22 maggio 2010
Africanews24: una televisione panafricana sul satellite
E’ stato presentato in anteprima durante il meeting internazionale “Africa 53 countries, One continent” (Bologna 21 maggio 2010) il progetto Africanews24, una nuova rete televisiva per il continente africano da realizzare sul modello di Euronews24. Il progetto è stato presentato con un video realizzato da Mimma Nocelli, direttrice artistica di NewCo Rai Internationa durante l’importante convegno organizzato dalla Foundation for World Wide Cooperation di Romano Prodi.
L’ex presidente della Commissione europea è riuscito a convocare a Bologna personaggi del calibro di Abdoulaye Wade, presidente del Senegal, Thabo Mbeki, ex presidente del Sudafrica, Asha Rose Mgiro, Vice Segretario Generale dell’ONU, Andrie Piebalgs, Commissario per lo Sviluppo della Commissione Europea, Maxwell Mkewezalamba, Commissario all’Economia dell’Unione Africana, Zhan Shu, Ambasciatore del dipartimento Africa del governo cinese. Il tema era l’identificazione di una road map per l’integrazione africana, con la partecipazione di tutti gli attori presenti nel continente: Unione africana, Nazioni unite, Unione europea, Cina e USA.
Il progetto Africanews24 è stato presentato dalla rete televisiva Euronews alla Commissione Europea, che ha dato il via libera, ed è in corso di realizzazione. Sarà la prima televisione panafricana, avrà sede in Africa, sarà multilingue e satellitare e presenterà una selezione di news dai media africani, ripetuta più volte al giorno, e programmi prodotti appositamente, come documentari e approfondimenti su temi importanti e talk show sulla realtà socioculturale africana.
I pubblici a cui si indirizza sono quello africano quello europeo e in generale quello mondiale, con una particolare attenzione alla diaspora Africana. Sarà chiesta la partecipazione di agenzie dell’ONU, Banca Mondiale e Banca Africana di Sviluppo, cooperazione bilaterale e multilaterale.
Gli attori strategici del continente come leader politici, decision maker, operatori nel settore dell’educazione e dei media potranno così avere un mezzo molto potente per fare sentire la loro voce.
Ha spiegato P.L. Malesani di Euronews “Ogni paese ha i suoi media locali ma manca una televisione che offra una visione panafricana trasmettendo da una sede interna al continente (…) La prima TV africana che ha aderito è quella della Costa d’Avorio, e ne stiamo contattando altre, per creare un network di televisioni sorelle. Nella fase iniziale saranno 8-10”.
“Il modello è Euronews”, ha aggiunto P. Cayla, manager del canale paneuropeo con sede a Lione, “che è internazionale (dà informazioni su Europa e resto del mondo) e multingue (trasmette in 9 lingue, in Africa si potrebbero utilizzare le 3 lingue europee usate e 3 lingue africane ad ampia diffusione)”.
Sarà realizzato anche un sito interattivo con archivio delle notizie, diffondibili anche via telefono cellulare. Per la sede della redazione, si è parlato finora di Dakar e Accra, ma non è ancora stato deciso nulla.
Sandra Federici
[…] di Sandra Federici su Africa e Mediterraneo del 22 maggio […]
[…] di Sandra Federici su Africa e Mediterraneo del 22 maggio […]
Tutto e’ positivo se va nella direzione giusta, se le notizie sono vere come e’ vero cio’ che faccio da 17 anni. Ho proposto progetti fattibili e soprattutto utili
necessari in un programma di alimentazione (progetti agricoli) e progetti per pozzi d’acqua. Basta questo per dire che non ho trovato nessuno dei diretti interessati ad appoggiare tali progetti ,tali idee , ma si continua a parlare di Africa,della
necessita’ di debellare la fame e la miseria e quindi l’utilizzo giusto dell’acqua sia ad uso umano che ad uso agricolo.
Basti dire che vi sono popolazioni che hanno enormi quantita’ d’acqua ed enormi territori da sfruttare nell’ambito agricolo ed anche per debellare l’avanzamento del deserto. Ma arriviamo al succo del discorso, vengono mandati in Africa fiumi di denaro , solo l’Italia stanzia dai 300 ai 500 milioni di Euro. Mi chiedo ,da sempre ,dove vanno a finire chi li gestisce e rende conto come vengono spesi nei vari punti dove sono destinati. Mi scuso dello sfogo e di aver approfittato di questo vostro spazio. Spero tanto che AFRICANE NEWS 24 SIA UNO SPECCHIO VERITIERO DI CIO’ CHE SI CERCA DI FARE DI PROPORRE MA CHE POI FINISCE NEL DIMENTICATOIO.
Io molte volte mi sono chiesto e mi chiedo tutt’ora se c’e’ un progetto per tenere l’AFRICA LONTANO dal progresso. Forse il mondo e’ proprio diviso in due parti , l’Africa fa parte del mondo che dovra’ rimanere sempre povero?…..
Gentilissimo Gabriele, la preoccupazione per l’aid effectiveness che lei esprime ultimamente appare costante nelle azioni dei finanziatori. In particolare dalla Dichiarazione di Parigi del 2005 è assunta come priorità per l’Europa e per l’OCSE. Non c’è formulario per il finanziamento di progetti che non richieda ampie spiegazioni sulla fattibilità e la sostenibilità delle azioni. E al di là delle facili affermazioni che la povertà in Africa resta, ci sono tanti esempi di successo, che bisogna andare a vedere caso per caso, ONG per ONG.
L’Italia comunque secondo me stanzia cifre “da fame” rispetto ad altri Paesi della sua importanza e questo è confermato dalla altissima partecipazione dell ONG italiane ai bandi europei. Ho visto recentemente statistiche di un programma di EuropeAid dove si attestava l’invio delle richieste e di fronte alle 13 richieste da parte delle ONG belghe e le 14 da parte delle spagnole ce ne erano 57 inviate dalle ONG italiane.
Nonostante le promesse che il nostro premier si lascia sempre scappare, forse preso dalla emozione e dalla retorica dei vari summit e G8 per l’Africa, il contributo pubblico italiano è sempre misero. Si diceva riguardo all’ultimo summit di New York sugli MDG che l’Italia non è più considerato un paese donatore. Ahimé.
Grazie per il commento!
La mia opionione è che si debba fare lo sforzo di guardare alle azioni di cooperazione ed alle inziative rivolte ai PVS da parte dell’Italia con uno sguardo sempre vigile e critico ma non disfattista.
Anche se immagino che soprattutto per chi lavora in loco non sia semplice non abbandonarsi allo sconforto. E poi in Italia tutto diventa così complicato…
Nonostante ciò, ritengo che ci sia un modo di far cooperazione migliore di altri, quando cooperazione significa davvero un’azione congiunta con i partners locali ed un loro protagonismo decisionale oltre che operativo, solo in quei casi le reali esigenze dei PVS hanno la possibilità di emergere ed è da lì che si può partire per cercare delle risposte il più possibile efficaci.
E’ vero, poi, che le azioni della cooperazione quasi sempre devono seguire la direzione dei fondi e quindi di bandi che già decidono a monte, “in nome e per conto” dei diretti interessati, quali sono le priorità su cui andare ad operare, ma ritengo che molto si possa fare per poter nell’implementazione pratica dei progetti ridirezionare l’azione e generare risultati utili per le popolazioni locali. Oltre al fatto che in Italia, più che altrove, una sana azione di advocacy verso i decisori politici potrebbe permettere di migliorare linee guida e bandi … anche questa azione e tutt’altro che semplice, ma va praticata con convinzione.
Rispetto alla nuova TV dall’ Africa … peggio del TG1 /Tg2/ Studio Aperto … non potrà essere!! Quindi gli darei una chance anche perchè l’unico rifugio per un’informazione che non sia disinformazione ormai lo trovo proprio su EURONEWS 24 …
Insomma … provo a buttare un seme di speranza!
Bene! Ci sono pochi canali e programmi televisivi dedicati all’Africa. Anche nel Regno Unito, il primo canale dedicato all’Africa (e ai Caraibi) è stato fondato solo 10 anni fa, dall’iniziativa di un nigeriano, Alistair Soyode. Per conoscere la sua storia, potete visitare il mio blog