28 gennaio 2011
Diario di un viaggio in Sudan a fumetti
E’ stato presentato martedì scorso a Milano “Diario di un viaggio in Sudan”, un libro a fumetti che racconta il fermento profondo e inarrestabile che attraversa oggi il sud Sudan, in cui ha preso vita il progetto di costruzione della prima scuola per insegnanti, e l’impegno di Monsignor Cesare Mazzolari, che da più di trent’anni è impegnato in questa regione. Nel Sud Sudan da poco si è tenuto un referendum che ha sancito la volontà popolare di indipendenza in modo praticamente unanime, per avviare un nuovo capitolo che si spera vada nella via della “riconciliazione” e della effettiva indipendenza dopo decenni di guerre.
Cesar onlus (http://www.cesarsudan.org/), che da anni sostiene il Sud Sudan, affiancando le popolazioni locali con progetti e attività di cooperazione nei settori della sanità di base, dell’accesso all’acqua, dell’educazione e dello sviluppo sostenibile, ha chiesto agli studenti della Scuola Internazionale di Comics di aiutarla a raccontare, con il linguaggio crudo, a volte dissacrante, dei fumetti, la storia un popolo fiero e coraggioso e la bellezza di un paese violentato dall’odio e dalle guerre, che vuole ritrovare se stesso.
Interamente creato e disegnato dai giovani studenti della prestigiosa Accademia, con la collaborazione di importanti nomi del mondo del fumetto, come Andrea Mutti, Marco Bianchini, e altri, il libro, pubblicato dalla Casa Editrice EMI, sarà presto messo in vendita e distribuito in tutte le librerie d’Italia e potrà essere acquistato online anche attraverso Cesar. Il ricavato andrà a sostegno del progetto scuola.
Parole chiave : Agenda cultura gennaio 2011, Cesare Mazzolari, Diario di un viaggio in Sudan, Fondazione Cesar, referendum, Sud SUdan
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11 gennaio 2011
13-16/01/2011- Il cerchio di gesso del Caucaso a Milano
Evento: Il cerchio di gesso del Caucaso a Milano.
Dove: Teatro Leonardi Da Vinci, via Ampère 1, Milano.
Quando: Dal 13 al 16 gennaio 2011.
Informazioni: Segnaliamo l’interessante iniziativa portata avanti da AMREF, “Il cerchio di gesso del Caucaso”, in corso presso il Teatro Leonardo da Vinci di Milano dal 13 al 16 gennaio 2011. Lo spettacolo teatrale, sotto la guida della regista Letizia Quintavalla, vuol essere un libero adattamento di una delle più note opere del drammaturgo tedesco, Bertold Brecht, ispirato a sua volta a un’antica favola cinese e al giudizio biblico di Salomone. A interpretarlo è il gruppo composto da venti ragazze nate e cresciute nelle baraccopoli di Nairobi che negli ultimi anni hanno preso parte al Progetto Malkia (“regine” in swahili), valido percorso formativo che ha consentito loro di esprimersi e di riscattare la propria condizione. La scelta di rivisitare uno dei maggiori successi del teatro tedesco è dettata sicuramente dalla presenza dominante di uno dei principali temi brechtiani, ossia della possibilità di praticare la bontà in un contesto come quello da cui provengono le ragazze, caratterizzato da profondi squilibri e contraddizioni, nonché di proporre una concezione della maternità non necessariamente riconducibile a una matrice biologica.
L’opera racconta, difatti, le peripezie di Grusha, una povera serva nella residenza reale che si fa portavoce del principio rivoluzionario secondo cui “terribile è la tentazione della bontà”. In seguito a una rivolta di palazzo, il re viene ucciso e la regina fuggendo abbandona il figlio, che sarà poi amorevolmente allevato da Grusha.
Con la messa in scena di tale spettacolo si vuole richiamare l’interesse dell’opinione pubblica sulla drammatica condizione delle giovani donne che vivono nelle vaste aree urbane dell’Africa. Per garantire un futuro migliore alla società africana è necessaria, infatti, l’inclusione degli individui più emarginati e vulnerabili, prime fra tutte le donne, poiché le prospettive di sviluppo di questi Paesi si basano principalmente sulle loro competenze, sulle loro responsabilità e sul loro spirito di intraprendenza professionale. Occorre, inoltre, incoraggiare la partecipazione attiva della cittadinanza e dei sistemi sanitari locali affinché questi ultimi possano sfruttare al meglio le risorse del posto e dar vita a effettive strategie di sviluppo.
Auguriamo successo a questa rappresentazione artistica, espressione di un teatro che ha come obiettivo primario la riabilitazione volta alla trasformazione e al cambiamento. E Bertold Brecht, con le sue opere, ne è senz’altro un prezioso esempio. Info.
Parole chiave : Africa, Agenda cultura gennaio 2011, Bertold Brecht, Progetto Malkia, teatro
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Evento: Breaking News. Fotografia contemporanea da Medio Oriente e Africa.
Dove: ex Ospedale Sant’Agostino, Largo Porta Sant’Agostino 228, Modena.
Quando: Dal 28 novembre 2010 al 13 marzo 2011.
Informazioni: Segnaliamo l’interessante rassegna internazionale di fotografia contemporanea, film e video d’artista che sarà aperta al pubblico fino al 13 marzo 2011 nel comune di Modena. Breaking News è il titolo di questa nuova selezione di opere provenienti da Medio Oriente e Africa, e allude ai contenuti e ai temi indagati dagli artisti che ora entrano a far parte della collezione internazionale di fotografia contemporanea della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena.
Curata da Filippo Maggia, tale collezione ha quale oggetto di indagine la scena artistica contemporanea di Medio Oriente e Africa, analizzata attraverso varie opere fotografiche e video di ben 21 artisti, provenienti da 12 diversi Paesi.
L’attenzione è, dunque, rivolta a una vasta area geografica, profondamente segnata da molteplici contraddizioni e al contempo ricca di una forza straordinaria. Mediante svariate voci creative, è possibile indagare non solo sul tormentato passato dell’Africa, bensì anche sulle varie problematiche contemporanee che l’affliggono, sia a livello locale sia globale. I diversi artisti, infatti, si concentrano maggiormente sulle attuali questioni emergenti del Paese, tra i quali una fortissima disgregazione sociale e nuove forme di classismo.
Anche il Medio Oriente vanta oggi una ricca scena artistica, capace di esprimere l’articolato quadro politico, sociale e religioso della società contemporanea, persino i difficili contesti in cui la libertà di espressione non è tutelata. Uno dei temi più ricorrenti in queste opere è indubbiamente il conflitto arabo-israeliano e le sue conseguenti implicazioni sociali e umane; il tutto esplorato con occhi diversi.
Pertanto, vale la pena visitare tale mostra, la quale, presentandosi come un lungo viaggio dall’Iran alla Palestina, dal Marocco fino al Sudafrica, offre uno sguardo approfondito su questa parte del mondo, ridefinendone le identità e il complicato rapporto con l’Occidente.
L’elenco degli artisti selezionati include: Philip Kwame Apagya (Ghana), Yto Barrada (Francia/Marocco), Yael Bartana (Israele), Taysir Batniji (Palestina), Jodi Bieber (Sudafrica), Mounir Fatmi (Marocco), Samuel Fosso (Camerun), David Goldblatt (Sudafrica), Bob Gosani (Sudafrica), Pieter Hugo (Sudafrica), Goddy Leye (Camerun), Daniel Naudé (Sudafrica), Cedric Nunn (Sudafrica), George Osodi (Nigeria), Hrair Sarkissian (Siria), Wael Shawky (Egitto), Ahlam Shibli (Palestina), Mikhael Subotzky (Sudafrica), Jinoos Taghizadeh (Iran), Guy Tillim (Sudafrica), Akram Zaatari (Libano).
[George Osodi, Ogoni Boy, 2007, Fondazione Cassa di Risparmio di Modena]