindi me ne sono andato. Ero con un amico italiano, si è sentito imbarazzato e assai dispiaciuto quanto me.
Sono nigeriana. In Italia non ho mai avuto particolari problemi. Solo mi trovo in difficoltà spesso in autobus, quando gli studenti, in genere maschi, mi prendono in giro perchè sono nera o perchè sono straniera. Non li reggo, davvero mi infastidiscono moltissimo.
Ero in comune, un impiegato mi ha trattato male perchè ho chiesto se potevo fare la carta di identità se avevo la ricevuta per il rinnovo del permesso di soggiorno. Avevo lasciato a casa il passaporto. Lui lo voleva per forza. Non mi ha spiegato come era la normativa. Si rivolgeva a me in modo offensivo, razzista e sarcastico. Anche le altre volte che mi sono servito di quell’ufficio mi ha riservato lo stesso trattamento.